sabato 29 novembre 2014

«Fuori dall’Asdi E così Manzano diventa più povera»

Rassegna Stampa - Novembre 2014

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
«Fuori dall’Asdi E così Manzano diventa più povera»
 Accesa discussione in consiglio sulla dismissione delle quote
Macorig interroga: «Quali saranno le prossime mosse?»

Manzano, 29 Novembre 2014
   La questione della dismissione delle quote Asdi approda in consiglio comunale, con inevitabili frizioni tra maggioranza e opposizione che con “Ricostruiamo Manzano” sul trasferimento della sede a San Giovanni al Natisone ha pure presentato un’interrogazione. Una discussione in cui sono state ribadite le posizioni, diverse, già espresse in precedenza dai consiglieri di “Progetto Manzano” molto perplessi sulla scelta giudicata troppo «frettolosa» di dismissione delle quote. Di ennesimo errore parla Stacco dai banchi di Progetto che attacca «stiamo perdendo tutto dalla sede agli investimenti che erano indirizzati al distretto (come la Palmanova Manzano) adesso ci affrettiamo ad abbandonare questa agenzia che ha dimostrato di dare risposte dal punto di vista dei progetti e dei finanziamenti». Posizioni a cui si contrappone la posizione netta del sindaco che con gli altri undici colleghi ha condiviso la decisione di uscire «con la volontà di anticipare la riforma regionale degli enti locali che vede l’uscita di tutti gli enti pubblici dalle Asdi» ha ribadito il sindaco a cui ha fatto eco anche il vice Zamò, assessore alla attività produttive. «Io sono un imprenditore del distretto la crisi l’ho vista in faccia - ha affermato - ma sono anche un amministratore e perciò dico basta a lamentele su quello che si poteva fare e non si è fatto, sulle colpe di questa o di quella giunta, di questa o quella istituzione. Il Comune deve diventare realmente un facilitatore di nuove realtà produttive e di nuove idee. Attivarsi per creare attività di lobby nei confronti delle istituzioni regionali, sovraregionali ed europee. Il Comune deve essere portavoce delle esigenze del sistema imprenditoriale, capace di rivendicare in modo più netto la funzione di leadership del distretto». Molto preoccupata, invece, la posizione dei due gruppi di opposizione che nel trasferimento prima e nella dismissione ora delle quote Asdi vedono una «definitiva perdita di importanza del Comune nelle decisioni economiche del distretto di cui Manzano era, un tempo, punto fondamentale di riferimento». Su questo fronte “Ricostruiamo Manzano” non risparmia attacchi alla maggioranza e il capogruppo Macorig proprio nell’interrogazione chiede quali mosse e azioni vuole intraprendere la giunta visto che «cultura, salute, attività produttive e vitivinicole sono già nelle mani degli altri Comuni». La posizione del primo cittadino non cambia e anche nella seduta di consiglio ribadisce che «anche se il Comune non avrà diritto a partecipare alle assemblee Asdi vuole essere e lo sarà il primo partner al fianco della spa e di tutti gli attori dell’attività industriale dell’ambito. Proprio per agevolarne le attività la scelta di uscire ora con la dismissione delle quote per anticipare la riforma ed essere pronti a partire quando sarà approvata dalla Regione. La scelta può essere vista come rischiosa, ma non è intenzione di nessuno perdere il controllo sulla parte economica del distretto». Silvia Riosa 

giovedì 27 novembre 2014

Il caso Asdi approda in consiglio comunale

Rassegna Stampa - Novembre 2014

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
Il caso Asdi approda in consiglio comunale
 Giovedì il dibattito sulla dismissione delle quote. Si parlerà anche di estinzione dei mutui

