venerdì 30 ottobre 2015

Firme a tempo di record, fusione più vicina

Rassegna Stampa - Ottobre 2015

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
Firme a tempo di record, fusione più vicina
 I comitati promotori hanno consegnato 1.668 sottoscrizioni all’assessore regionale Panontin: appuntamento al referendum

Manzano, 30 ottobre 2015
  Dicono no all’Uti e sì alla fusione, perché vedono in questa nuova realtà aggregativa «la possibilità di rilanciare l’intero Distretto della Sedia». Manzano e San Giovanni al Natisone compiono importanti passi avanti verso l’unione dei due enti. Il comitato promotore del referendum composto dai quattro gruppi di minoranza dei rispettivi comuni ha consegnato ieri a mezzogiorno a Udine 1.668 firme, necessarie per richiedere la consultazione popolare. Un progetto nato mesi fa e che ha preso slancio il 27 luglio di quest’anno con il deposito negli uffici regionali del servizio autonomie locali, alla presenza dell’assessore Paolo Panontin, dei moduli contenenti le oltre 100 firme dei promotori dell’iniziativa, della planimetria del territorio del nuovo Comune, che si dovrebbe chiamare Manzano San Giovanni al Natisone, e della relazione illustrativa a supporto, con i vantaggi che deriveranno dalla fusione. Trascorsi i 30 giorni la Regione, il 28 agosto, ha inviato al comitato i moduli vidimati per la raccolta delle firme. Termine di consegna: il 9 febbraio. Il comitato ha, invece, bruciato i tempi. Sono bastate due assemblee pubbliche nei due capoluoghi per superare le 1.461 sottoscrizioni necessarie. A San Giovanni al Natisone sono state raccolte 851 firme, a Manzano 817. E ora viene il bello. La Regione avrà 60 giorni per il controllo delle firme depositate e quindi altri 5 giorni per inviare la richiesta di parere ai consigli comunali di Manzano e San Giovanni al Natisone. La risposta dovrà essere spedita alla Regione dai rispettivi Comuni entro 50 giorni dal ricevimento. Successivamente il Presidente della giunta regionale trasmetterà gli atti – firme verificate e pareri dei Comuni – al Presidente del consiglio regionale. Toccherà infatti al consiglio regionale deliberare il quesito da sottoporre poi a referendum. Gran parte della partita,però, si giocherà in base all’esito dei pareri dei due consigli comunali. Qualora le due assemblee si esprimessero a favore della fusione – così però non è stato un mese fa – potrebbe bastare nel corso del referendum la maggioranza complessiva dei voti per arrivare al nuovo ente. Viceversa, in caso negativo, la maggioranza dovrà essere raggiunta in entrambi i comuni, complicando così il percorso. Non sarà necessario comunque raggiungere il quorum degli aventi diritto al voto. Già entro la fine del 2016 i cittadini potrebbero, quindi, andare al voto. Numerosi, a detta dei proponenti, i vantaggi economici derivanti dalla fusione del nuovo ente che avrà una popolazione di oltre 12 mila abitanti: fino a 1 milione e 600 mila euro di incentivi a fondo perso dalla Regione in cinque anni, di cui 400.000 già il primo anno; 20% in più di trasferimenti da parte dalla Regione; e 5 anni senza vincolo del patto di stabilità. A questo si aggiunge il taglio dei costi della politica – ci sarà un unico Sindaco, un unico segretario comunale e un unico consiglio – che si aggira attorno ai 150 mila euro.


