Scintille Driutti-Venturini in aula
Manzano, il sindaco induce l’assessore a ritirare la mozione sul reintegro
del capo dell’ufficio tecnico
Manzano, 15 Novembre 2013
«E’
una vergogna, un affronto
alla democrazia, un’offesa ai cittadini»: così il consigliere di
opposizione Zamò ha chiuso l’altra sera, lasciando
indignato l’aula consiliare, in un clima teso, un vivace dibattito
incentrato sulle opere pubbliche. A irritare Zamò il ritiro della
mozione presentata dall’assessore Venturini, con la richiesta di
reintegro del geometra Paolo Nardin, ex capuffico tecnico, vittima di
una
razionalizzazione delle spese in Comune che ha visto per ora sacrificare
solo la sua testa.
La mozione
Il sindaco Driutti ha
ritenuto opportuno rinviare la mozione per poter valutare il da farsi
con il legale che segue la vertenza (il geometra ha fatto ricorso per
demansionamento). Che sia un assessore, e non un consigliere, a
presentare una mozione è già un segnale forte del clima pesante che si
respira da un po’ di tempo in giunta, già messa dura prova dalle
dimissioni dell’assessore esterno Tessaro (ufficialmente dovute a
motivi di lavoro), le cui deleghe sono state assorbite dalla Driutti,
che ora si ritrova a reggere otto referati. Venturini, visto il quasi
totale
stop delle opere pubbliche (legato in parte al patto di stabilità, ma
soprattutto allo stand by creatosi nell’ufficio tecnico dopo la
rimozione di Nardin dall’incarico), di fronte all’irrigidimento del
sindaco ha ritenuto opportuno «smuovere la situazione», da
lui definita «molto grave». Procedura niente affatto usuale, quella
usata dall’assessore ai lavori pubblici, in evidente rotta di
collisione con la Driutti, la cui decisione di rimuovere il geometra si
sta rivelando un boomerang anche economico: c’è il rischio,
infatti, di dover passare sotto le forche caudine della Corte dei conti
per le migliaia di euro di danni da pagare per il contenzioso con
Nardin.
Senza contare che solo il 2% dei lavori pubblici è stato attuato.
La paralisi
Cosa c’è
dietro il blocco dei lavori? Col provvedimento sindacale del 4 settembre
2012 è stato conferito all’architetto Marco Bernardis un unico
incarico di posizione organizzativa per l’area tecnica (lavori pubblici,
patrimonio, espropri, urbanistica, edilizia privata, ambiente) per
semplificare e contenere la spesa per il personale; obiettivo
condivisibile, per Venturini, «ma non si è comunque proceduto
all’attuazione del programma previsto, che avrebbe semplificato
l’assetto organizzativo dell’ente con la riduzione anche di altre
posizioni organizzative – scrive l’assessore nella mozione ritirata –.
Con il successivo ricorso di Nardin si è creata una
situazione di disagio e una mancanza di serenità fra dipendenti, con
conseguenti negative ripercussioni sull’operatività
dell’ufficio».
I rimedi
La difficoltà
dell’ufficio è stata più volte segnalata dall’assessore in giunta che
per iscritto al sindaco; ora il contenzioso in atto
potrebbe risolversi in tempi lunghi «e ciò comporta – scrive Venturini –
una situazione di instabilità organizzativa e
una continua precarietà operativa. L’unica soluzione transitoria prevede
la sua nomina a capufficio tecnico e la rinuncia a ogni pretesa
di riconoscimento economico. Ciò garantirebbe la tenuta del bilancio,
che sarebbe compromesso qualora al geometra Nardin fossero riconosciuti i
danni richiesti».
Macorig punta il dito sulla Provincia per la storia infinita
della complanare
«Sono
fermi da 14 anni: se questa è
l'efficienza della Provincia vale la pena davvero di riflettere
sull’utilità dell’ente»: non la manda a dire Daniele Macorig,
ex vicepresidente provinciale, oggi tra i banchi della maggioranza a
Manzano. Macorig ha sentenziato l’inefficienza della Provincia prendendo
spunto da un’opera che ha fatto scuola per le sue lungaggini: la
complanare di Manzano. «Se ne parla dal ’99 – ha detto a
margine del consiglio –, sono 14 anni di ritardi di ogni genere. Un
tempo la Provincia dava contributi a pioggia, ora che non ha soldi mi
chiedo
a che serva il personale destinato a seguire le pratiche: si occupa solo
delle istruttorie in cui si dà il parere negativo?». Macorig
condivide anche il malessere espresso da Zamò sui lavori della rotonda,
lungo la Sr 56, priva di illuminazione, pare a causa di alcuni attriti
con l’azienda appaltatrice. Driutti, consigliere provinciale, ha
sollecitato l’interesse dell’assessore Mattiussi, ma non si sa
ancora la data di ultimazione dell’opera. (r.t.)
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