Manzano, 25 Novembre 2014
  Sarà un consiglio, quello di giovedì alle 19, con molta carne al fuoco e temi che non faranno mancare le discussioni.
Dismissione quote Asdi In agenda, dopo gli annunci e le polemiche dei giorni scorsi, la dismissione delle quote Asdi del Comune (punto che sarà dibattuto da tutte le 11 amministrazione i cui sindaci all’unanimità hanno deciso l’uscita dalla spa) la cui discussione si annuncia calda. Secondo il sindaco Iacumin, la scelta è un modo, sensato, di anticipare la riforma regionale degli enti locali così da arrivare prima sui tempi, lunghi, della burocrazia. L’opposizione, dall’altro lato, soprattutto con Progetto Manzano punta il dito sulla troppa fretta di una decisione basata su una norma ancora da votare, i cui parametri e linee ancora non sono definiti.Ciò che pesa è la sensazione di un’amministrazione che non avrà più voce in capitolo su scelte e direzioni del comparto economico che fanno riferimento all’Asdi.
Estinzione anticipata mutui Argomento altrettanto caldo, soprattutto per il consigliere di opposizione Genova (Ricostruiamo Manzano), il quale rileva come, pur a fronte di un risparmio per le casse comunali, l’incapacità dell’amministrazione di programmare il bilancio di previsione. Genova sottolinea come il punto dovrebbe essere ritirato dall’odg per investire invece il denaro nella ristrutturazione degli edifici scolastici a indirizzo specifico, visto che da ieri è possibile inoltrare domanda al governo per ottenere prestiti a tasso zero accedendo al fondo dedicato a questi interventi specifici.
Interrogazioni Diverse le interrogazioni da parte del gruppo Ricostruiamo Manzano: i tre consiglieri Macorig, Beltramini e Genova vanno a toccare sia i nuovi orari della biblioteca appena inaugurata, sia – per la voce turismo – la pubblicazione Terra dei Patriarchi, percorsi in bicicletta della provincia di Udine.
Altri punti Non meno importanti durante la seduta saranno trattati anche, tra gli altri, l’assestamento di bilancio 2014 e la approvazione del regolamento per la gestione dei rifiuti. In conclusione, ci saranno le comunicazioni del sindaco. Silvia Riosa 

sabato 22 novembre 2014

Sedia, la fuga dei sindaci Ma è polemica a Manzano

Rassegna Stampa - Novembre 2014

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
Sedia, la fuga dei sindaci
Ma è polemica a Manzano
 Scontro politico per la vendita delle quote Asdi che anticipa la riforma regionale Perplessità delle opposizioni. Se ne parlerà in consiglio comunale il 27 novembre

Manzano, 22 Novembre 2014
  I Comuni escono dall’Asdi mettendo in vendita le proprie quote, ma non tutti fanno i salti di gioia. Già il trasferimento della sede da Manzano a San Giovanni al Natisone, negli uffici del Catas, aveva innescato le polemiche perchè - secondo alcuni - la capitale della sedia è stata privata di uno dei suoi simboli. In questo clima la decisione di liberare l’Asdi da vincoli pubblici non poteva non sollevare perplessità. Il sindaco Iacumin sottolinea come la scelta, condivisa da tutti gli undici sindaci del distretto, anticipi la riforma degli enti locali, ma ad alcuni la decisione sembra fin troppo affrettata. È l’opinione del gruppo di opposizione “Progetto Manzano” che tramite il capogruppo Lorenzo Alessio esprime perplessità per la repentinità della decisione. «Ci dobbiamo fidare della linea intrapresa dal sindaco Iacumin - dice Alessio - che d’accordo con gli altri sindaci ha messo in vendita le quote. Ma la legge verrà approvata solo nel 2015 perciò era necessario attendere e approfondire meglio tutti gli aspetti». Mancano, secondo “Progetto Manzano”, dei parametri di riferimento che con la legge ancora in lavorazione non sono chiari. Quindi la scelta, seppur condivisa da tutti gli altri amministratori, poteva attendere. «Uscire dall’Asdi significa per le amministrazioni rinunciare ad avere voce in capitolo su una fetta importante delle decisioni economiche del distretto. Una scelta che avrà riflessi importanti e sulla quale ora non si può tornare indietro». Per il sindaco Iacumin, al contrario, si tratta di una scelta di responsabilità che vede per una volta le amministrazioni arrivare prima - anticipando gli inevitabili tempi lunghi della burocrazia - facilitando il percorso indicato della Regione ed evitando perdite di tempo quando la legge sarà approvata. Per Iacumin questo ulteriore passo dell’Asdi è in linea con la strategia che vuole trasformare la società in una realtà al servizio delle imprese e non di mera promozione. La posizione dei Comuni cambierà, ma non per questo saranno tagliati fuori sostiene Iacumin. Anzi liberare l’Asdi dai vincoli pubblici permetterà di ampliare i servizi anche a favore della amministrazioni dell’ambito. «Alcuni Comuni hanno già da tempo votato l’uscita quando ancora non si parlava di riforma regionale» ricorda Iacumin. Della questione Asdi se ne parlerà anche nel consiglio comunale di giovedì 27 novembre. Il gruppo “Ricostruiamo Manzano”, in merito proprio al trasferimento della sede operativa a San Giovanni al Natisone, interroga il primo cittadino sulla questione chiedendo anche se ne era al corrente oppure no. Per ora la sede legale rimane nella capitale della Sedia - potrà essere trasferita solo dalla prossima assemblea dei soci a inizio 2015 - e quindi “Ricostruiamo Manzano” si chiede se sia nei piani del primo cittadino sottoscrivere un accordo di programma con il comune di San Giovanni al Natisone per pianificare il futuro percorso di sviluppo economico del territorio distrettuale, soprattutto ora che il Comune non avrà più quote nell’Asdi. Silvia Riosa 