gli scenari dopo le “nozze”
«Così diminuiranno le tasse e ci saranno maggiori servizi»
UDINE «Il cittadino chiede all’amministratore di diminuire le tasse e aumentare i servizi, mentre chiede al politico che si faccia promotore di un’azione di sviluppo che crei le condizioni per la crescita economica ed il benessere del territorio: questi sono i presupposti che ci hanno guidato al progetto della fusione». Giusto Maurig, capogruppo di “Progetto Comune” di San Giovanni al Natisone non ha dubbi: «Il nostro è un percorso democratico, in quanto la popolazione, attraverso il referendum, può esprimere la propria preferenza, a differenza di altre situazioni come l’Uti che sono frutto di un’imposizione legislativa calata dall’alto». «Siamo soddisfatti per aver raggiunto l’obiettivo in così breve tempo – commenta Daniele Macorig, capogruppo di “Ricostruiamo Manzano” – . C’è stata una folta partecipazione a testimonianza dell’interesse dei cittadini. È un’iniziativa che parte dal basso e che vuole da un lato ridurre i costi, dall’altro rendere più snello ed efficiente l’apparato amministrativo del nuovo comune». «Le Uti – fa eco il collega di lista, Rosario Genova – sono solo un dispendio di costi. Le fusioni rappresentano invece una certezza perché portano contributi nelle casse dei Comuni e una riduzione delle tasse. Mi appello ai cittadini affinché abbiano il coraggio vero di cambiare». Per Cesare Mangoni, capogruppo di “Movimento Libero” di San Giovanni al Natisone «la fusione rappresenta l’unico sistema percorribile in tempi di ristrettezze economiche. Non possiamo aspettarci risorse dallo Stato e dalla Regione, ma solo tagli. È giusto che i soldi tornino sui territori e questo è possibile solo attraverso l’unione che ci slegherà dal patto di stabilità per 5 anni». «Con questo nuovo ente che avrà una popolazione di 12 mila abitanti – dice Lorenzo Alessio – potremo dire la nostra nell’ambito del Cividalese. Questa è la vera riforma amministrativa che vogliamo, non le Uti». «È il momento giusto per effettuare questa scelta – ribadisce il collega di lista Patrick Stacco – visto il cambiamento economico. Ed è l’ora che i cittadini abbandonino i campanilismi». «La fusione è la vera voce dei cittadini e delle cittadine – conclude Cristina Zamparo – a differenza delle Uti che sono pure e semplici imposizioni dall’alto». (da.vi.) 


mercoledì 28 ottobre 2015

Inaugurazione della mostra «La Grande Guerra» - 6 novembre 2015 - ore 18:00

Newsletter - Ottobre 2015

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
Associazione Nazionale Combattenti e Reduci
Eretta in Ente Morale con Regio Decreto 24 giugno 1923, n. 1371
Sezione di Manzano


La S.V. è invitata a partecipare all’inaugurazione
della mostra «La Grande Guerra»


Ore 18:00 del 6 novembre 2015
presso l’Antico Foledor Boschetti della Torre
Via Natisone, n. 34 - Manzano

 

cerimonia del 4 novembre 2015

Newsletter - Ottobre 2015

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale

Associazione Nazionale Combattenti e Reduci
Eretta in Ente Morale con Regio Decreto 24 giugno 1923, n. 1371
Sezione di Manzano


Domenica 8 novembre 2015
si svolgerà la cerimonia del "4 novembre ",
Festa delle Forze Armate e dell'Unità d'Italia
In ricordo dei caduti di tutte le guerre

il programma si svolgerà:
Ore 08:30 raduno rappresentanze d'arma a Manzano - Piazza Chiodi
Ore 9:00 deposizione Corone fraz. San Lorenzo
Ore 9:30 deposizione corona fraz. Manzinello
Ore 10:00 deposizione corone fraz. Oleis
Ore 10:30 deposizione corona fraz. Case
Ore 11:00 Santa Messa c/o Chiesa Santa Maria Assunta di Manzano
Ore 12:00 deposizione Corone a seguire corteo fino all'"Antico Foledor Boschetti della Torre" sede della mostra sulla "Grande Guerra", scortati dai figuranti in divisa della 1^ Guerra Mondiale
Interventi delle autorità
Consegna Diploma Fedeltà ai ex combattenti dell'Associazione Nazionale Combattenti e Reduci - Sezione di Manzano

         Il Sindaco               Il Presidente A.N.C.R.
Ing. Mauro IACUMIN                    Cav. Rosario GENOVA


Consiglio Comunale del 23 ottobre 2015

Rassegna Stampa - Ottobre 2015

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale

Consiglio Comunale del 23 ottobre 2015









Manzano, 28 ottobre 2015
La rassegna stampa rappresenta un importante strumento di ricerca. Permette di valutare la qualità della comunicazione e monitorare gli scenari.
Trovare quotidianamente sul tuo pc articoli che interessano il nostro territorio significa offrirti la possibilità di rimanere aggiornato da casa su quanto accade intorno a te, specialmente negli ambiti legati alla politica e al sociale.
Inoltre potremo usare questo mezzo di comunicazione per tenerci in contatto.
Certo di farti cosa gradita, mi auguro che tu possa condividere il mio pensiero e rimango a tua disposizione per qualsiasi chiarimento o informazione in merito tu necessitassi.
Cordialmente

cav. Rosario Genova
Consigliere Comunale di Manzano
Gruppo Consiliare "Ricostruiamo Manzano"

domenica 25 ottobre 2015

Fusione con San Giovanni, ci sono le firme

Rassegna Stampa - Ottobre 2015

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
Fusione con San Giovanni, ci sono le firme
Raggiunto l’obiettivo, referendum forse già nel 2016. Ancora polemiche in consiglio sull’Uti

