sabato 28 febbraio 2015

Sportello per i fondi europei a enti e imprese

Rassegna Stampa - Febbraio 2015

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
Sportello per i fondi europei a enti e imprese
 Nella sede di Asdi sedia e Catas gestito con Friuli innovazione. I piani del sindaco Iacumin 

Manzano, 27 Febbraio 2015
  Esperti e addetti ai lavori da tempo guardano all’Europa come punto focale per la ripresa dell’economia italiana attraverso le molte opportunità di finanziamento, per gli enti pubblici e per le aziende private, che in molte occasioni non sono colte con i contributi che non vengono assegnati oppure assegnati e non spesi.
Le imprese
Per venire in contro alle aziende del distretto ed evitrare che queste occasioni siano perse, è stato attivato lo sportello “Apre” di Udine, la filiale locale dell’associazione nazionale no-profit dell’Agenzia per la promozione della ricerca europea.
Il servizio
Il desk al servizio delle imprese è gestito da Friuli innovazione con Asdi sedia e Catas, dove ha fisicamente sede lo sportello. «Forniamo gratis una consulenza di primo livello sui programmi europei per la ricerca – spiega Tommaso Bernardini, responsabile di Apre Fvg a Udine –. Uno sportello mensile nella sede di Asdi sedia durante il quale le aziende del distretto, previo appuntamento, possono discutere con gli esperti di Apre le opportunità di finanziamento più idonee alle proprie necessità.Una sinergia che non si fermerà qui: un ulteriore passaggio sarà quello di insistere sulla necessità delle aziende del distretto di usare in maniera più convinta le prove effettuate al Catas per le certificazioni».
Europa al centro del Friuli
Di opportunità da cogliere nell’Ue si è parlato anche al convegno all’Abbazia di Rosazzo, voluto dal Comune e sostenuto da Provincia e Regione. Diverse le personalità del mondo dell’economia che hanno fatto il punto della situazione e del cammino delle riforme che dal credito alle Popolari passando inevitabilmente per il mondo del lavoro e la burocrazia possono incidere sull’economia del nostro Paese. «I dati positivi dell’export – ha rilevato il vicepresidente della Regione, Sergio Bolzonello – non debbono indurre in errore gli imprenditori, che devono puntare a consolidare i risultati». Per Bolzonello vanno colti gli effetti positivi indotti dal clima delle riforme in atto nel nostro Paese e che anche la Regione ha saputo avviare e concretizzare (per salute, autonomie locale e sviluppo industriale con Rilancimpresa).
Il Comune
Già nel programma elettorale – e idea ribadita anche dopo le elezioni –, è ferma nell’amministrazione guidata dal sindaco Mauro Iacumin la volontà di investire nel prossimo futuro energie e tempo nella ricerca di bandi europei, anche in sinergia con altri Comuni con i quali si sta discutendo per investire sul territorio a favore del rilancio economico. 
Silvia Riosa

domenica 22 febbraio 2015

Combattenti e reduci, Genova alla presidenza

Rassegna Stampa - Febbraio 2015

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
manzano
Combattenti e reduci, Genova alla presidenza

Manzano, 22 Febbraio 2015
   Rinnovato il consiglio della sezione comunale dell’Associazione nazionale combattenti e reduci che, dopo la scomparsa del presidente Giuseppe Lizzi, già sindaco di Manzano, avvenuta l’anno scorso all’età di 89 anni, ieri mattina ha rinnovato il consiglio direttivo. Nuovo presidente è stato eletto l’ex vicesindaco Rosario Genova, al quale sono stati affiancati i vice Valerio Beltrame e Bruno Coccolo, il segreteraio Marco Musolig e i consiglieri Paolo Grogorutti e Alfredo Ciani.
Rinnovate anche le cariche dei revisori dei conti, con il presidente Valter Peruzzi che sarà coadiuvato da Aurelio Budai e Mario Beltrame; alfiere Lodovico Paravano.
L’opera della sezione è volta «all’assunzione e allo sviluppo di valori morali, all’arricchimento culturale sulla base della pratica del rispetto per se stessi e per gli altri». «Con questo sentimento – afferma Genova – ho assunto la carica di presidente dell’associazione nella viva speranza di rappresentare al meglio questo ente morale».
Durante il discorso introduttivo, il nuovo presidente ha voluto riservare un ricordo particolare all’ex presidente Lizzi, ricordato da tutti, tra le altre cose, anche per il suo grande impegno a favore dell’associazione.
Silvia Riosa 

giovedì 19 febbraio 2015

L’Anci boccia la riforma del Comitato autonomie

Rassegna Stampa - Febbraio 2015

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
si annulla la rappresentativita’
L’Anci boccia la riforma del Comitato autonomie