bolzonello
«È la strada giusta, esempio da seguire»
Asdi Sedia sta andando verso la direzione indicata dalla Regione in vista della riforma regionale del sistema industriale. Così l’assessore regionale, Sergio Bolzonello, interviene sul recente incontro con i sindaci e Asdi Sedia, che ha formalizzato l’uscita dei Comuni dalla compagine; operazione che lascia l’agenzia libera di agire, non più vincolata dal pubblico, a favore del Distretto della sedia in forma più snella e leggera. Ci sono realtà come Asdi Sedia, sottolinea l’assessorato alle attività produttive della Regione, che stanno precorrendo i tempi e con ottimi risultati, l’auspicio è che anche altri distretti, possibilmente prima dell’entrata in vigore della legge, seguano questa strada che consentirà all’amministrazione regionale di essere vicina alle azioni che saranno proprie delle Asdi in futuro, in particolare marketing e commercializzazione. Il superamento della concezione distrettuale, e, quindi, territoriale, va a favore di un sistema di filiera sovraterritoriale come tracciato dalla Regione. «L’Asdi Sedia - hanno confermato i sindaci - ha saputo negli anni rinnovarsi garantendo qualità e continuità alle attività offerte alle aziende distrettuali. In tale ottica è stata in grado di sviluppare servizi specifici a favore del comparto, come le certificazioni multisito green, unico caso in Italia di Fsc e Pefc multisito con quasi 80 certificati, o i percorsi di aggregazione, quali la gestione di reti di impresa o di attività per l’internazionalizzazione. Oltre alle aziende del distretto della Sedia, anche il territorio stesso ha indubbiamente tratto benefici dall’attività dell’Asdi «basti pensare a quanti giornalisti nazionali e internazionali hanno promosso le nostre eccellenze».(s.r.) 


venerdì 21 novembre 2014

Sedia, ora nel distretto decideranno solo i privati

Rassegna Stampa - Novembre 2014

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
Sedia, ora nel distretto decideranno solo i privati
 I Comuni vendono le quote in vista della prossima legge regionale Ma così non avranno più alcun peso nelle strategie economiche del settore

Manzano, 21 Novembre 2014
  I Comuni del Distretto metteranno in vendita le proprie quote dell'Asdi Sedia per consentire alla Spa di espandere i propri servizi, eventualmente anche a favore delle amministrazioni comunali, ma libera da vincoli “pubblici”. È quanto è emerso all’ultimo incontro tra i sindaci e l’agenzia, con l’auspicio che tale operazione permetta all’Asdi di soddisfare fin da subito i requisiti che la nuova legge regionale andrà a definire nei prossimi mesi.
Con l’uscita dell’intera parte pubblica verrà così meno la possibilità di essere configurata come grande impresa dalla normativa europea, Asdi Sedia opererà “alleggerita”, pur potendo contare sulla massima disponibilità dei Comuni ai tavoli di confronto e per i progetti condivisi da sviluppare insieme, «in un’ottica di continua collaborazione e partecipazione attiva a favore delle aziende e di tutto il territorio del Distretto della sedia», hanno riferito i sindaci, augurando al cda e a tutto lo staff di «continuare sulla strada già intrapresa di crescita e dinamismo, esprimendo la massima soddisfazione per la nostra partecipazione alla compagine sociale durante questi anni di attività». L’Asdi sta infatti cambiando pelle: da autore di strategie per il solo comparto distrettuale a realizzatore di attività a favore di intere filiere produttive.
Nel nuovo assetto delle Asdi il suo ruolo non sarà più legato alla partecipazione mista pubblico-privata, bensì dalla capacità di essere punto di riferimento delle imprese per l’elaborazione di progetti di filiera, partner delle stesse nella loro attuazione e fornitore di specifici servizi specialistici sul mercato. Un’impostazione di revisione delle Asdi recentemente confermata con la presentazione ufficiale dell’assessore regionale Bolzonello, il 13 novembre scorso all’auditorium della Regione a Udine.
I Comuni hanno deciso di attivarsi fin da subito a favore del comparto e dell'Asdi, che dal 2015 «sarà chiamata ad affrontare nuove sfide ed evolvere ulteriormente per il bene delle aziende del Distretto - hanno affermato i sindaci alla riunione -. È necessario quindi anche per noi Comuni agevolarla nel suo percorso di crescita, seguendo le indicazioni date nel documento “Rilancimpresa”, approvato dalla giunta regionale l’11 luglio, che fungerà da base per la futura riforma normativa delle Asdi, prospettata per gli inizi del 2015. «In tutto questo percorso - sottolineano i sindaci del Distretto -, l’Asdi non ha mai chiesto di ripianare perdite o ricevere contributi dai Comuni a sostegno del proprio funzionamento ed è riuscita con determinazione a sviluppare un sistema in grado di sostenersi e di crescere».
Un cambiamento di “strategia” che segue l'annuncio - anch’esso altrettanto strategico - di cambio di sede, con il trasferimento da Manzano agli uffici del Catas a San Giovanni al Natisone. Una scelta da un lato appoggiata da più fronti - anche per il risparmio economico che ne segue. ma non solo -. ma anche aspramente criticata da chi vede la capitale della sedia privata di un simbolo.
Ora, dopo l’annuncio della vendita delle quote dei Comuni, di certo le reazioni non mancheranno. Silvia Riosa