Manzano, 25 ottobre 2015
 Obiettivo raggiunto. Il comitato promotore del referendum per la fusione di Manzano e San Giovanni al Natisone ha raccolto le firme necessarie per chiedere la consultazione popolare. In settimana i proponenti terranno una riunione nella quale sarà deciso il giorno della presentazione ufficiale delle sottoscrizioni all’ufficio elettorale regionale. A questo punto l’iter prevede che la Regione ha 70 giorni per verificare i documenti e recepire il parere dei due consigli comunali. Trascorsi due mesi, il consiglio regionale fisserà la data del referendum. Già nel 2016 i residenti di Manzano e San Giovanni potrebbero andare al voto sull’aggregazione dei due Comuni. Nel frattempo, l’altra sera lo statuto dell’Uti del Natisone non ha passato il primo banco di prova al consiglio di Manzano. Determinanti i no della minoranza. Sarà necessaria una seconda convocazione dell’assemblea, domani sera, quando l’Uti dovrebbe passare. Resteranno le polemiche per la nuova realtà istituzionale. A sollevarle sono i gruppi di opposizione. «Se non saranno posti correttivi allo statuto – tuona Daniele Macorig, capogruppo di Ricostruiamo Manzano – il nostro territorio sarà svenduto al Cividalese. Non vorremmo mai che Manzano e il suo sindaco diventassero un Comune e un primo cittadino di periferia». «Le Uti – aggiunge il collega di lista Rosario Genova – portano alla frantumazione del territorio e della sua autonomia. Anziché semplificare si va in una direzione medievale». Tutta in friulano è stata invece la relazione in consiglio di Lorenzo Alessio, capogruppo di Progetto Manzano: «Perché – ha detto – la nostra lingua nello statuto dell’Uti del Natisone è stata messa al pari della minoranza slovena. È inaccettabile. Questa unione territoriale nasce all’insaputa degli amministratori, che la approvano per fare bella figura con la governatrice Serracchiani». A ribattere le accuse il sindaco Mauro Iacumin. «L’Uti è un percorso obbligato e migliorativo rispetto alla fusione. L’area vasta permetterà di affrontare e risolvere problemi a cui difficilmente due Comuni, anche se uniti, possono venire a capo».

sabato 24 ottobre 2015

Fusione con Manzano, raccolte 701 firme per il referendum

Rassegna Stampa - Ottobre 2015

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
Fusione con Manzano, raccolte 701 firme per il referendum

 SAN GIOVANNI AL NATISONE, 22 ottobre 2015
  Il referendum per la fusione tra San Giovanni e Manzano è sempre più vicino. Sono state raggiunte e superate le 701 firme necessarie a San Giovanni per la prosecuzione dell’iter referendario. Entro la fine della settimana i promotori, Cesare Mangoni e Giusto Maurig per San Giovanni, Lorenzo Alessio e Daniele Macorigh per Manzano, si incontreranno per definire le tempistiche relative alla consegna in Regione della documentazione e delle firme. «È nostra intenzione consegnare tutto entro la fine del mese – spiega Mangoni – in modo da consentire alla Regione di avviare quanto prima i controlli e di ripassare il testimone ai consigli comunali». Ci sarebbe stato tempo fino al 9 febbraio per raccogliere le firme necessarie, circa 1400 tra i due comuni, ma i promotori hanno scelto di avviare una campagna informativa con la popolazione che li ha portati a bruciare le tappe. Oltre all’assemblea pubblica organizzata a San Giovanni il primo ottobre, Mangoni e Maurig, assieme ai loro collaboratori, hanno svolto un lavoro capillare informando i cittadini personalmente e spiegando loro motivazioni, iter, costi e benefici della fusione. «Il nostro lavoro proseguirà anche dopo la consegna delle firme – prosegue Mangoni anche a nome di Maurig – è nostra intenzione organizzare degli incontri pubblici in tutte le frazioni sia a San Giovanni che a Manzano, oltre a predisporre del materiale informativo che sarà distribuito casa per casa. Il nostro progetto di fusione parte dal basso e i cittadini che hanno firmato per la promozione del referendum sono consapevoli del progetto». Dopo la consegna delle firme in Regione questa dovrà attuare i controlli del caso rimandando tra circa due mesi, la palla ai consigli comunali per la presa d’atto necessaria. I primi di gennaio quindi, si dovrebbe conoscere la data in cui i cittadini andranno alle urne per mettere la croce sul Sì oppure sul No alla fusione. 