Udine, 19 Febbraio 2015
  Stavolta è Anci ad assestare un nuovo, duro colpo all’architettura della riforma degli enti locali bocciando il disegno di legge che disciplina il Consiglio delle autonomie. Il pollice verso è arrivato ieri pomeriggio, al termine di un partecipato esecutivo che si è espresso all’unanimità sul Ddl, accusato di annullare la rappresentatività e l’autonomia dei Comuni fino a minare la Specialità regionale. Il nuovo Cal, stando al disegno di legge, dovrebbe infatti essere composto esclusivamente dai presidenti delle 17 Uti negando dunque la rappresentatività ai Comuni più piccoli che difficilmente, almeno in fase di avvio, potranno vantare un proprio sindaco alla guida delle costruende unioni.
La rappresentanza sarà dunque sbilanciata a favore dei Comuni più “spallati”, mentre tutti gli altri saranno di fatto esclusi. Per Anci, la riforma del Cal dev’essere vista come un’occasione per cambiare veste all’organismo consultivo, bollato da Mario Pezzetta, leader dell’associazione in Friuli Venezia Giulia, come un mero “parerificio”. «Non è sufficiente – ha detto ieri il presidente di Anci – che il Cal si confronti con la giunta regionale, vogliamo gli siano “aperte” anche le porte del consiglio, gli sia garantita una posizione di autonomia, riconosciuto un ruolo pro-attivo nella costruzione dei processi legislativi».
Per il Cal del futuro, Anci rivendica dunque maggiori contenuti. Poi entra nel merito della sua composizione. «Nel disegno di legge – denuncia - i Comuni scompaiono.
La rappresentanza dei territori viene completamente delegata ai presidenti delle Uti, enti che hanno esclusivamente una funzione amministrativa». Così, secondo Anci viene meno l’interlocuzione politica con la Regione che invece «deve restare in capo ai Comuni, poiché sono la migliore espressione delle specificità dei singoli territori – prosegue l’esecutivo -, garanzia della sopravvivenza della stessa Specialità regionale».
A margine della seduta di ieri, Pezzetta ha annunciato che nei giorni a venire sarà elaborato un documento ufficiale indirizzato alla giunta Serracchiani per sintetizzare la decisa posizione presa dell’esecutivo rispetto alla proposta di riforma. Posizione come detto unanime, confortata dai tanti interventi dei sindaci di Spilimbergo, Palmanova, Monfalcone e San Daniele tra gli altri, e inasprita da qualche dichiarazione provocatoria. Paolo Urbani (Gemona) ha denunciato «i tanti problemi ben più urgenti del Cal, vissuti quotidianamente dai Comuni» per poi spingersi a chiedere la cancellazione del Consiglio delle autonomie, visto solo come un «doppione di Anci». «Considerato il bisogno che abbiamo di snellire procedure ed efficientare il sistema, tanto varrebbe – ha detto il primo cittadino di Gemona -, delegare totalmente ad Anci i rapporti tra autonomie locali e Regione, magari istituendo delle commissioni ad hoc cui affidare temi specifici». Pier Mauro Zanin, sindaco di Talmassons e leader dei primi cittadini che si preparano a impugnare la riforma delle autonomie, è tornato a criticare la legge 26. «Chi fa queste norme, penso alla presidente Serracchiani e ai burocrati triestini, ama e conosce poco il Friuli – ha detto -. La Regione dovrebbe prendere esempio dal Governo, che su pressing dei piccoli Comuni ha rinviato di un anno l’entrata in vigore della legge di riforma Delrio». Maura Delle Case 

sabato 14 febbraio 2015

Cento amministratori ricorrono al Tar contro la riforma

Rassegna Stampa - Febbraio 2015

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
Cento amministratori ricorrono al Tar contro la riforma
 La decisione è stata assunta ieri al vertice dei “dissidenti” Contestati i confini delle Uti. Fi studia un referendum