giovedì 20 novembre 2014

Manzanese, duemila disoccupati La crisi senza fine del Distretto

Rassegna Stampa - Novembre 2014

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
Manzanese, duemila disoccupati
La crisi senza fine del Distretto
 Gli allarmanti dati dell’Osservatorio sul mercato del lavoro in provincia di Udine: si sfiora il 10% Record negativo nella capitale della sedia: a casa 674 persone. Le donne sono le più penalizzate


Manzano, 20 Novembre 2014
  La situazione occupazionale nel Distretto del Manzanese - nello specifico i Comuni di Manzano, Corno di Rosazzo, San Giovanni al Natisone e Premariacco - è molto seria. Lo dicono i numeri forniti dall’Osservatorio sul mercato del lavoro della provincia di Udine: complessivamente, i disoccupati nel Distretto solo oltre duemila, pari al 10% degli abitanti (media nazionale 12,6, Nord Italia 8,4). La base delle elaborazioni condotte dell’Osservatorio è costituita dall’archivio unico regionale dei centri per l’impiego, in cui convergono le comunicazioni obbligatorie dei datori di lavoro, le richieste di inserimento in lista di mobilità e disoccupazione. La disoccupazione è donna. I numeri - aggiornati allo scorso 2 novembre - vedono ancora una volta le donne fortemente penalizzate rispetto agli uomini, con differenze anche importanti, come nel caso di San Giovanni al Natisone, che su 595 disoccupati (circa il 10% degli abitanti) conta oltre 330 donne e poco più di 260 uomini. Non va meglio a Premariacco: qui la differenza è 205 a 131; in questo caso, però, la percentuale generale di disoccupati scende a poco più dell’8%. In generale, il totale nei territorio considerati vede la percentuale di circa il 60% di donne senza lavoro e il 40% di uomini. A questi dati vanno aggiunti poi gli inoccupati (disoccupati che non hanno mai lavorato) e anche qui le donna di nuovo primeggiano con oltre il doppio delle unità. Nei Comuni di Manzano e Corno le differenze di occupazione tra uomini e donne (anche se queste sempre in numero maggiore) non sono così rilevanti e le percentuali di disoccupazione si assesta tra l’8 e il 10%: a Manzano i senza lavoro sono 674, a Corno 283.
Assunzioni e cassazioni. Dal 2009, anno forse più difficile con l’inizio della grave crisi economica, il saldo tra assunzioni e cessazioni è costantemente negativo. Solo nel 2009 la differenza totale tra ingressi e uscite è stata di 650 unità in cui San Giovanni ne perde 261, Manzano 216, Premariacco 129 e, in coda, Corno di Rosazzo con “soli” 43. Anche il 2012 è stato un anno difficile, con 188 posto persi solo nel Comune di Premariacco. Manzano e San Giovanni se la cavano meglio (rispettivamente con meno 65 e 85 posti), ma pagano nel 2013 con numeri di nuovo sopra il centinaio. Per quanto riguarda i contratti di assunzione, invece, per la maggior riguardano cittadini italiani, anche se in particolare nei comuni di San Giovanni e Manzano i cittadini extra Cee nel 2009 rappresentanvao circa un terzo dei lavoratori.
Stranieri (inteso come cittadini non residenti nei paesi della Comunità Europea) che diminuiscono decisamente nel 2013 in cui negli stessi comuni, su oltre 1.540 assunzioni sono solo 332, in maggioranza provenienti da Albania, Cina e Nord Africa.
I settori che registrano le maggiori assunzioni riguardano i servizi, davanti a industria e agricoltura. Contratti. Dal 2011 al 2013 i contratti di assunzione sono scesi da 2.566 a 2.326. Lo scorso anno, sul totale, quasi l’80% era rappresentato da contratti a tempo determinato, con un picco dell’87% a Corno. Che si traduce in una situazione di forte precarietà basata per la maggior parte su contratti atipici.
A tutti questi numeri bisogna inoltre aggiungere tutti i lavoratori coperti da ammortizzatori sociali, che in diversi casi stanno per terminare. Silvia Riosa


