giovedì 13 febbraio 2014

Eventi legati all’Aster, prima grana per il commissario

Rassegna Stampa - Febbraio 2014

cav. Rosario Genova

Eventi legati all’Aster, prima grana per il commissario
Manzano, 13 Febbraio 2014
Dal sito del Comune il nome di Lidia Driutti è sparito, assieme a quello dei componenti di giunta e consiglio. Al loro posto compare solo la dottoressa Silvia Zossi, nominata commissario per la provvisoria amministrazione del Comune, fino all’adozione del decreto presidenziale di scioglimento del consiglio comunale di Manzano, con decreto di data 6 febbraio 2014, numero 2/G/2014, dell’assessore regionale a funzione pubblica, autonomie locali, coordinamento delle riforme, delegato alla Protezione civile. E’ la lunga definizione in burocratese per presentare il funzionario incaricato di portare avanti quanto lasciato in sospeso dalla giunta Driutti. I suoi primi giorni sono assai intensi: insediatasi venerdì, da allora sta prendendo visione«delle attività che impegnano uffici per fare le valutazioni che mi competeranno – dice –. C’è bisogno di un po’ di tempo per addentrarmi nei procedimenti degli uffici, ma mi è chiaro che il mio compito è di garantire la continuità dell’azione amministrativa e il regolare svolgimento dell’operatività dell’ente. Ciò comporterà decisioni circa la macchina interna del Comune». Un compito delicato, come Zossi sottolinea più volte, specificando che il suo lavoro, comunque,«sta procedendo con una buona collaborazione da parte degli uffici». Il commissario sa di dover amministrare fino al voto di maggio«un Comune grande e importante» e che tante sono le cose da conoscere prima di farsi «un quadro chiaro della situazione complessiva». Ieri sera, intanto, primo confronto con altri Comuni sul tema caldo dell’Aster. Tutti gli eventi, infatti, sono fermi. I vari solleciti giunti alla Driutti dagli assessori dei Comuni aderenti, già dallo scorso autunno, sarebbero rimasti lettera morta. Eventi come Ville aperte o Festival della canzone friulana rischiano grosso se Manzano, ente capofila, non darà il via alla programmazione. Zossi si riserva di commentare, se sarà il caso, a tempo debito, trovandosi ora nella fase conoscitiva. Rosalba Tello
 

mercoledì 12 febbraio 2014

«Il commissario era l’unica strada»

assegna Stampa - Febbraio 2014

cav. Rosario Genova

«Il commissario era l’unica strada»
 Venturini: quanti amano Manzano si alleino e facciano un programma. Macorig: istituzione solida per il bene dei giovani
Manzano, 12 Febbraio 2014

 L’ha accusato di averla tradita tramando ai suoi danni, con la complicità di maggioranza e minoranza, solo per riavere la “sua” poltrona e “sistemarsi” dopo aver rinunciato a cariche in Provincia per tentare fortuna, invano, alle regionali. Lidia Driutti non ha usato giri di parole con Macorig, capogruppo di maggioranza; sarebbe stato lui a condurre il secondo mandato della Driutti all’amaro epilogo del commissariamento e del prematuro ritorno alle urne. Lui non si scompone e replica con diplomazia: «Non far del bene per ricevere gratitudine, l’ho appreso in questi anni. L’augurio è che si possa guardare alla prossima scadenza elettorale consapevoli di operare per il bene di Manzano. Le persone possono cambiare, ma le istituzioni devono restare solide e credibili, soprattutto per le nuove generazioni che sono il futuro». Nessun contrattacco, dunque, da parte dell’aspirante sindaco post-Driutti più gettonato. A Manzano quei pochi non ancora stufi di beghe politiche paesane lo danno vincente non fosse altro che per l’esperienza pregressa e i numerosi contatti coltivati negli anni. Molti ipotizzano, dietro di lui, una squadra anomala che mixerebbe gli assessori dimissionari Venturini e Genova con Zamò, mentre il possibile ruolo di Iacumin, portavoce della sinistra, resta per ora oscuro. Progetto Manzano potrebbe ritagliarsi un posto di rilievo alle elezioni di maggio, magari proponendo un sindaco (qualcuno ipotizza un ritorno di Angela Della Rovere, assessore nella prima giunta Driutti). Nella girandola dei nomi non compaiono, al momento, facce nuove e libere da giochi di potere. C’è pure chi scommette che la Driutti risorgerà dalle sue ceneri riciclandosi per la terza volta. «Le persone di buona volontà che vogliono bene a Manzano devono allearsi e fare un programma – dice Valmore Venturini, che con la sua mozione sul capufficio tecnico ha scatenato la querelle interna alla maggioranza –. Nessuno è entusiasta di mandare il Comune al commissariamento, ma non c’erano altre strade. E credo che anche Progetto Manzano alla fine condivida il percorso». L’ex assessore difende la scelta di lasciare palazzo Torriani: «E’ stata forte: sarebbe stato più comodo far finta di nulla e ricevere lo stipendio fino al 2017, ma sarebbe stato un compenso immeritato». Spazio dunque al commissario. Poi la parola tornrà ai cittadini. Rosalba Tello


“Progetto”: si doveva evitare di arrivare al commissariamento

Rassegna Stampa - Febbraio 2014

cav. Rosario Genova

“Progetto”: si doveva evitare di arrivare al commissariamento


Manzano, 11 Febbraio 2014

Progetto Manzano respinge quello «il bullismo politico delle ex coordinatrici Pdl e replica a Gallosi e Novello per voce di Angela Della Rovere, coordinatrice del gruppo, assieme a Piero Furlani, e assessore nel primo mandato Driutti. «Non addebitino a Progetto le loro responsabilità nel non aver saputo intervenire tempestivamente per tenere unita quella parte della maggioranza a suo tempo tesserata Pdl progressivamente sgretolatasi dando inizio agli eventi che hanno portato al commissariamento del Comune. Non ho difficoltà ad ammettere che dopo l’abbandono dell’aula da parte dei consiglieri, e solo dopo tale episodio, ho contattato il sindaco affinché si attivasse nel cercare una soluzione che potesse far proseguire la legislatura per il bene della cittadinanza. Azione che necessariamente doveva coinvolgere le forze di minoranza presenti in consiglio e poteva essere condotta solo dal sindaco. A conferma di ciò non mi sono permessa di scavalcare il suo operato e non ho mai direttamente contattato i rappresentati della minoranza. Ribadisco che per Progetto il commissariamento era da evitare per senso di responsabilità. Se per Gallosi e Novello questo modo di operare si chiama inciucio è un problema loro». L'ex assessore Alessio di dice sconcertato e allibito: «Abbiamo sempre operato in modo corretto e trasparente. La confusione mentale in cui versano le due signore conferma che il loro modo di operare come responsabili dell'ex Pdl nel Manzanese si sia manifestamente rivelato fallimentare». Conclude Furlani, solidale con Stacco e Alessio «a cui confermiamo stima e vicinanza, certi che il loro operato di tanti anni sia la migliore testimonianza in risposta alle illazioni fangose e fuori luogo avanzate dalle due pidielline». (r.t