Udine, 14 Febbraio 2015
  La pistola è posata sul tavolo. Carica. I sindaci riuniti ieri a Udine hanno deciso di impugnare la delibera di perimetrazione delle unioni territoriali intercomunali. La via che porta alle aule di tribunale pare al momento l’unica in grado di fermare l’iter della norma, che a sentire i primi cittadini minaccia l’autonomia e la rappresentanza degli enti locali della regione. Solo un segnale da parte della giunta Serracchiani potrà fermare la macchina messa in moto ieri. Un segnale di disponibilità a rimaneggiare la riforma sugli enti locali che i sindaci ritengono, confortati da un gruppo di legali, incostituzionale. La richiesta è perentoria. In assenza di risposte positive, l’attacco sarà sferrato. Venuti anche da goriziano e destra Tagliamento, gli oltre 100 amministratori riuniti ieri a palazzo Belgrado a Udine, in rappresentanza di un’ottantina di Comuni della regione, sono pronti a dar battaglia. L’orizzonte è quello del Tar, davanti al quale sarà impugnata la delibera di perimetrazione delle Uti e posta la questione d’incostituzionalità della norma. Non solo. Contro la legge 26 si sta muovendo anche il centrodestra in consiglio regionale. In particolare Fi che ha allo studio – lo ha annunciato ieri sera il capogruppo Riccardo Riccardi - la sostenibilità giuridica di un referendum abrogativo. «Misure che saranno adottate solo in extremis, perché – ieri lo ha chiarito Riccardi e con lui diversi amministratori - non siamo ostili al cambiamento, bensì agli effetti di questa norma». Una legge, è stato detto in coro, che azzera la rappresentanza, esautora i consigli comunali, svuota i municipi, che si pone in contrasto – stando alla relazione dell’avvocato Teresa Billiani del foro di Trieste - con alcuni articoli della Carta costituzionale così come dello Statuto di autonomia. «Prepariamoci alla guerriglia istituzionale», ha incalzato la platea il sindaco di Fogliano Redipuglia, autore del primo atto contro l’invisa legge 26. «Inventiamo insieme qualsiasi trucco o meccanismo di ostruzionismo», gli ha fatto uno dei tanti amministratori presenti. «Non diciamo no alla legge Del Rio, diciamo no alla legge Panontin. Fate ostruzionismo – ha incalzato la folta platea l’avvocato Enrico Bulfone -. Non approvate gli statuti». Al via oggi la strada per il Tar. «Istituiremo subito un piccolo gruppo di lavoro assieme agli avvocati per istruire il ricorso. Non c’è tempo da perdere», ha annunciato il sindaco di Talmassons, Pier Mauro Zanin, regista della chiamata alle armi assieme a Pierluigi Molinaro (Forgaria) e a Renato Carlantoni (Tarvisio). «Non siamo attaccati alle poltrone – ha aggiunto -, non allo status quo. Siamo per il cambiamento, per i risparmi, per l’efficienza dei servizi, obiettivi che però la legge non c’entra». Da parte sua l’assessore Paolo Panontin ha annunciato che metterà online sul sito della Regione un testo esplicativo della riforma. Maura Delle Case 


Manzano-San Giovanni uniti per fare acquisti a basso costo

Rassegna Stampa - Febbraio 2015

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
Manzano-San Giovanni uniti per fare acquisti a basso costo
 Le due amministrazioni anticipano l’entrata in vigore delle legge regionale Dalla carta ai mezzi per la manutenzione, si punta al contenimento della spesa