Mancano coperture, cassa integrazione in deroga a rischio nel 2015
Ai dati della disoccupazione si aggiunge un’ulteriore spada di Damocle che pende sulla testa dei lavoratori, anche del Distretto, che oggi sono coperti dagli ammortizzatori sociali. Forte preoccupazione nello specifico per il lavoratori in cassa integrazione in deroga è stata espressa dal segretario regionale della Filca Cisl, in quanto a oggi non c’è certezza della copertura per l’intero 2015. Questo significherebbe per operai e dipendenti ritrovarsi senza anche quel poco di sostentamento economico che in questi mesi ha permesso di “sopravvivere”. Nei primi mesi del 2015, inoltre, per molte aziende scadrà il quinquennio di utilizzo degli ammortizzatori sociali, che ripartirà solo ad agosto. Il rischio concreto, se il governo nazionale non interverrà in merito, è che le aziende debbano attendere anche 6 mesi per riaccedere ai fondi. Nelle prossime settimane è previsto un incontro tra Regione e parti sociali per analizzare la situazione e considerare tutte le soluzioni. In tutto questo rimane il problema della ricollocazione di coloro che, perso il lavoro, con una bassa qualificazione professionale e troppo giovani per accedere alla pensione, non riescono rientrare nel mondo del lavoro. Di nuovo le donne sono le più penalizzate. (s.r.)

martedì 18 novembre 2014

«Pro loco, direttivo al più presto»

Rassegna Stampa - Novembre 2014

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
«Pro loco, direttivo al più presto»
 Manzano, l’opposizione chiede che torni ad avere 15 membri. Trovati i candidati

Manzano, 18 Novembre 2014
   Il consiglio della Pro loco deve riavere 15 componenti e ai revisori dei conti deve essere restituito il naturale ruolo di controllo. Questa la proposta lanciata dal gruppo “Ricostruiamo Manzano” al sindaco Iacumin in vista delle nuove elezioni. Nei giorni scorsi, infatti, il presidente uscente della Pro loco Manzano, Evy Riva, ha annunciato la convocazione dell’assemblea entro dicembre per il rinnovo del direttivo e delle cariche, una votazione che è stata già rinviata due volte per mancanza di candidati. La vicenda della Pro loco si trascina da mesi, ma finalmente sembra che si siano trovati i candidati per il direttivo e anche un nuovo presidente. «La situazione di incertezza in seno alla Pro loco - spiega il capogruppo Daniele Macorig - si è riflessa negativamente sulla programmazione di attività consolidate con una riduzione delle stesse. Solo grazie al senso di responsabilità del presidente, pur dimissionario, e di tanti volontari è stato possibile organizzare la Festa della Sedia ottenendo buoni risultati». Per “Ricostruiamo Manzano” la Pro loco svolge un ruolo guida anche nei confronti delle altre realtà associative culturali e ricreative. A questo va aggiunta anche l’importanza che l’ente ha nella comunità, da sempre in piena condivisione e sintonia di progettualità con l’amministrazione comunale, per le cui attività beneficia di cospicui significativi finanziamenti da parte del Comune e di importanti istituti bancari del territorio. «Per questo - sottolinea il gruppo di opposizione - è indispensabile assicurare anche la massima trasparenza e garanzia dei fondi trasferiti»". Alla luce di tutto questo “Ricostruiamo Manzano” lancia la proposta di riportare - come in origine - a 15 il numero dei componenti del direttivo e il ridare al collegio dei revisori dei conti il ruolo di controllo e garanzia. Silvia Riosa 

venerdì 7 novembre 2014

«Ho i soldi per la caserma non il tempo di spenderli»

Rassegna Stampa - Novembre 2014

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
«Ho i soldi per la caserma non il tempo di spenderli»
 Il sindaco rileva il paradosso dello Sblocca Italia che riguarda anche Manzano «Fondi liberati per il 2014, ma l’iter non può essere completato in due mesi»