lunedì 10 febbraio 2014

Driutti all’attacco: vince la malapolitica

Rassegna Stampa - Febbraio 2014

cav. Rosario Genova

Driutti all’attacco: vince la malapolitica
Lo sfogo dell’ex sindaco di Manzano (Forza Italia): cercato un’altra maggioranza solo dopo il tradimento di alcuni dei miei
Manzano, 10 Febbraio 2014
L’ex sindaco Lidia Driutti rompe il silenzio. E risponde alla sua (ex) giunta e ai consiglieri dimissionari, non risparmiando dure accuse. «Ormai tutti lo sanno, ha vinto la malapolitica, quella fatta di ricatti e accordi sottobanco – dice senza giri di parole –. Se ho cercato altrove una maggioranza (parlo di Iacumin, non di Zamò, perché è stato lui a contattare me), era solo per trovare altre persone valide e pulite (non i partiti) disposte a lavorare per una comune strategia di crescita per il bene di Manzano». La sua “incursione” tra i banchi di minoranza sarebbe partita «solo dopo il tradimento di Macorig, Venturini, Balutto e Bergamasco nel consiglio comunale di fine novembre, ai quali si è accodato Genova – spiega –. Una situazione cominciata 8 mesi fa, dopo la sconfitta di Macorig alle regionali, quando l’uomo, a caccia di un posto, forse neanche di sindaco, ha dato inizio a un logorio continuo fatto di segni, gesti, azioni sotterranee per noi inequivocabili, a cui né io né il gruppo con me rimasto abbiamo ceduto. A quel punto, coadiuvato da Venturini, ha continuato più forte l’offensiva volta a ingessare l’apparato amministrativo». Insomma, l’intera operazione sarebbe scattata per sistemare Macorig, privo di incarichi prestigiosi, ma ancora forte di un consenso che potrebbe farlo tornare sulla poltrona di sindaco. Ma i sassi che la Driutti deve togliersi dalle scarpe sono ancora molti: «Tutti i motivi da loro dichiarati sulla stampa sono contraddittori, privi di significato politico e facilmente smentibili. Gli assessori hanno sempre avuto piena libertà operativa nei rispettivi settori e personale competente e professionale con cui collaborare: non sono i dipendenti che possono bloccare le azioni degli assessori. Nel mandato precedente, infatti, senza certi personaggi abbiamo lavorato molto e con successo. Purtroppo anche sotto il profilo politico il capogruppo Macorig non ha agevolato la coesione, anzi». Dopo la batosta, Driutti sembra dunque aver ritrovato energia, determinata a fare chiarezza su questa infelice pagina politica in cui tutti sono contro tutti: anche gli ultimi fedelissimi di Progetto Manzano, infatti, hanno avuto da ridire sull’operato del sindaco, criticato per la sua mancanza di decisionismo. L’ex primo cittadino chiude con l’ultima picconata: «In questo momento di crisi le elezioni serviranno solo a soddisfare appetiti personali che qualcuno nasconde dietro l’interesse dei cittadini. Il mio obiettivo per Manzano era realizzare il programma elettorale che i cittadini hanno approvato attraverso il voto, semmai rivisto e migliorato; per gli altri, l’obiettivo era invece di non farmelo realizzare. Desidero comunque ringraziare di cuore il gruppo dei consiglieri che mi ha sostenuto e tutti i cittadini che credono in me». Rosalba Tello
 
 
Il commissario amministrerà fino a maggio Poi la parola ripasserà agli elettori
Fino al voto di maggio, dunque, Manzano sarà governata da Silvia Zossi, commissario incaricato dalla Regione, alla quale l’ormai ex sindaco Lidia Driutti ha consegnato le chiavi di palazzo Torriani (foto), così come hanno fatto assessori e consiglieri svuotando gli uffici dagli oggetti personali. Un passaggio difficile soprattutto per i dipendenti, almeno per le prime settimane di rodaggio. Il commissario si occuperà per lo più della gestione ordinaria del Comune, evitando (almeno in teoria, perché avrebbe pieni poteri) di fare scelte di natura politica. Zossi lavorerà quindi supportata solo dagli uffici, mandando avanti ciò che è stato avviato. Dovrà poi anche procedere con la conferma, o la nomina, dei “tpo”(cioè i titolari di posizione organizzativa). Un’altra donna, dunque, a dirigere le operazioni in municipio fino alle elezioni di maggio, quando Manzano sarà chiamata nuovamente alle urne a soli due anni dalla riconferma della Driutti. (r.t.)

domenica 9 febbraio 2014

«Progetto Manzano pensi al suo operato»

