Dopo
4 anni i medici tornano negli ambulatori
Manzano: finita la trasferta a causa dei lavori di
ristrutturazione dei vecchi locali Da lunedì saranno di nuovo in via Drusin.
C’è la guardia medica anche per Buttrio
Manzano, 2 febbraio 2013
Rientrano
negli ambulatori del centro territoriale di via Terzo Drusin, dopo 4 anni di
“trasferta” in via Natisone, i tre medici di medicina generale Tiziana
Callegari, Mario Potocco e Leonardo Tavagnacco: da lunedì i loro pazienti,
oltre 4500 (i tre professionisti coprono anche i Comuni di Corno, Buttrio e San
Giovanni), dovranno recarsi al poliambulatorio, vera “sede naturale” degli
ambulatori spostati per consentire la ristrutturazione dei vecchi locali. Un
trasferimento atteso già da un paio d’anni, ma che lungaggini burocratiche
hanno procrastinato fino ad oggi, giorno del trasloco, segnalato ai pazienti da
un avviso affisso all'ingresso; una novità accolta favorevolmente dall’utenza,
che reputa più agevole parcheggiare al poliambulatorio, struttura dotata di
maggiori posti auto rispetto all’attuale sede. «Durante i lavori di
ristrutturazione - riepiloga l’assessore alle politiche sociali Lorenzo Alessio
- i tre medici si sono trasferiti provvisoriamente in altri locali, garantendo
in tal modo l’erogazione delle prestazioni senza alcun disagio per l’utenza».
Quello del rientro dei medici di base costituisce «l’ultimo tassello incastrato
nel contesto dell’edificio di via Drusin, che, dopo la sua completa riapertura,
ha segnato anche l’individuazione della sede, nella sala riunioni, per la
sezione dei donatori di sangue. Si è così completato un lungo percorso, che ha
visto nelle figure del direttore generale dell'Ass 4 ,dottor Giorgio Ros, e del
dottor Luigino Vidotto, con i rispettivi staff tecnici, persone disponibili a
raccogliere proposte e richieste avanzate dall’amministrazione comunale».
Peccato, però che i locali ristrutturati fossero pronti, puliti e riscaldati
già da un paio d'anni, e che i medici abbiano dovuto attendere inutilmente in
un edificio periferico (e parecchio più costoso) rispetto al centro
territoriale di via Drusin. Ma non vi è alcuna polemica, specificano gli
interessati, ben lieti di continuare nei locali ristrutturati il loro
apprezzato lavoro al servizio della comunità. Il poliambulatorio di Manzano, in
termini di servizi e prestazioni sanitarie, rappresenta una struttura
insostituibile per l’intero comprensorio e non solo per Manzano: da ieri alla
struttura di via Drusin per il servizio di continuità assistenziale (guardia
medica) fanno riferimento anche i cittadini di Buttrio (novità accolta con
favore dal sindaco Tiziano Venturini), poiché la sede manzanese è molto più
vicina e comoda rispetto al Distretto di Udine. «La condivisione
dell’amministrazione comunale alle scelte operate dall’Ass su tale edificio -
chiude Alessio - ha di fatto riportato il centro territoriale di Manzano a
valorizzare quelle risorse del territorio che rispondono con efficacia ad una
sempre maggior richiesta di servizi e prestazioni nell'ambito della salute». Rosalba
Tello
Riposo finito per le campane di Manzano
Manzano, 2 febbraio 2013
Giovedì, giornata dedicata
a Don Bosco, a Manzano sono tornate a suonare le campane della chiesa, “a
riposo” due mesi per manutenzione. «Dal 1988, anno dell’inaugurazione - informa
il parroco, don Nino Rivetti -, la comunità manzanese celebra il protettore
dell’oratorio con vari momenti legati, oggi più di ieri, alla costante
emergenza dell’educazione. Pertanto, le occasioni di aggregazione programmate,
in questa occasione, sono insieme religiose, culturali e ricreative, in armonia
con lo stile pedagogico proprio di don Bosco, che sapeva coinvolgere ragazzi,
giovani e adulti coniugando religione, lavoro, onestà, responsabilità e
allegria». Nel Giorno proprio del santo il fitto programma proposto dal
consiglio dell’oratorio ha coinvolto tutte e cinque comunità parrocchiali di
Manzano, Case, Oleis, Manzinello e San Lorenzo, in particolare i gruppi di
catechismo di elementari, medie e superiori e i rispettivi familiari. «Un modo
per trascorrere un po’ di tempo all’insegna dell’accoglienza, ma sempre con
un’attenzione rivolta anche al momento che il territorio sta attraversando -
precisa don Rivetti -, con l’auspicio di poter sviluppare assieme una maggiore
coscienza civica». (r.t.)
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