Manzano, 7 Novembre 2014
   La caserma dei carabinieri è un tormentone. «Le vicende giudiziarie apparse sui giornali relative a una presunta istigazione alla corruzione non intaccano il progetto di realizzazione della sede dell’Arma»: così il sindaco Iacumin che, con l’assessore ai lavori pubblici Citossi, aggiunge alcune precisaazioni sull’iter per la sua costruzione e sul decreto Sblocca Italia, che - notizia di ieri - ha liberato gli spazi finanziari da usare però entro il 2014. Che significa riuscire ad appaltare e spendere tutti i 3 milioni di euro in due mesi. Una tempistica decisamente troppo ristretta visto che la gara da organizzare a livello europeo, nel rispetto della normativa, non potrà concludersi entro quest’anno. «I lavori - precisa Iacumin – per ora sono ancora in fase progettuale esecutiva. Il terreno è già stato acquistato, le fasi di progettazione sono ultimati e negli ultimi mesi si è provveduto a contattare Demanio e Prefettura per completare l’iter burocratico. La vicenda giudiziaria riguarda la presunta corruzione al fine di individuare i nomi della commissione aggiudicatrice della gara d’appalto per realizzare l’opera. Gara che non è ancora stata avviata». «Stona sentire la minoranza, che fino a pochi mesi fa era al governo, chiedere un consiglio d’urgenza per avere spiegazioni su un’opera voluta e seguita da loro. Inoltre, l’opposizione sa benissimo che al momento dei fatti ai quali si riferisce l’inchiesta, la gara di assegnazione dei lavori non era iniziata e non poteva nemmeno essere indetta per la mancata conclusione di tutta la procedura. In questi mesi si sta provvedendo a completare la pratica grazie all’intervento diretto della nuova amministrazione. I manzanesi hanno dimostrato onestà nel tutelare se stessi e l’amministrazione denunciando prontamente il fatto,e per questo non possiamo che ringraziare per la condotta esemplare del professionista che, suo malgrado, è stato coinvolto», sottolinea con forza il primo cittadino. Sul decreto Renzi, infine, l’assessore Citossi rileva che «per ottenere lo sblocco, la giunta già a giugno aveva inviato la richiesta al governo, ma solo ora, a due mesi dalla fine dell’anno, è uscito il decreto che autorizza l’esborso delle somme, che devono essere spese tutte entro il 2014. Una tempistica impossibile da rispettare. Confidiamo, quindi, che la medesima autorizzazione ci venga garantita dal governo nel 2015 in tempo utile per organizzare la gara». Silvia Riosa 


giovedì 6 novembre 2014

La decadenza dell’ultimo simbolo

Rassegna Stampa - Novembre 2014

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
La decadenza dell’ultimo simbolo
 La decadenza dell’ultimo simbolo Manzano, la Grande sedia attende da tempo di essere aggiustata e spostata nella rotonda Calligaris

Manzano, 6 Novembre 2014
   Tra favorevoli e contrari il trasferimento della sede di Asdi sedia a San Giovanni al Natisone ha sollevato non poche polemiche e gli attacchi a vecchi e nuovi amministratori non sono mancati. Per molti Asdi è un simbolo di Manzano e del distretto industriale. Ma quando si pensa alla Capitale della sedia, il primo pensiero va alla gigantesca Marocca che svetta nel largo definito appunto “della Grande sedia”, ben visibile dalla strada regionale 56.
Il simbolo Con le sue 23 tonnellate di peso, realizzata in abete rosso, era stata commissionata negli anni ’90 da Promosedia. Dal ’95 dà il benvenuto a chi arriva dalla 56 ed entra a Manzano. Nel 2013, però, il simbolo era letteralmente crollato (parte dello schienale) a causa di eventi atmosferici e mancata manutenzione, rimosso da parte dei vigili del fuoco che poi avevano delimitato l’area, tuttora transennata. Viene da chiedersi quindi, dopo tanti mesi e idee di ristrutturazione, cosa ne sarà di questo simbolo tanto caro ai manzanesi che ora, dopo il trasferimento di Asdi, pare essere l’ultimo rimasto a ricordo degli anni d’oro della produzione del triangolo industriale.
Gli interventi Il costo per ristrutturare la Sedia si aggira sui 100 mila euro, compreso lo spostamento, annunciato, ma non ancora eseguito, sulla nuova rotonda costruita dalla Provincia sulla 56 all’altezza dell’incrocio Calligaris. Visti i pochi fondi comunali, l’allora sindaco Lidia Driutti aveva annunciato la volontà di una cordata di imprenditori di recuperare o ricostruire l’opera.
Il progetto Dopo il crollo dello schienale, la determinazione era stata quella, grazie agli imprenditori della zona, di ristrutturare e rimodernare quello che indiscutibilmente rappresenta un monumento alla produzione del distretto. La sfida annunciata era di riuscire a progettare una seduta che rappresentasse l’evoluzione dei tempi e le caratteristiche del comparto. La “palla” era quindi passata ad Asdi per il coordinamento dell’iniziativa. Il commissariamento del Comune, i mesi di “stand-by”, le elezioni e il cambio alla guida dell’amministrazione hanno di fatto congelato il progetto, anche se pare che permanga la volontà di riprenderlo e portarlo avanti da parte sia di Asdi che del Comune.
Altra riqualificazione Intanto sono partiti in questi giorni i lavori di asfaltatura della nuova rotonda sulla quale poi dovrebbe – condizionale ormai d’obbigo – essere posizionata la “Cadrega”. Secondo l’indicazione della Provincia, l’asfaltatura sarà ultimata entro l’anno con la posa finale del manto stradale che, quindi, renderà più sicuro tutto il nuovo tratto di carreggiata.
La luce Fermi, per ora, gli ulteriori interventi previsti per l’illuminazione, che interessano anche la complanare che, per i vincoli di spesa, slittano nella programmazione delle opere del 2015. Nessuna nuova, invece, sul cambio di ubicazione della Grande sedia, “congelata” lì dov’è e che per ora pare reggere i tempi di attesa degli accordi amministrativi tra soggetti coinvolti: Comune, Provincia e Asdi. Silvia Riosa