Rassegna Stampa - Febbraio 2014

cav. Rosario Genova

«Progetto Manzano pensi al suo operato»
 GALLOSI  E  NOVELLO

Manzano, 9 Febbraio 2014
 «Siamo disgustati dalle affermazioni dell’ex assessore Stacco sui contatti da noi avuti con la sinistra; c’è da chiedersi piuttosto se la tanto proclamata fedeltà di Progetto Manzano per non aver presentato le dimissioni al sindaco come hanno fatto gli altri non faccia parte invece della congiura ai danni della Driutti». Il coordinamento ex Pdl di Manzano replica duramente alle dichiarazioni di Stacco sul Mv in cui dipingeva un quadro di trasparenza del gruppo sostenitore storico della Driutti. L’inciucio di avere stampelle nella minoranza per compensare gli ammutinamenti in maggioranza, per Clara Gallosi e Maria Maddalena Novello, sarebbe partito proprio dai “fedelissimi” di Lidia Driutti. «Ricordiamo a Stacco che la proposta è venuta da Progetto Manzano per bocca di Angela Della Rovere e Pietro Furlani, che hanno invitato il coordinamento ex Pdl a contattare Iacumin e Pd. Rispondemmo che avremmo valutato un contatto con Iacumin, appartenente a una lista civica, ma non col Pd. Circa poi l’incontro che Driutti avrebbe chiesto a Zamò, ci risulta che la richiesta sia pervenuta all’ex sindaco proprio dall’ex assessore Alessio, che quanto a inciuci deve averne avuti tanti con l’opposizione per tutto questo tempo essendo uno dei professionisti di fiducia dell’imprenditore Zamò». Gallosi e Novello, indicate dai più come le “suggeritrici” politiche della Driutti, chiudono invitando Progetto Manzano «a verificare prima di fare certe affermazioni. La storica civica vuol uscire pulita dalla vicenda forse perché potrebbe essere il punto di ritorno di Macorig? Si facciano un esame di coscienza». Rosalba Tello


venerdì 7 febbraio 2014

Manzano, stamani si insedia il commissario

Rassegna Stampa - Febbraio 2014

cav. Rosario Genova

Manzano, stamani si insedia il commissario
Silvia Zossi, funzionario regionale, governerà il Comune fino alle elezioni amministrative di maggio
 
 
Manzano, 7 Febbraio 2014
Si insedia stamani il commissario che guiderà fino a maggio l’amministrazione comunale di Manzano dopo le dimissioni in massa di buona parte del consiglio. L’amministratore temporaneo sarà Rita Zossi, funzionario della Regione a Udine, titolare di posizione organizzativa e trattazione coordinata degli affari generali e amministrativi delle sedi di Udine e Trieste, Direzione centrale funzione pubblica autonomie locali e coordinamento delle riforme. In Regione da 16 anni, Rita Zossi ha ricevuto ieri pomeriggio la nomina; prenderà contatto con il segretario comunale, il quale a sua volta si consulterà con l’Autonomia locale per comprendere a fondo la procedura del commissariamento. Prime notizie operative per il dopo-Driutti, dunque, mentre il sindaco “disarcionato” non intende interrompere il silenzio dopo il tramonto della sua amministrazione-bis. Un’altra donna, comunque, prenderà il suo posto fino alle elezioni amministrative di maggio, quando Manzano sarà chiamata nuovamente alle urne a soli due anni dalla riconferma della stessa Lidia Driutti, decidendo se insistere su un centrodestra sempre più diviso o se optare per coalizioni nuove o addirittura inedite per Manzano (Pd? Grillini?). Nessun gruppo, ora come ora, da solo partirebbe come vincente; le forze politiche in campo dovranno necessariamente cercare alleanze, magari “turandosi il naso” e superando eventuali antipatie anche personali. I giochi sono ancora tutti da fare, tra una decina di giorni forse qualche anticipazione. Stando anche ai commenti apparsi sui social network, i manzanesi sono rimasti sorpresi, delusi e amareggiati dagli eventi politico-amministrativi delle ultime settimane: «Speriamo che da tutto questo non escano i vecchi scheletri della politica di vent’anni fa. La città ha bisogno di energie nuove. Gente che trasmetta entusiasmo e fiducia». C’è chi spera che «questi abbiano almeno il buon senso di non ricandidarsi» e chi invita a tener conto che «anche i dimissionari della maggioranza hanno amministrato assieme alla Driutti. Intanto, fino a maggio a Palazzo Torriani governerà il commissario, poi il nuovo responso delle urne. (r.t.)
 
 

Clienti-ladri in negozio, rubato l’incasso

Rassegna Stampa - Febbraio 2014

cav. Rosario Genova

Clienti-ladri in negozio, rubato l’incasso
Manzano: coppia si finge interessata ai prodotti di “A La Vida”, ma poi sottrae 1.500 euro dal portafogli della titolare
Manzano, 7 Febbraio 2014
Si fingono clienti per sorprendere i titolari dell’esercizio e derubarli. E’ successo nel Manzanese e anche nell’Isontino. I ladri sono due, un uomo e una donna, quella che sembra una coppia qualsiasi. Si introducono nei negozi fingendosi interessati a fare un acquisto, ma poi, al primo momento di distrazione del negoziante, lo derubano subdolamente per poi andarsene indisturbati. E’ il modus operandi – come detto – dei due ladri, un uomo e una donna, che proprio nei giorni scorsi hanno messo a segno un colpo a Manzano. Vittima dell’inganno (e del furto) è stata Paola Vegnaduzzo, di San Vito al Tagliamento, proprietaria del negozio di alimenti biologici “A La Vida”, in via della Stazione. La donna si è accorta dei 1.500 euro sottratti dal suo portafogli di lavoro, riposto sotto al bancone, solamente un’ora dopo che la coppia di malviventi se ne era andata. A quel punto, Paola Vegnaduzzo non ha potuto far altro che sporgere denuncia ai carabinieri. Un analogo episodio era accaduto alcuni giorni prima a Cormòns. «Ecco perché desidero informare il più possibile l’opinione pubblica del pericolo rappresentato da questi fubastri – aferma la negoziante derubata – e invito i colleghi alla massima cautela affinché non cadano nello stesso tranello. I miei soldi ormai sono perduti. Fa rabbia il senso di violazione e di impotenza, spero davvero che i carabinieri li acciuffino». Quando è entrata la coppia di ladri – di un’eta presunta attorno ai 40-45 anni –, Paola Vegnaduzzo stava servendo alcuni suoi (veri) clienti e non si è insospettita. I due hanno fatto un giretto nel negozio fingendosi interessati ai prodotti esposti e quando la titolare stava per tornare al banco la donna ha preso una confezione di latte di riso per distrarla. «Con il senno di poi mi è parso che con la coda dell’occhio controllasse il suo complice», ricorda la negoziante. Alta circa 1,70 lei, un po’formosa, mora, occhi scuri; alto e robusto lui, capelli corti. Hanno gironzolato tra gli scaffali per circa 5 minuti prima di colpire: «Non sono riuscita a capire di dove fossero, forse dell’est, hanno detto solo una parola». La negoziante ha pubblicato la notizia su facebook per avvertire gli altri Comuni friulani che la coppia potrebbe ancora agire: «Entrano nei negozi, uno distrae il personale, l’altro ruba non merce, ma soldi». «Diffondete il più possibile – scrive – e se andate a fare la spesa avvisate il negozio in cui state acquistando. È l’unico modo per riuscire a fermarli».
Rosalba Tello
 