Riapre l’inceneritore, Manzano teme la diossina

Rassegna Stampa - Ottobre 2015

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
Riapre l’inceneritore, Manzano teme la diossina
 La preoccupazione espressa in un’assemblea pubblica. Le rassicurazioni della proprietà, gli impegni del Comune

Manzano, 4 ottobre 2015
  Manca solo una carta: la determina di autorizzazione alla gestione dell’impianto da parte della Provincia. Poi l’inceneritore di Manzano tornerà in funzione, «forse ci vorranno 15 o 20 giorni», è l’auspicio del responsabile tecnico Adriano Lualdi. Ma la popolazione non ci sta. Teme nuovi incendi o, quel che è peggio, lo sforamento delle emissioni di diossina. L’assemblea pubblica al Foledor del Palazzo comunale – una maratona di oltre tre ore alla presenza di un centinaio di persone – si è conclusa così, tra perplessità e preoccupazioni, ma anche la volontà espressa dall’amministrazione comunale, che ha mediato nell’incontro, «di creare – ha detto il sindaco Mauro Iacumin – un gruppo di lavoro fatto da tecnici e il coinvolgimento di Regione e Provincia per monitorare costantemente la situazione». La nuova proprietaria dell’impianto, subentrata alla Nuova Romana Bolzicco, è la Greenstile, formata da tre società di imprenditori locali. L’inceneritore, «piuttosto piccolo come potenzialità», ha ricordato Lualdi, sará un impianto industriale al servizio delle aziende di tutta la regione e, oltre allo smaltimento dei rifiuti per una portata di 20 tonnellate annue, produrrà anche energia elettrica. In cambio l’amministrazione comunale riceverà per compensazione 40 mila euro l’anno. «Utilizzeremo questi fondi – ha annunciato Iacumin – per la salvaguardia e la prevenzione ambientale. La nostra intenzione è quella di fare una valutazione di impatto sanitario su tutto il territorio». Ma la gente, in particolare quella di Manzinello, quella più esposta a polveri e ceneri, ha paura. «Resteremo vigili – hanno affermato i comitati presenti – e chiederemo maggiori documentazioni». Dalla proprietà la promessa di «rendere visibili ogni giorno i dati delle emissioni delle diossine sul sito della societá e su quello del Comune, se ci sarà la possibilitá» e dall’Arpa la volontà di «avviare un monitoraggio dei terreni oltre che dell’aria». «L’impianto – ha concluso Lualdi – è aperto a tutti. Non abbiamo segreti e lo gestiremo nel massimo della trasparenza. Certo, la tranquillità totale non si può avere. Ogni attività ha i suoi piccoli rischi». Rischi che la popolazione di Manzano vorrebbe evitare.

venerdì 16 ottobre 2015

Mario Pezzetta Dobbiamo competere con il sistema del Nord per tornare protagonisti e non essere più additati come assistiti

Rassegna Stampa - Ottobre 2015

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
Mario Pezzetta Dobbiamo competere con il sistema del Nord per tornare protagonisti e non essere più additati come assistiti
 
 L’Anci propone un “Manifesto” per tornare a essere attrattivi
Presa di posizione sulle Uti: errore aver dato ai commissari poteri straordinari
 