Zamò a Gallosi: è la Camera di commercio a decidere sulla sede Asdi, non il Comune
«L’attacco mosso dalla Gallosi (Ncd) al Comune e a me personalmente è il prodotto della strategia di chi, senza argomenti concreti, pensa che sia necessario ottenere visibilità inventando polemiche»: questa la replica del vicesindaco Lucio Zamò, chiamato in causa sul cambio sede Asdi. «La sede non la decide il Comune, ma la Camera di commercio. Il trasferimento fu discusso già dalla giunta Driutti e da questa non contrastata in alcun modo. Gallosi sembra preoccupata di sapere su quali sedie dovranno sedersi i collaboratori di Asdi, mentre noi riteniamo che quello che conti sia quello che farà per il nostro distretto. Ci sono cittadini di Manzano che lavorano a San Giovanni e viceversa. L’economia non riparte facendo campanilismo, ma con l’impegno di tutti: istituzioni, associazioni, aziende, lavoratori, comunità. Mi auguro che in futuro Gallosi voglia abbandonare i panni del gladiatore e usare la sua indubbia intelligenza con contributi in termini di idee. Saremmo lieti di ascoltarle». (s.r.) 


Nello Sblocca Italia i soldi per la caserma

Rassegna Stampa - Novembre 2014

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
Nello Sblocca Italia i soldi per la caserma
 Dal Governo 2,5 milioni per la sede dell’Arma, finanziamenti anche a Corno, Ovaro e Nimis

Manzano, 6 Novembre 2014
 La caserma dei carabinieri si farà. Il decreto Sblocca Italia infatti svincola dal patto di stabilità alcuni lavori per 108 Comuni e tra questi rientra anche l'intervento di 3 milioni che attende di essere realizzato dal 2009. Lavori per i quali il Comune sta già incassando le rate del finanziamento pluriennale concesso dalla Regione ma che è costretto a tenere i soldi fermi nelle casse comunali per i vincoli di spesa. Ora le maglie del patto di stabilità si allargano e quindi si potrà finalmente dare il via all'opera. Lavori che consentiranno quindi anche una generale riqualificazione di via Zorutti nel centro del capoluogo dove sorge il capannone dismesso già acquistato - 350 mila euro il costo - nel 2012 da riconvertire nella Caserma. Nello specifico il decreto per Manzano sblocca poco più di 2 milioni e 500 mila euro che quindi saranno immediatamente spendibili. La capitale delle sedia è il comune che ottiene lo spazio finanziario maggiore in regione per le opere. Fondi “liberati” anche per il comune di Corno di Rosazzo - in questo caso poco più di 540 mila euro- con i quali si potrà procedere con i lavori di adeguamento dell'ex scuola, la costruzione dei marciapiedi in via 25 aprile e di via Aquileia, diverse asfaltature di strade comunali e infine alcune opere cimiteriali. Nell'elenco dei comuni rientrano anche Ovaro con 50 mila euro per interventi e lavori sulla viabilità pedonale; Nimis che con lo sblocco di poco più di 133 mila euro potrà partire con la ristrutturazione e l'adeguamento delle ex scuole elementari, sulla viabilità comunale e sull'impianto geotermico; Duino Aurisina con 30 mila euro per la messa in sicurezza del villaggio del pescatore mediante la sistemazione delle opere a mare e a difesa; Ed infine San Giorgio della Richinvelda con 60 mila euro per la costruzione dei loculi cimiteriali. Silvia Riosa 


mercoledì 5 novembre 2014

«Sedia, per Manzano nessuna sconfitta»

Rassegna Stampa - Novembre 2014

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
«Sedia, per Manzano nessuna sconfitta»
 Maggioranza e opposizione concordi: il trasloco al Catas è solamente un’opportunità per il Polo del legno-arredo