 

mercoledì 5 febbraio 2014

Manzano, scattato il dopo-Driutti

Rassegna Stampa - Febbraio 2014

cav. Rosario Genova

Manzano, scattato il dopo-Driutti
Paese senza guida. Il sindaco tace. Colautti: rilanciare politica e persone. Il Pd: noi coerenti e credibili
 
Manzano, 5 Febbraio 2014
Paese senza guida il giorno dopo. Il Partito democratico si sfrega le mani, promettendo per Manzano «forze coerenti e credibili», i dimissionari dell’ex giunta Driutti lasciano sbollire diplomaticamente gli animi prima di far trapelare le loro intenzioni, i forzisti prendono comprensibilmente tempo cercando di raccogliere i cocci e far tornare la fiducia ai manzanesi. “The day after” a Manzano è un giorno sospeso, in attesa che nuove manovre muovano i fili dei giochi politici del Comune, rotti dall’ammutinamento di buona parte della maggioranza e dell’intera minoranza. Il sindaco, tuttora, continua caparbiamente a mantenere il silenzio; chi doveva “proteggerla” – Blasoni (a cui il vicesindaco Genova si è avvicinato) e Riccardi (con cui Macorig ha sempre avuto rapporti stretti) – sono in queste ore irreperibili. Soltanto il consigliere regionale del Pdl, Alessandro Colautti (gli è politicamente vicino Valmore Venturini), si presta a esprimere un commento a caldo: «Mi sembra la conclusione di una situazione che parte da lontano. Un dissenso così ampio, con ben undici firme di dimissioni, è il segno di una crisi profonda alla quale non è stata data adeguata risposta in passato. E’ una presa d’atto che i rapporti si sono logorati, lo specchio di problemi che non andavano presi sotto gamba». Colautti aggiunge che «non si gioisce per l’infelice esito amministrativo di un Comune politicamente affine che va al commissariamento», però è innegabile che la crisi sia stata determinata dalle «insufficienti risposte date ai bisogni e alle esigenze della maggioranza, nonchè dalla difficoltà a risolvere i problemi». Evidenti i riferimenti critici all’operato del primo cittadino, insomma, vittima (o responsabile?) di un lungo stillicidio di conflitti interni fino all’esito finale, «non certo un colpo di mano». In effetti, ad aver orchestrato l’operazione sono stati due personaggi, fondamentali per gli equilibri politici di Manzano: Venturini e Macorig. Hanno agito dopo aver maturato la decisione per mesi: le mine, insomma, la Driutti doveva disinnescarle ben prima. «Manzano è un Comune troppo importante– chiude Colautti –, il fatto che resti senza guida è un danno per tutti. Ora mi auguro un rilancio politico e di persone».Chi beneficia del provvisorio vuoto politico è senza dubbi il Pd: il segretario locale Alessio Di Dio ammette che la fase pre-elettorale è già aperta, si farà di tutto «per convertire i delusi. Siamo pronti a giocare un ruolo di primo piano alle prossime elezioni. Mauro Iacumin e il Pd si sono rivelati coerenti e credibili. Abbiamo rispettato il mandato dei nostri elettori, resistendo nell’ultimo anno alle ripetute proposte di inciucio della signora Driutti e della ex coordinatrice del Pdl, Gallosi». In questi giorni Di Dio sentirà i rappresentanti di tutte le forze politiche in campo «per verificare disponibilità e programmi per il futuro di Manzano».
Rosalba Tello
 
 

martedì 4 febbraio 2014

Cade la Driutti, commissario a Manzano

Rassegna Stampa - Febbraio 2014

cav. Rosario Genova

Cade la Driutti, commissario a Manzano
Dopo le dimissioni di 11 consiglieri, il sindaco resta solo. Venturini:«Eravamo alla paralisi, alla città serve un governo forte»
 