 
Manzano, 15 ottobre 2015
 Divisi sulle Uti, i sindaci si preparano a far fronte comune in difesa della Specialità regionale che la crisi, la fuga dei giovani cervelli, la desertificazione di imprese, banche e multi-utility ipotecano a sentire gli amministratori locali almeno al pari dell’ostilità covata dalle Regioni ordinarie. I Comuni, roccaforte dell’autonomia del Fvg, sono pronti a fare muro. Giocando all’attacco e non in retroguardia. Con un “Manifesto” destinato al governo regionale cui dar forma in sede di un tavolo aperto a tutti gli amministratori locali della regione. A proporlo è stato ieri il leader di Anci Fvg, Mario Pezzetta, tirando le fila dell’assemblea straordinaria dei sindaci ospitata a Pasian di Prato. «Propongo d’istituire un tavolo Anci con amministratori e primi cittadini in rappresentanza di tutti i territori e le appartenenze politiche – ha detto Pezzetta – per fare sintesi sul futuro della Specialità. Dobbiamo metterci nella condizione di competere con il sistema del Nord, tornare ad essere attrattivi per le attività economiche, riuscire a trattenere i giovani sui nostri territori. Per tornare protagonisti e non essere più additati come assistiti». Se in materia di Specialità i 70 sindaci presenti si sono dimostrati disponibili a discutere, d’altro canto in molti hanno però lasciato Pasian di Prato con l’amaro in bocca. Scontenti per la posizione di “neutralità” mantenuta ieri da Anci nonostante le tante critiche sollevate rispetto alla legge 26. Bocciature vere e proprie in qualche caso. Al limite della belligeranza. Rispetto alla posizione moderata di Pezzetta, che pur non risparmiando le critiche alla riforma – «considero – ha detto – un errore aver dato ai commissari dei poteri straordinari» -, ha invitato i presenti a verificare bontà e limiti della norma sul campo, molti sindaci sono tornati all’attacco della legge. Ritenuta lesiva dell’autonomia di giunte e consigli comunali, nonché inattuabile nei tempi previsti dalla giunta regionale. Il sindaco di Spilimbergo, Renzo Francesconi, è arrivato sventolando un documento tecnico, «che dimostra come sia materialmente impossibile rispettare il crono-programma». Leggi: entro la fine di novembre i Comuni non riusciranno ad approvare il primo bilancio delle Uti che a ruota difficilmente potranno iniziare a operare dal primo di gennaio. «Le Unioni? Sono - per il padrone di casa, il sindaco di Pasian di Prato Andrea Pozzo - un modello alternativo alla democrazia. Nessuno di noi si è presentato con un programma che parlasse delle Uti. E nessuno potrà giudicarle perché non si votano». Uno dei prezzi maggiori che i Comuni temono di pagare alla riforma è la frantumazione della base. La difficoltà che già si percepisce nei rapporti tra municipi. «Sarà devastante per le autonomie», ha detto dal canto suo Paolo Urbani, il sindaco di Gemona, pronto a «fare resistenza fino alla fine per arrivare a celebrare, l’anno delle elezioni, la liberazione». «Qui c’è un livello di contenzioso tra Regione e enti locali che non si è mai visto», ha confermato Roberto Ceraolo, primo cittadino di Sacile, auspicando che «nell’interesse dei territori ci si rimetta al tavolo e si tenti di riavviare un dialogo». Anche nell’interesse della Specialità, «che va meglio interpretata e salvata con l’unità». Se il sindaco di Corno di Rosazzo, Daniele Moschioni - pronto a uscire dall’Anci - ha chiesto all’associazione di proporre l’abrogazione della legge, il collega di Talmassons, Mauro Zanin, ha sfidato la giunta Serracchiani a rimettere le mani in pasta e dar corpo a un progetto di riforma istituzionale «che riformi chiaramente, sulla base di una visione complessiva, strategica, sia la Regione che gli enti locali nell’ambito di uno stesso impianto normativo». Tra le tante critiche e denunce anche l’amarezza del sindaco di Pagnacco, Luca Mazzaro: «Stasera (ieri, ndr) andrò in consiglio a bocciare lo statuto Uti già sapendo che quella delibera non avrà alcun valore. È la sconfitta della democrazia». Non sono mancate viceversa le voci levate in favore del processo riformatore. Da Sagrado e San Canzian d’Isonzo, governati da quote rosa che si sono spese in favore della rivoluzione. Al pari del sindaco di Palmanova, Francesco Martines, che ha spronato i presenti ad aprire gli occhi. Specie sul futuro della Specialità. «Bisogna compiere come ha fatto il Trentino scelte che rendono speciali», ha detto riferendosi a banche locali e multi-utility. «Qui tutto va ripensato. Altrimenti a fallire saremo stati noi».
 