Manzano, 2 Novembre 2014
  Il trasferimento della sede di Asdi sedia a San Giovanni al Natisone per Manzano non è una sconfitta, ma una nuova opportunità. Questa il punto di partenza unanime delle diverse forze politiche che governano l’ex Capitale della sedia. La notizia dell’unione logistica di Asdi con Catas, che quindi andranno a formare un unico Polo del legno-arredo, ha raccolto un consenso pressoché unanime, anche se con alcune differenze di posizioni e opinioni.
Il sindaco Per il primo cittadino, Mauro Iacumin, il trasferimento non significa togliere qualcosa a Manzano – i nuovi uffici si trovano a soli quattro chilometri rispetto alla sede attuale – e la scelta del cda di Asdi non pregiudicherà in alcun modo gli obiettivi strategici di sviluppo. Al contrario, invece, con questo trasferimento si potranno ridurre i costi di gestione, liberando maggiori risorse da mettere a disposizione delle imprese. Asdi da sempre lavora per l’intero distretto, che non è rappresentato ovviamente soltanto da Manzano. L’unione logistica con Catas, quindi – è la conclusione –, non potrà che accrescerne il potere economico che andrà a beneficio di tutto il distretto industriale del legno.
L’opposizione Anche dalle forze di minoranza l’unione e il trasferimento nel vicino comune è una cosa che ha evidentemente riscontri positivi, ma non mancano i “però”. Per il capogruppo di Ricostruiamo Manzano, Daniele Macorig, è indubbio che lo spostamento rappresenta un indebolimento locale, che però può essere accettato in ottica di rafforzamento dell’ambito distrettuale della sedia. Questa soluzione rappresenta, secondo il capogruppo d’opposizione, una grande opportunità per i comuni di Manzano e di San Giovanni al Natisone per ritrovare e ridare al distretto una posizione di rilievo nei confronti dei distretti del Cividalese e di Trieste. E ancora una occasione di confronto volta a trovare un equilibrio e un potere di negoziazione anche in vista della riforma regionale degli enti locali. Per Lorenzo Alessio, di Progetto Manzano, invece, il trasferimento è un passaggio naturale e una scelta obbligata volta alla necessità di collaborazione tra gli enti. Indubbiamente – precisa però l’altro referente della minoranza manzanese – non si può negare che Manzano così stia perdendo la sua centralità. E' necessario quindi discutere e lavorare per ridare a quella che è stata la Capitale della sedia la sua posizione e il ruolo che negli ultimi anni è andata indubbiamente perdendo.
Il distretto Qualche segnale di risveglio, anche se ancora non si può parlare di ripresa, dalle imprese c’è. L’aumento del traffico pesante sulle strade, soprattutto sulla strada regionale 56, è quello più visibile. Il progetto, poi, di creare uno “showroom” collettivo, che raduni i prodotti delle aziende del distretto, è stato accolto con favore dalla maggior parte delle aziende. I presupposti, quindi, sembrano essere quelli giusti. Silvia Riosa 


Trasloco Asdi, Driutti non ci sta

Rassegna Stampa - Novembre 2014

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
Trasloco Asdi, Driutti non ci sta
 L’ex sindaco di Manzano bacchetta ex alleati e rivali. «E la cittadella del design?»

Manzano, 4 Novembre 2014
   Asdi sedia cambia sede e se in linea generale il consenso è stato pressoché unanime, una voce fuori del coro c’è. E’ quella dell’ex sindaco Lidia Driutti, che da consigliere provinciale rappresenta i comuni del distretto e che poco ha compreso «l’atteggiamento soprattutto dei consiglieri di minoranza in merito al cambio di sede». «Mi sono chiesta se questo atteggiamento quasi rassegnato dell’opposizione nasconda altre motivazioni o interessi». Strano per Driutti che «certi amministratori prima al governo e ora in minoranza fino a poco tempo fa abbiano difeso, giustamente, il ruolo strategico di Asdi a Manzano e ora quasi supinamente accettino altre scelte. Interessante ora conoscere quale sarà il ruolo che il comune avrà nel distretto, considerato che non è nemmeno più rappresentato nel cda di Asdi». Rappresentanza, precisa la consigliera provinciale, che spetterebbe di diritto secondo accordi di avvicendamento che erano stati presi in passato tra Driutti nel ruolo di primo cittadino e gli allora sindaci di Corno di Rosazzo e San Giovanni al Natisone. «Spero che nell’ottica della riforma degli enti locali e della conseguente aggregazione dei comuni, qualcuno difenda il giusto peso di coloro che hanno dato vita al distretto delle sedia e non sia tutto annacquato nell’ottica del mero risparmio». Una stoccata sul trasferimento l’ex sindaco non la risparmia nemmeno all’attuale maggioranza (che con lei sindaco era all’oposizione) «Nei progetti ora portati avanti di Asdi c’è ancora l’idea della cittadella del design, che prevedeva una mostra-mercato di tutti i prodotti del distretto (non solo legno e sedie) e uno spazio dedicato alla sua storia (del Manzanese) e la novità del co-working per i giovani. L’attuale amministrazione, sostenuta dall’opposizione, riuscirà a farsi scippare anche questa opportunità?». (s.r.)