Manzano, 4 Febbraio 2014
 
È crollata, pezzo dopo pezzo, la squadra di Lidia Driutti: con le dimissioni della maggior parte di consiglieri (11 con quelle di Montina della Lega Nord), presentate contemporaneamente ieri mattina, il sindaco di Forza italia che guidava una giunta di centro destra è decaduto. Come la stessa Driutti presagiva quando, a dicembre, si era messa alla ricerca di una “stampella” fra la minoranza, i numeri per il consenso non ci sono più: Manzano è un Comune commissariato, a maggio i cittadini torneranno a votare. Termina qui l’era Driutti, iniziata 6 anni fa. Confermata nel 2013, il sindaco ha man mano perso la fiducia della maggioranza evitando confronti diretti con essa e ripiegando anzi sulla minoranza, corteggiandolo con offerte che non hanno commosso né Iacumin né Zamò. Gli ultimi fatti che hanno portato all’infelice débâcle della giunta Driutti sono ormai noti: prima le dimissioni dell’assessore esterno Tessaro, poi la mozione con cui l’assessore Venturini denunciava l’immobilismo delle opere pubbliche a causa del demansionamento del capoufficio tecnico Nardin, infine l’aperto dissenso del consigliere Macorig, suo predecessore alla guida del Comune. Le cose sono precipitate pochi giorni fa con le dimissioni del vicesindaco Genova e dello stesso Venturini; caduti nel vuoto i corteggiamenti alla minoranza, Lidia Driutti, sempre più sola, si è trincerata nel silenzio più assoluto, forse sperando che i “suoi”, fra le alte sfere, la supportassero in extremis. Invece ieri quasi l’intero consiglio le si è sgretolato sotto gli occhi, con un esito fatale: Driutti non ha più la fiducia, la sostituirà un commissario. Il Comune resta ora senza guida. «Manzano ha urgente necessità di un governo forte, autorevole e legittimato dal consenso elettorale, in grado di rapportarsi sia con i Comuni vicini, per uscire dall’isolamento politico in cui si trova, sia con la Regione - commenta Venturini -. La situazione negli ultimi mesi era di totale paralisi politica e amministrativa, eravamo ridotti a gestire l’ordinaria amministrazione. Ma per fare questo non servono né un sindaco né una giunta:sono sufficienti i capiufficio».Dopo le dimissioni sue e di Genova, Venturini si aspettava «una riunione convocata dal sindaco con il gruppo che l’ha proposta e sostenuta; invece abbiamo appreso dalla stampa, e mai in giunta, degli incontri con esponenti dell’opposizione, nel maldestro tentativo di rabberciare la maggioranza. In politica bisogna anche sapersi assumere le proprie responsabilità: io me le sono sempre assunte, anche in questo momento». «Probabilmente c’erano i margini per recuperare la situazione e ripristinare gli equilibri, restituendo serenità all’amministrazione - aggiunge Genova -. Ciò si sarebbe concretizzato se fosse stata convocata la maggioranza. Mi aspettavo che il sindaco, dopo le mie dimissioni da vicesindaco e assessore, prendesse provvedimenti in tal senso. Mai avrei pensato ci dimettermi anche da consigliere. Questo, a mio parere, è stato un gesto di grande responsabilità». Rosalba Tello
LA ACCUSE DI MACORIG
«Venti mesi di immobilismo e isolamento»
Manzano, 4 febbraio 2014
«Venti mesi di immobilismo amministrativo e di isolamento politico in ambito territoriale. L’unica opera realizzata è l’impianto di riscaldamento della materna di Case, mentre nessuna risposta è stata data ad urgenze macroscopiche, come l’asfaltatura in via Isonzo. Il sindaco non ha mai risolto, e neanche voluto affrontare, problematiche come le dimissioni di Tessaro, avvenute oltre 5 mesi fa. Da allora non ha mai convocato una riunione di maggioranza».È solo un piccolo elenco delle “colpe”" del sindaco Driutti stilato da Daniele Macorig, consigliere dimissionario di maggioranza e già sindaco di Manzano. «La lista sarebbe lunghissima: il primo cittadino non ha preso atto del “caso Nardin”, mozione protocollata da Venturini e mai discussa in, un atto che denota un non rispetto delle istituzioni. Senza contare l’iniziativa, del tutto autonoma e immotivata, di cercare un allargamento della maggioranza nell’opposizione senza un indirizzo chiaro». Quest è l’ultimo passo falso della sindachessa che ha fatto saltare la mosca al naso a Macorig: «Dopo le dimissioni di altri due assessori, ha continuando a restare zitta, invece di riunire la maggioranza. Continuava a convocare solo alcuni consiglieri, evitando un confronto collegiale, il che evidenzia una scarsa capacità di gestione politica». (r.t.)
 
 
 
 
 





 










Zamò e Iacumin: ora decidano i cittadini
Gli esponenti della minoranza confermano l’inevitabilità di azzerare una situazione non più rimediabile
 
 
MANZANO «Ci siamo decisi a questo atto estremo a fronte di una continua, evidente e irrimediabile incapacità di decisione politica e amministrativa della giunta e del sindaco in particolare, un'incapacità che aggravava giorno dopo giorno i già enormi problemi del nostro Comune». Dopo il “golpe”,Lucio Zamò sottolinea che l’opposizione non ha mai mancato di riconoscere il ruolo del sindaco e il valore della scelta effettuata dai cittadini nel 2012, «così come non ne abbiamo mai richiesto le dimissioni fino ad oggi, costretti a un passo così estremo dal progressivo sgretolarsi della sua giunta e della sua maggioranza. È opportuno quindi che ci si sposti tutti alla casella successiva, restituendo ai manzanesi la responsabilità di scegliere chi dovrà amministrarli. E lo facciamo sapendo che, in fondo, il probabile abbinamento delle elezioni amministrative con quelle europee non comporterà alcun costo aggiuntivo per il nostro già esausto bilancio. Considerazione, questa, che ci ha convinto ad accantonare anche gli ultimi dubbi e deciderci a un passo che non poteva essere più rinviato». «Per dare la possibilità al Comune di Manzano di avere un futuro, le dimissioni contemporanee sono state l’unica soluzione percorribile - commenta Mauro Iacumin del Pd -. Per due anni, infatti, il nostro gruppo consiliare si era reso disponibile a collaborare con la maggioranza con un apporto di idee ed energie. Purtroppo, non siamo mai stati ascoltati. La nostra collaborazione è stata richiesta troppo tardi, quando le cose stavano ormai precipitando, e i dissidi interni alla maggioranza, acuiti anche dalle verifiche di una minoranza attenta e scrupolosa, non erano più sanabili in alcun modo. Non erano certo i possibili “inciuci” a poter risolvere la situazione creatasi all’interno della maggioranza. Adesso la parola sarà nuovamente data ai nostri concittadini, che hanno sicuramente capito come sia stato gestito il Comune negli ultimi anni e come sia chiara la necessità di operare un cambiamento radicale, un rinnovamento che deve partire dalle persone. La nostra battaglia, che è quella dei manzanesi, parte dalla nostra disponibilità a spenderci per un pronto riscatto di Manzano sicuramente in sinergia con i comuni vicini, cosa che l’amministrazione da anni non è stata in grado di fare, di fatto, isolando Manzano. A primavera - chiude il portavoce della sinistra - molti di essi andranno ad elezioni per il rinnovo del consiglio comunale; questo rinnovo generale dovrà portare ad un cambiamento complessivo del modo di fare amministrazione per tutta l’area del Distretto della sedia». (r.t.)
 
