Risplende il castello del 1200

MANZANO, 27 luglio 2011

Venerdì con un concerto l’inaugurazione dopo i lavori di restauro

Conclusi i lavori di restauro del castello di Manzano, è tempo di inaugurazioni: la cerimonia che aprirà al pubblico la nuova veste dei ruderi si terrà questo venerdì, alle 19.30.

Gli interventi, aggiudicati all’impresa Candolini di Udine, hanno comportato una spesa complessiva pari a circa 190 mila euro, coperti con contributi annui ventennali costanti concessi dalla Regione a fronte di mutui che l’amministrazione ha stipulato con la Cassa depositi e prestiti.

Il progetto dell’opera, redatto dall’architetto Ottorino Lucca, aveva preventivamente acquisito il parere favorevole della Soprintendenza per i beni architettonici del Friuli Venezia Giulia. All’inaugurazione di venerdì presenzieranno, oltre al sindaco Lidia Driutti e alla giunta al completo, anche il vicepresidente della Provincia di Udine Daniele Macorig. Dopo il taglio del nastro è prevista, nell’adiacente parco Fornasarig, una degustazione di vini locali seguita da un concerto di Ilario Gregoretto e Daniele Masarotti.

«Siamo molto soddisfatti del restauro – commenta l’assessore ai Lavori pubblici Valmore Venturini –, si tratta di un lavoro che, sotto l’alta professionalità degli architetti Quendolo e Lucca, è stato realizzato da maestranze altamente qualificate. Abbiamo recuperato una parte importante della nostra storia. Contiamo ora di poter ottenere un ulteriore finanziamento dalla Regione che ci consenta di realizzare anche l’ultima parte dell’intervento, consistente nella ricostruzione del camminamento sulla cinta muraria».

Il primo documento che attesta la presenza del castello di Manzano risale alla metà del secolo XIII, in un atto notarile riferibile al Trattato di pace fra il conte di Gorizia e il patriarca di Aquileia Bertoldo di Andechs.

Il sito è stato oggetto di una serie di campagne di scavo a partire dal 1989; i reperti rinvenuti hanno confermato il 1251 come data di edificazione, attestata dal fatto che prima di allora non vi fossero altri insediamenti.

Rosalba Tello

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