 

sabato 3 ottobre 2015

Genova: rette scolastiche a +40%

Rassegna Stampa - Ottobre 2015


cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
Genova: rette scolastiche a +40%

Manzano, 3 ottobre 2015
  «Le rette delle scuole a partire dal prossimo anno scolastico aumenteranno di circa il 40% rispetto a oggi». A lanciare l’allarme è Rosario Genova, consigliere comunale del gruppo “Ricostruiamo Manzano”. Sarebbe questo - secondo l’esponente di opposizione - l’effetto del nuovo bando per la gestione della mensa in scadenza a luglio 2016, «gara alla quale - sottolinea - non potrà partecipare l’Associazione genitori utenti organizzazioni scolastiche, per la mancanza dei requisiti». «Da 20 anni - ricorda Genova - l’Associazione è stata l’unica a gestire il servizio con l’acquisto delle derrate alimentari delle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, sgravando dall’impegno e dalla gestione le amministrazioni, e, anzi, facendo incassare al Comune circa 100 mila euro grazie agli incentivi regionali e provinciali sull’utilizzo dei prodotti biologici, tipici e a denominazione protetta. Di fatto, con questo bando, l’associazione viene scaricata dall’attuale amministrazione Iacumin - tuona Genova - Si va così a perdere un’importante risorsa sociale, in grado non solo di mantenere basse le rette dell’asilo, ma anche di organizzare convegni». (d.v.) 


«Con la fusione meno spese e maggiori servizi»

Rassegna Stampa - Ottobre 2015


cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
«Con la fusione meno spese e maggiori servizi»
 San Giovanni: affollata assemblea del fronte del sì. L’esperienza di Anzil, sindaco di Rivignano-Teor

SAN GIOVANNI AL NATISONE, 3ottobre 2015
  Procede la raccolta delle firme necessarie per indire il referendum relativo alla fusione tra i Comuni di San Giovanni e Manzano. Giovedì sera l’auditorium delle scuole ha ospitato un’assemblea molto partecipata, organizzata dai promotori dell’iniziativa per spiegare ai cittadini le motivazioni che spingono verso la fusione. Relatori dell’incontro proprio i quattro promotori, ovvero Cesare Mangoni e Giusto Maurig per San Giovanni, Daniele Macorig e Lorenzo Alessio per Manzano, i quali hanno ospitato Mario Anzil, sindaco di Rivignano-Teor, che ha portato la sua esperienza. Fra il pubblico moltissimi cittadini interessati all’argomento. Un momento “per capirne di più” prendendo le informazioni di prima mano e utile per porre quesiti diretti. «Dobbiamo farci forza. Questa iniziativa è avvallata da effettivi risparmi, mentre il project planning delle Uti non c’è» ha esordito Maurig, lanciando poi l’invito a partecipare con forza e in gran numero a questo referendum. «Si tratta di creare un nuovo Comune che offrirà servizi migliori ai cittadini e potrà pianificare lo sviluppo del territorio su base più ampia. Nessuno abbatterà i campanili: le identità dei singoli paesi rimarranno tali, non solo degli attuali capoluoghi, ma anche delle frazioni» ha assicurato Mangoni. Anzil, dal canto suo, ha raccontato la propria esperienza: «Unendo le risorse. abbiamo meno spese e maggiori servizi. Il problema è la classe politica attuale, che appare inadeguata e non conosce nemmeno i confini storici e naturali della nostra regione. Le riforme non devono essere calate dell’alto - attacca sulla creazione delle Uti - . Il Comune è l’ente di prossimità, più della metà dei servizi viene erogata dal Comune, a fronte del solo 8% della spesa pubblica. Siate artefici e protagonisti del vostro destino». Per l’indizione del referendum, entro i primi giorni di febbraio, dovranno essere depositate in Regione le firme relative al 15% degli aventi diritto al voto. «Precisiamo che la firma - hanno ricordato i relatori - non è un voto a favore, ma dà soltanto la possibilità a tutti i cittadini di esprimersi a favore o contro la fusione attraverso il referendum». Le firme con cui si chiede la consultazione popolare possono essere depositate nell’ufficio anagrafe di residenza oppure raccolte dai consiglieri comunali proponenti. Il prossimo appuntamento è previsto per giovedì 8 ottobre a Manzano.