 
 
 
 
I COMMENTI E LE PREVISIONI DELLA GENTE
«Questi abbiano il buon senso di non ricandidarsi»
 
MANZANO, 4 febraio 2014
«Povera Manzano!». È il commento rilasciato sui social network che forse meglio sintetizza lo stato d’animo dei manzanesi, orfani di una guida amministrativa, delusi e traditi da una politica incoerente. Ieri i lettori hanno espresso le loro opinioni sull’ultima, destabilizzante novità che ha colpito il loro paese: «La logica conclusione di una giunta che non voleva nessuno. Un anno buttato via», aggiunge un altro manzanese. L’amarezza è tangibile: «Il paese era in agonia da tempo, e non si poteva proseguire con la Driutti, che fu una scelta sbagliatissima - scrive un lettore -. Speriamo solo che da tutto questo non escano i vecchi scheletri della politica di 20 anni fa. La città ha bisogno di energie nuove. Manzano ha bisogno di gente che trasmetta entusiasmo e fiducia». C’è, poi, chi spera che «questi abbiano almeno il buon senso di non ricandidarsi», e chi invita a tener conto che «anche i dimissionari della maggioranza hanno amministrato assieme alla Driutti». Il toto-sindaco è iniziato nei bar a livello di chiacchiere, ma nessuno si arrischia a fare nomi ufficialmente, se non un lettore sibillino: «Indovinate chi sarà candidato sindaco?». Inutile negare che Macorig è il più gettonato, considerato che i delusi della sindaca pidiellina difficilmente si convertiranno a una coalizione di sinistra. L’altro nome “facile” è Zamò, ma per ora gli interessati ritengono prematuro ipotizzare qualsiasi scenario: la realtà è che, fino a maggio, a palazzo Torriani governerà un commissario scelto dalla Regione. Chi si intende un po’ di strategie politiche e magari è vicino ai personaggi in causa, ritiene che vedere sfiduciata la Driutti sia davvero una brutta pagina della politica manzanese: «Sarebbe stato meglio che gli assessori “fedeli” rimasti, Stacco e Alessio, avessero dato le dimissioni, così il sindaco avrebbe fatto un passo indietro e questo sarebbe stato un gesto più dignitoso». Insomma la sindaca se la sarebbe“cercata” (forse mal consigliata?), preferendo arroccarsi sulle sue posizioni, evitando un confronto che, invece, probabilmente le avrebbe fatto buon gioco. Cinico e disincantato il commento di un altro nostro lettore: «Questi stanno lì a fare le mosse politiche come stessero giocando a battaglia navale. Chi saranno i vincitori? Macorig? Manzano meriterebbe altro e comunque molto di più di questa e delle passate amministrazioni». Il grillino di turno vota ovviamente per aun sindaco a 5 stelle», quello più cinico parla di «4 falegnami in Ferrari che hanno badato solo ai loro miseri affari, idem per la politica». Non manca chi non si scompone dopo il “terremoto”politico: «Dormirò bene ugualmente». (r.t.


 

lunedì 3 febbraio 2014

Manzano, si dimettono in 10: cade la Driutti, arriva il commissario

Rassegna Stampa - Febbraio 2014

cav. Rosario Genova

 
Manzano, si dimettono in 10: cade la Driutti, arriva il commissario
Arriva al capolinea la crisi al Comune, che ora andrà al voto in maggio. Oggi hanno presentato le dimissioni Venturini, Genova, Balutto, Bergamasco, Macorig per la maggioranza e Zamò, Piasentin, Fornasarig, Iacumin e Pittino per l’opposizione
 
 
 
 
Manzano, 3 Febbraio 2014
 
Il consiglio comunale di Manzano è decaduto e da oggi sarà gestito da un commissario. Questa mattina sono state presentate le dimissioni in contemporanea della maggioranza dei consiglieri, facendo decaderev la giunta Driutti.
Si sono dimessi i consiglieri di maggioranza Venturini, Genova, Balutto, Bergamasco, Macorig e, per la minoranza, Zamò, Piasentin, Fornasarig (giungeranno entro oggi anche quelle di un altro consigliere di ritorno dall'estero), Iacumin e Pittino.
Il voto anticipato di terrà a maggio in concomitanza con le elezioni europee. di Rosalba Tello

domenica 2 febbraio 2014

Tomadoni: sindaco e Pro loco al capolinea

assegna Stampa - Febbraio 2014

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale - Comune di Manzano
Tomadoni: sindaco e Pro loco al capolinea

Manzano, 2 Febbraio 2014

«Pro loco e sindaco sono al capolinea: all’assemblea Pro loco del 23 gennaio s’è tenuta una stucchevole rappresentazione dell’inverosimile»: Olvi Tomadoni, ex amministratore e consigliere dimissionario di Manzano innova eletto con Iacunim, interviene nel dibattito sulla crisi di Pro loco e Comune. «Molti presenti all’assemblea Pro loco sono andati via scuotendo il capo prima che il piatto forte del bilancio fosse servito – rileva –. Direttivo dimissionario e niente microfoni al banco della presidenza, forse a proposito. Dopo due ore di schermaglie sullo statuto, la relazione recitata a braccio dalla residente dimissionaria Riva sembra una storiella per bimbi: denuncia il fuggi fuggi di buona parte dei consiglieri per le diatribe politiche interne “mentre la Pro loco dovrebbe essere apolitica e apartitica” dimenticando l’impegno profuso nel distribuire i bigliettini dei suoi candidati di riferimento alle regionali». Circa il revisore dei conti, «l’autodifesa della presidente supera il patetico: riconosce d’aver operato contro le previsioni dello statuto, prontamente criticata dal pubblico. Tenta di ritrattare, ma è il caos». E la Driutti? «Se avesse un minimo di buon senso – dice Tomadoni – dovrebbe dimettersi evitando la disastrosa situazione di Pro loco e Comune, per sua colpa e arroganza (vedi destituzione del produttivo capufficio Nardin e assunzione della super-segretaria amica). Nessun progetto prestigioso realizzato in barba ai mega-programmi annunciati e festeggiati prima di iniziarli, vedi Pisus, Parchi industriali, Cittadella del design. Cosa di peggio può fare (o non fare) ancora la Driutti dopo aver maltrattato i collaboratori “rei” di adombrarne l’immagine?». Rosalba Tello


sabato 1 febbraio 2014

Crisi a Manzano, parte il toto-sindaco post Driutti

Rassegna Stampa - Febbraio 2014

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale - Comune di Manzano
Crisi a Manzano, parte il toto-sindaco post Driutti
Ma la prima cittadina cerca ancora alleanze anche tra la minoranza per resistere Il più gettonato sempre Daniele Macorig, che rimane in posizione attendista
 
