Sedia, crisi e concorrenza meglio traslocare a Dubai
È
la scelta che ha fatto il manzanese Turchetti, storico tappezziere del
Distretto L’imprenditore da laggiù: qui c’è molto lavoro e apprezzano le
nostre capacità
Manzano, 22 settembre 2012
La crisi nel
settore della sedia e dell’arredo, la concorrenza derivante dalla
globalizzazione e, non da ultima, la presenza di nuovi e improvvisati
tappezzieri, sono le motivazioni che hanno indotto l’imprenditore manzanese
Dante Turchetti, 49 anni, titolare della ditta Lare, con sede in via
Maroncelli 12, specializzata nella lavorazione e taglio delle resine
espanse, nonché storica tappezzeria per sedie e poltronem a trasferire in
toto la sua attività negli Emirati Arabi Uniti, precisamente a Dubai.
«Nel
Distretto della sedia - ci spiega l’imprenditore Turchetti, raggiunto
telefonicamente nel paese arabo dove si è insediato appena da qualche
giorno - ormai non c’erano più prospettive di lavoro, il mercato offriva
pochissimo e la concorrenza nel settore tappezziero è tanta senza contare
la presenza di un commercio di sedie marchiate “made in Italy”, ma che di
fatto sono realizzate quasi totalmente fuori dal territorio nazionale.
Da ciò la
decisione, un po’ sofferta, di trasferirmi all’estero». Ma perché Dubai?
«In questa
città - spiega Dante Turchetti - vive e lavora una mia ex compagna di
scuola che fa da tramite con altre aziende italiane; inoltre, ci sono già
alcuni imprenditori friulani che hanno iniziato a collaborare con le
aziende locali e con i ricchi petrolieri.
Per la
tappezzeria di Manzano ormai c’erano pochi ordini e anche la nuova linea
per la produzione di materassi iniziava ad avere flessione, per cui
accettai il suo invito a trasferire là l’attività, ma soprattutto la
professionalità acquisita nel settore della tappezzeria».
«Ho subito
potuto constatare - sottolinea l’imprenditore - che a Dubai c’è molto da
fare e quindi non rimane molto tempo per lamentarsi come succede da noi.
Sono
all’inizio, ma già questa avventura mi sta dando soddisfazioni: la prima,
che non siamo secondi a nessuno per quanto riguarda il modo e la grinta che
mettiamo nelle cose che ci appassionano come il lavoro.
Il vero
peccato è che si regalano anni di esperienza senza che nessuno se ne renda
conto.
Attualmente
l’azienda non ha dipendenti, salvo l’aiuto sporadico di qualche manovale
indiano, ma presto mi dovrò dotare di personale perché le prospettive di
lavoro sono molto buone.
Infatti, gli alberghi molto lussuosi cambiano
arredi con molta frequenza e il loro sfarzo richiede fantasie e prodotti
innovativi, cosa che noi sappiamo far bene».
Giorgio
Mainardis ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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