Manzano, 13 Febbraio 2015
  Unione? Fusione? No: una convenzione per l’acquisto associato di forniture, beni e servizi è la scelta fatta dai Comuni di Manzano e San Giovanni al Natisone. Questo, infatti, lo scopo dell’accordo che ha spinto i sindaci Mauro Iacumin e Valter Braida, con le rispettive giunte, ad anticipare le indicazioni di legge e quindi a essere già pronti all’entrata in vigore della normativa. Dal primo luglio 2015 scatterà l’obbligo di utilizzo della centrale unica di committenza per le acquisizioni. Si tratta di una forma di accentramento della gestione delle gare a evidenza pubblica, introdotta dal legislatore per razionalizzare la spesa pubblica. L’obiettivo della norma è quella di eliminare i costi inutili connessi alla frammentazione tra i piccoli Comuni della fase procedurale di acquisizione di lavori, servizi e forniture. Per ogni acquisto sino a oggi, infatti, era necessario che i singoli uffici di ogni Comune, anche per la fornitura più banale, dovessero indire una gara tra fornitori inseriti in un elenco nazionale in numero variabile in base all’ammontare dell’importo della spesa. Con la convenzione, quindi, si eviteranno di dover aprire gare per forniture simili, come per esempio l’acquisto della carta, sino a cose più importanti come anche mezzi per la manutenzione. Nell’attesa che nascano dunque le Unioni dei Comuni, dal 2016, il sindaco Iacumin ha quindi pensato di anticipare i tempi e proporre al collega di San Giovanni una convenzione per fare centrale unica tra i due Comuni, in modo che sia semplice e di facile gestione, così da essere già pronti nel momento in cui la norma entrerà in vigore. Per ora si tratta di un accordo informale che verrà ufficializzato a fine giugno con delibera giuntale, che però ha trovato subito le due giunte d’accordo sull’indirizzo da prendere anche in vista della riforma degli enti locali che, volenti o nolenti, guarda proprio in questa direzione. Già da tempo le due nuove amministrazioni entrate in carica con le elezioni comunali dello scorso maggio hanno scelto la strada della condivisione e del lavoro in sinergia su un territorio omogeneo che ha necessità e obiettivi affini. La convenzione è solo il primo passo concreto verso quell’unione che la riforma Panontin vuol cercare di rendere operativa già dal prossimo anno, con aggregazioni con cui la Regione intende ridisegnare la geografia amministrativa a livello di autonomie. Silvia Riosa

Sindaci in rivolta «Unioni da rifare»

Rassegna Stampa - Febbraio 2015

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
Sindaci in rivolta «Unioni da rifare»
 Al summit dei dissidenti hanno aderito 70 amministrazioni Verrà proposto alla Regione di adottare il modello veneto

Udine, 12 Febbraio 2015
  Si fa di ora in ora più consistente il fronte degli amministratori locali che guardano con sospetto, se non con aperta ostilità, alla legge di riforma degli enti locali. Malesseri covati da tempo, che l’approvazione da parte della giunta Serracchiani del piano di perimetrazione delle nuove Unioni territoriali intercomunali ha avuto l’effetto di far esplodere, spingendo gli amministratori a dar battaglia. Si ritroveranno “al fronte” domani, nella sede della Provincia di Udine (dalle 17.30), dove tre di loro – Renato Carlantoni (Tarvisio), Piermauro Zanin (Talmassons) e Pierluigi Molinaro (Forgaria) – li hanno chiamati a raccolta. A rispondere sono stati, fino a ieri sera, ben 90 tra sindaci, assessori e consiglieri, in rappresentanza di circa 70 Comuni. «Ma continuiamo a ricevere telefonate ed email di conferma», ha detto nel pomeriggio Carlantoni, tastando con soddisfazione la positiva risposta di tanti colleghi. Di centrodestra e centrosinistra. Delle province di Udine, Pordenone e Gorizia. «Segno – ha aggiunto – di un pesante malcontento che va al di là degli schieramenti e dei confini territoriali». Due i punti all’ordine del giorno di domani: da un lato l’analisi della legge – complice la presenza di un pool di legali – per valutarne gli eventuali profili d’incostituzionalità, dall’altro l’illustrazione di un modello alternativo di riforma, adottato dal Veneto, che Carlantoni&co vorrebbero venisse preso a modello per attuare «i giusti correttivi ad una legge carente sotto diversi aspetti». Alle tante critiche mosse sulla dimensione delle Uti, Carlantoni ne aggiunge una relativo alla sostenibilità. «Manca – afferma - tutta la parte finanziaria e di analisi dei costi-benefici, che non può essere rimandata a una norma successiva a quella di riassetto istituzionale. Non solo. La legge 26 stabilisce che se alla scadenza del primo triennio della costituzione non sia comprovato da parte dell’Unione e dei Comuni ad essa aderenti, il conseguimento di significativi risparmi di spesa e di livelli di efficacia e di efficienza nella gestione, la Regione può disporre penalizzazioni di natura finanziaria. Ciò – conclude - a riprova dell’incertezza sugli effettivi risparmi che si potranno realizzare con la riforma». Alle perplessità che riguardano l’impianto normativo, se ne aggiungono tante relative alla proposta di perimetrazione delle 17 Uti che sta sollevando un vero e proprio polverone. Richieste di aggiustamento arrivano da ogni angolo della regione. Accanto a territori che hanno accolto favorevolmente la proposta di Unione, ve ne sono molti dove si chiede lo spostamento ad altra Uti. Richieste, alcune di facile soluzione, altre meno. Vedi il caso Osoppo: l’inserimento del paese nell’unione Collinare anziché in quella del Friuli orientale ha spinto per protesta 15 tesserati Pd – l’intero circolo del paese – a rassegnare le dimissioni dal partito. In settimana riceveranno la visita della segretaria Fvg del Pd, Antonella Grim, ma la loro posizione resta granitica. «A meno non si trovi una soluzione – afferma Viviana Londero, segretaria dimissionaria del Circolo – non faremo dietrofront. La questione per noi è fondamentale e non ha senso fare politica se non per tutelare il nostro territorio. Lo ripeto: vogliamo che Osoppo non si stacchi dal Gemonese e la via d’uscita potrebbe essere quella del sindaco Urbani, vale a dire unire le Uti di collinare e gemonese, garantendo l’autonomia della prima con l’istituzione di un sub-ambito». Maura Delle Case