Manzano, 1 Febbraio 2014
All'indomani della notizia delle dimissioni del vicesindaco Genova e dell'assessore ai Lavori pubblici Venturini, Manzano si interroga sul futuro del comune. E in molti azzardano già un "totosindaco", nel caso la Driutti non riuscisse a mantenere i numeri sufficienti a governare e a ricompattare la maggioranza, scenario aoggi plausibile. Il più gettonato alla poltrona di Palazzo Torriani, nel caso la situazione in giunta precipitasse, resta Daniele Macorig, che però rimane ancorato sulla sua posizione attendista: consigliere, nominato capogruppo, gli risulta che un sindaco a Manzano vi sia, votato dalla maggior parte dei cittadini. Non c'è quindi motivo di fare previsioni, fermo restando che più volte, nei mesi scorsi, l'ex vicepresidente provinciale aveva negato qualsiasi mira sul posto della Driutti, che era stato suo già due volte. Se gli venisse richiesto, accetterà di ritornare a governare il suo paese? Tant'è, ad oggi il sindaco sta cercando nuovi alleati non tra i "suoi", bensì tra la minoranza. Corteggiatissimo Iacumin, seguito a ruota da Zamò; per ora entrambi restano vaghi sugli esiti di questi incontri ufficiosi con Driutti, non negando l'interesse del primo cittadino verso una coalizione, seppur anomala, che la "salvi" dall'ammutinamento degli assessori dimissionari (3 con Tessaro). Senza contare la preoccupante situazione della Proloco, anch'essa a rischio commissariamento dopo le dimissioni di Evy Riva. In paese c'è chi scommette che Lidia Driutti anche stavolta risorgerà dalle sue ceneri, più baldanzosa di prima; il coordinatore regionale Riccardi ha affermato che il sindaco di Manzano non verrà lasciato solo, e che a breve i forzisti si riuniranno per approntare la ricetta meno indolore in grado di far superare la spaccature della maggioranza. Tutto è quindi ancora possibile. I veri fedelissimi restano comunque i consiglieri di Progetto Manzano, Sara Della Rovere e gli assessori Alessio e Stacco, ieri sera riuniti per fare il punto della situazione. «Condivido quanto asserito da Riccardi – dichiara Stacco - dobbiamo concentrarci per fare le scelte giuste per il bene della comunità e lasciare perdere i personalismi. Ed è per questo che, in accordo con i colleghi di lista, abbiamo continuato a lavorare senza polemiche, rimanendo sempre al nostro posto e lasciando che il sindaco facesse serenamente le sue scelte». Stacco non nega che anche Progetto Manzano «vede una situazione difficile, il clima è pesante anche per noi, però il nostro obiettivo è di lavorare per la comunità in maniera responsabile e ci auguriamo che la gente lo capisca». RosalbaTello
 
 

Zamò: il capo dell’amministrazione se ne vada

Rassegna Stampa - Gennaio 2014

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale - Comune di Manzano
Zamò: il capo dell’amministrazione se ne vada
«E’ l’unica via d’uscita». Iacumin: soltanto dalle elezioni un nuovo gruppo dirigente
 
Manzano, 31 Gennaio 2014
Ora cosa succederà? In paese si sprecano i discorsi di fantapolitica su quello che pare un probabile rimpasto in giunta, con il sindaco Driutti alle prese con defezioni sempre più gravi (persi tre assessori in pochi mesi). Per far quadrare i numeri della maggioranza il sindaco aveva contattato a dicembre prima Mauro Iacumin, portavoce del Pd e della sinistra tra i banchi della minoranza, e nei giorni scorsi altrettanto ha fatto con Lucio Zamò, altro rivale in campagna elettorale, alla disperata ricerca di stampelle che le consentirebbero di tenersi stretta la poltrona di sindaco che si è riconquistata due anni fa. Inciuci che poco piacciono agli elettori, traditi da coalizioni e alleanze che non rispecchiano il voto dato al primo cittadino berlusconiano. «Le due dimissioni sanciscono nei fatti l’apertura della crisi della giunta Driutti – commenta Zamò a nome del gruppo Ascolto, innovazione e lavoro –, poiché vanno a sommarsi a quelle dell’assessore Tessaro, le cui ragioni non sono mai state interamente chiarite. Quando nel 2012 dicemmo che questa maggioranza non può durare fummo bollati come pessimisti, mentre i fatti di oggi dimostrano che siamo stati fin troppo facili profeti. In questi due anni abbiamo puntualmente evidenziato l’incapacità di decidere che ha portato allo sfarinamento politico della giunta, dimostrando anche quale debba essere il ruolo di una minoranza attiva e presente, un’opposizione che raramente Manzano ha avuto. Pur rispettando il dibattito interno alla coalizione di maggioranza, siamo sicuri che la sola via d’uscita dall’attuale fallimento politico, progettuale e amministrativo siano le dimissioni del sindaco. Solo un rapido rinnovo della giunta impedirà che si prolunghi oltre il tollerabile una situazione che nuoce più di quanto si immagini ai cittadini di Manzano, che meritano un’amministrazione migliore». Gli fa eco Iacumin, che non ha parole tenere per Lidia Driutti: «Le dimissioni dalla carica di vicesindaco di Genova e da assessore di Venturini sono rappresentativi dell’evidente cattivo stato di salute che l’amministrazione di Manzano sta attraversando da lungo tempo. Purtroppo a oggi non vedo neanche più la possibilità per nessuno di trovare accordi per proseguire con l’attuale maggioranza, sempre se di maggioranza si tratta. L’unica soluzione che si vede all’orizzonte risulta essere il ritorno alle urne, che possa portare in sella un nuovo gruppo di persone con la voglia di modificare radicalmente lo stato delle cose». (r.t.)


 

«Sforziamoci di risolvere i dissidi interni»

Rassegna Stampa - Gennaio 2014

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale - Comune di Manzano
«Sforziamoci di risolvere i dissidi interni»
L’appello ai “litiganti” di Riccardi (Fi). Il silenzio del sindaco. Macorig: da sei mesi qui un clima surreale
 
