mercoledì 12 febbraio 2014

«Il commissario era l’unica strada»

assegna Stampa - Febbraio 2014

cav. Rosario Genova

«Il commissario era l’unica strada»
 Venturini: quanti amano Manzano si alleino e facciano un programma. Macorig: istituzione solida per il bene dei giovani
Manzano, 12 Febbraio 2014

 L’ha accusato di averla tradita tramando ai suoi danni, con la complicità di maggioranza e minoranza, solo per riavere la “sua” poltrona e “sistemarsi” dopo aver rinunciato a cariche in Provincia per tentare fortuna, invano, alle regionali. Lidia Driutti non ha usato giri di parole con Macorig, capogruppo di maggioranza; sarebbe stato lui a condurre il secondo mandato della Driutti all’amaro epilogo del commissariamento e del prematuro ritorno alle urne. Lui non si scompone e replica con diplomazia: «Non far del bene per ricevere gratitudine, l’ho appreso in questi anni. L’augurio è che si possa guardare alla prossima scadenza elettorale consapevoli di operare per il bene di Manzano. Le persone possono cambiare, ma le istituzioni devono restare solide e credibili, soprattutto per le nuove generazioni che sono il futuro». Nessun contrattacco, dunque, da parte dell’aspirante sindaco post-Driutti più gettonato. A Manzano quei pochi non ancora stufi di beghe politiche paesane lo danno vincente non fosse altro che per l’esperienza pregressa e i numerosi contatti coltivati negli anni. Molti ipotizzano, dietro di lui, una squadra anomala che mixerebbe gli assessori dimissionari Venturini e Genova con Zamò, mentre il possibile ruolo di Iacumin, portavoce della sinistra, resta per ora oscuro. Progetto Manzano potrebbe ritagliarsi un posto di rilievo alle elezioni di maggio, magari proponendo un sindaco (qualcuno ipotizza un ritorno di Angela Della Rovere, assessore nella prima giunta Driutti). Nella girandola dei nomi non compaiono, al momento, facce nuove e libere da giochi di potere. C’è pure chi scommette che la Driutti risorgerà dalle sue ceneri riciclandosi per la terza volta. «Le persone di buona volontà che vogliono bene a Manzano devono allearsi e fare un programma – dice Valmore Venturini, che con la sua mozione sul capufficio tecnico ha scatenato la querelle interna alla maggioranza –. Nessuno è entusiasta di mandare il Comune al commissariamento, ma non c’erano altre strade. E credo che anche Progetto Manzano alla fine condivida il percorso». L’ex assessore difende la scelta di lasciare palazzo Torriani: «E’ stata forte: sarebbe stato più comodo far finta di nulla e ricevere lo stipendio fino al 2017, ma sarebbe stato un compenso immeritato». Spazio dunque al commissario. Poi la parola tornrà ai cittadini. Rosalba Tello


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