venerdì 6 febbraio 2015

Beltramini: controlli sulla raccolta e multe agli incivili dei rifiuti

Rassegna Stampa - Febbraio 2015

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
Beltramini: controlli sulla raccolta e multe agli incivili dei rifiuti
Manzano, 6 Febbraio 2015
Basta con l’inciviltà ecologica e con il turismo dei rifiuti, il Comune potenzia il monitoraggio e sollecita gli utenti a comportarsi correttamente anche per evitare pesanti sanzioni.«È necessario e improrogabile che una parte dei cittadini si dia una regolata»: nelle parole dell’assessore all'Ambiente ci sono rammarico e delusione nel verificare la scarsa qualità della raccolta differenziata dei rifiuti. «Siamo intervenuti in modo preciso e puntuale per monitorare e sanzionare le situazioni di illecito smaltimento, consapevoli che talvolta i cassonetti nel nostro Comune si trovano a fare da valvola di sfogo ai problemi del sistema di raccolta porta a porta adottato dai Comuni limitrofi, erogando un elevato numero di sanzioni per tutelare gli interessi della comunità e dell’ambiente. Dopo aver messo sotto osservazione i cassonetti periferici e isolati, più soggetti all’assalto indiscriminato da parte di persone con pochi scrupoli ecologici, abbiamo attivato un monitoraggio per controllare la qualità dei conferimenti nelle zone centrali e residenziali del paese, sicuramente meno interessate dal problema del cosiddetto “turismo dei rifiuti”. Purtroppo è emersa una realtà sconfortante, che ha richiesto una immediata presa d’atto e la necessità di un intervento didattico e sanzionatorio al quale non intendiamo sottrarci». Beltramini entra nel dettaglio: «Rifiuti di ogni genere conferiti indistintamente nei cassonetti, senza rispetto per operatori e costi collettivi che tali comportamenti determinano, rifiuti indifferenziati nel contenitore dell’umido, sacchetti multi-schifezza nel cassonetto della plastica. A volte il mezzo della Net non ha potuto svuotare i cassonetti perchè qualcuno ci aveva scaricato una tale quantità di piastrelle e inerti da mettere a rischio gli impianti di smaltimento a destinazione: i dipendenti comunali hanno dovuto recuperare gli inerti e smaltirli al centro di raccolta». Quindi il Comune ha «pronta una risposta severa, e confidiamo efficace, nei confronti degli utenti incivili: le zone segnalate a rischio saranno assiduamente monitorate e sottoposte all’attenzione della Polizia Locale, con controlli a campione sui rifiuti conferiti in modo illecito e con l’uso sistematico di tecnologie di videosorveglianza. Il sistema di rilevamento fotografico diurno e notturno è già operativo e a breve doteremo i vigili di altri apparecchi adatti allo scopo al fine di moltiplicare la capacità di monitoraggio e controllo». (s.r.)
 