Manzano, 31 Gennaio 2014
Abbandonata dai suoi fedelissimi, tra cui l’amico Macorig (ex sindaco e vicepresidente provinciale, ora consigliere comunale di maggioranza), attaccata da una minoranza grintosa e unita, che in nome del nemico comune è riuscita a mettere d’accordo due partiti lontani quali Pd e Lega, supportata solo dai due assessori sopravvissuti all’epidemia di ammutinamenti, Stacco e Alessio, e dalla lista Progetto Manzano. Lidia Driutti è sola contro tutti (o quasi), eppure non molla. Un po’ ammaccata, ma combattiva, sempre alla ricerca della fatidica stampella anche tra i banchi d’opposizione, ora il sindaco dovrà ben calibrare le sue mosse, stabilendo una strategia che salvi capra e cavoli: la sua poltrona e la sua reputazione politica. «Da oltre sei mesi a Manzano si sta vivendo una realtà surreale, oserei dire imbarazzante per gli assessori, e quindi condivido la loro iniziativa – dice Daniele Macorig –. Il sindaco ha anteposto se stessa al bene della comunità cercando nuove alleanze con i gruppi della minoranza senza una motivazione politica. A oggi non esiste un atto che sancisca una crisi amministrativa dell’ente; non si capisce quindi l’atteggiamento avuto dal sindaco in questi mesi». Dopo le dimissioni di Venturini e Genova, la Driutti non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Il Comune rischia di essere commissariato. Per lei parla Massimo Blasoni, vice-coordinatore regionale di Forza Italia: «Ci riserviamo come organo politico, coinvolgendo il capogruppo Riccardo Riccardi, di convocare in rapidità una riunione con gli iscritti di Fi per esprimere una posizione unitaria». «Calma, buon senso e soprattutto intelligenza», raccomanda Riccardi, che invita a mettere da parte i personalismi e a pensare al bene della comunità. «Così si rischia di non farsi capire dai cittadini– sostiene –; alla gente non interessano le beghe politiche, vuole soluzioni ai problemi. Bisogna comprendere i motivi delle dimissioni, ma anche creare le condizioni affinché non si arrivi al commissariamento di un Comune importante come Manzano. Lo sforzo di tutti sarà di cercare una convergenza e risolvere i dissidi interni che, inutile negarlo, ci sono». Per l’ex assessore della giunta Tondo, mandare a votare i Comuni per contrapposizioni, seppur legittime, che la gente però sente lontane, è un errore: «Il sindaco ha la responsabilità di dirigere questo processo, noi la aiuteremo e concentreremo le nostre forze per portare il Comune fuori della crisi, ma è lei la prima a dover comprendere i malumori tenendo conto delle varie personalità. E’ una situazione che si sta trascinando da tempo». (ro.te.)


 

Genova e Venturini lasciano la Driutti

Rassegna Stampa - Gennaio 2014

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale - Comune di Manzano
Genova e Venturini lasciano la Driutti
Dissidi con il sindaco: vice e assessore ai lavori pubblici si dimettono.
Maggioranza da ricompattare o si torna alle urne
 
Manzano, 31 Gennaio 2014
 
La crisi era nell’aria da qualche mese, ma nessuno si aspettava un esito così drastico: non uno, bensì due assessori – quello ai lavori pubblici, Valmore Venturini, eil vicesindaco Rosario Genova – lasciano la giunta Driutti, già orfana dell’esterno Antonio Tessaro.«Entrambi abbiamo presentato le dimissioni da assessori per motivazioni politiche – spiega Venturini –. Stiamo lavorando nella più completa incertezza e non da adesso». Il malessere nella maggioranza è iniziato proprio con la fuoriuscita di Tessaro, ufficialmente per questioni professionali, ma secondo i bene informati causata da insanabili dissidi con il sindaco Lidia Driutti. «Si è poi aggiunta la paralisi dei lavori pubblici – prosegue Venturini –, legata alla vicenda della mancata conferma del geometra Paolo Nardin al vertice dell’ufficio tecnico. Il sindaco non ha mai voluto affrontare la questione, costringendomi a presentare una mozione sul tema. Ed è sconcertante che il documento non sia mai stato messo ai voti». Venturini ripercorre tutti i passaggi che lo hanno portato alle dimissioni, ricordando il segnale drammatico che era stato dato al primo cittadino in consiglio comunale, quando una parte della maggioranza era uscita dall’aula facendo sospendere la seduta. Episodio a seguito del quale «il sindaco non ha convocato neanche un incontro con la maggioranza. Viceversa, apprendiamo dalla stampa e non certo da comunicazioni ufficiali, di diversi incontri con le forze dell’opposizione, incontri peraltro che ci risultano finora del tutto inconcludenti. A Manzano è tutto fermo, serviva una presa di posizione netta e precisa, un segnale forte. E ora il sindaco tragga dalle nostre dimissioni le dovute conseguenze e veda se riesce a ricompattare la maggioranza. Altrimenti è meglio che, dato che siamo in democrazia, si lasci la parola ai cittadini». Genova rincara la dose: «In quest’ultimo periodo mi sono sentito un’intera amministrazione addosso in qualità di vicesindaco, un incarico importante che ho assolto con impegno, dedizione e senso di responsabilità. Ai dipendenti che venivano a rappresentarmi tutte le problematiche, anche quelle non legate ai miei referati, non ho mai esitato a rispondere, dando indicazioni e risolvendo le questioni. Vi è un immobilismo totale e tante questioni non sono affrontate e risolte». Una decisione sofferta, quella di Genova, che ieri salutando i dipendenti si è commosso per le parole di stima e solidarietà che gli hanno rivolto. Ciò che ha maggiormente deluso il vicesindaco è stata «la mancata copertura politica della Driutti sulla strada complanare appena aperta dalla Provincia, in ossequio alle mie giuste esternazioni. Ho manifestato il mio disappunto su situazioni che poi andrebbero a ricadere sul bilancio del Comune. E nonostante la sua posizione in Provincia, il sindaco non ha mai avvalorato quanto da me rilevato». Rosalba Tello
 
 
Dall’emarginazione del capufficio tecnico alle opere rimaste ferme al 2 per cento
Il casus belli fra Driutti e Venturini risale a un anno fa, quando il responsabile comunale dell’area tecnica, urbanistica, lavori pubblici ed edilizia privata, Paolo Nardin (nella foto), fu demansionato a tecnico. E’ l’unica figura tagliata nell’ambito della razionalizzazione decisa dall’amministrazione (oltre a un’impiegata andata in pensione). Decisione dal doppio, negativo risultato: una causa contro il Comune di Manzano e immobilismo nelle opere, ferme al 2% rispetto al programma 2013. Interventi non vincolati dal patto di stabilità che avrebbero potute essere in fase avanzata, come l’impianto sportivo di via Olivo. Una questione che Venturini ha cercato più volte di dirimere parlandone al sindaco, fino a presentare una mozione sul tema, non accettata in consiglio. (r.t.)