«Non obbligateci alla Centrale unica»

Rassegna Stampa - Febbraio 2015

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
«Non obbligateci alla Centrale unica»
Pezzetta: meglio se gli acquisti vengono decisi a livello sovracomunale
 
Manzano, 5 Febbraio 2015
«La Centrale unica regionale di committenza sia un’opportunità per i Comuni e non un obbligo. Sì invece alle centrali uniche sovracomunali più legate al territorio». Lo ha detto il presidente di Anci Fvg Mario Pezzetta nel corso del Comitato esecutivo valutando positivamente il rinvio dell’istituzione della Centrale al 30 giugno. Grande attenzione è stata dedicata all’esame del disegno di legge“Rilancimpresa” sul quale sono intervenuti il vice presidente vicario Renzo Francesconi e Paolo Urbani. «La cornice è condivisa dai comuni - ha detto Francesconi - ma manca una riflessione sulla posizione geografica del Fvg e delle sue imprese che operano in una zona confinaria dove esistono condizioni fiscali migliori delle nostre. Occorre quindi fare uno sforzo, esaltando così le ragioni della nostra specialità per sostenere il nostro sistema economico e produttivo in maniera innovativa». Critico sulla fusione obbligatoria di alcuni consorzi industriali è stato il sindaco di Gemona Paolo Urbani: «Ci sono Consorzi di serie A ed alcuni di serie B. O si fa immagina un unico Consorzio regionale, lasciando comunque la governance ai Comuni, oppure non si capisce perché alcuni dovrebbero essere assorbiti da altri». Riguardo l’extragettito «anche se per tre anni la Regione non ha preso in seria considerazione il problema Anci, grazie a un lavoro di squadra - ha spiegato il segretario generale Alessandro Fabbro - è vicina a trovare con la Regione una soluzione che potrebbe giungere nelle prossime settimane. Resta da individuare l'ammontare delle risorse». Ribadito poi che l’Imu sui terreni montani è una tassa ingiusta.
 
 

lunedì 2 febbraio 2015

Niente Museo della sedia e i fondi vanno alla scuola

Rassegna Stampa - Febbraio 2015

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
Niente Museo della sedia e i fondi vanno alla scuola
Contributo regionale di 262 mila euro per sistemare la primaria di Manzano Il Comune ha ottenuto di dirottare i soldi stanziati per un’opera mai iniziata
 
Manzano, 1 Febbraio 2015
Contributi regionali per oltre 262 mila euro saranno utilizzati per la sostituzione dei serramenti esterni e opere di manutenzione nella scuola primaria di via Libertà nel capoluogo. Il finanziamento è frutto di una richiesta sottoposta all’ente nel 2009 da indirizzare per la realizzazione del Museo del patrimonio industriale – più conosciuto come Museo della sedia – di cui, compreso l’anno in corso, sono già state incassate sette annualità. Visto che il museo non è mai stato realizzato e nemmeno è mai stata avviata una preliminare progettazione dalle precedenti amministrazioni, al fine di non rischiare la revoca del contributo, con conseguente restituzione delle somme già incassate, l’attuale amministrazione ha deciso di avvalersi della possibilità offerta dalla legge regionale 13 del 2014 e di utilizzare così i fondi già incassati per la realizzazione di un’opera destinata immediatamente al servizio dei cittadini. Dando priorità agli edifici scolastici, sono stati individuati nell’edificio di via Libertà i lavori più urgenti: sostituzione dei serramenti esterni- che attualmente non rispondono a quanto previsto dalla normativa – e opere di manutenzione con la sostituzione di alcune converse in quanto in diversi punti sono state riscontrate infiltrazioni di acque meteoriche. «Gli interventi – spiega l’assessore ai lavori pubblici, Angelica Citossi –, come valutato assieme al responsabile dell’ufficio tecnico, porteranno benefici alle componenti ambientali e alla salute degli scolari, un contenimento della spesa per il riscaldamento e un maggior isolamento dai rumori provenienti dall’esterno». La giunta regionale, con delibera del novembre 2014, ha accolto la richiesta di conversione del contributo ed entro la fine di febbraio sarà presentato il progetto preliminare. Silvia Riosa