Ospedale, Telesca e sindaci distanti
L’assessore: i malati gravi già non vanno a Cividale, azione
capillare sui medici di base per spingere su Udine
BUTTRIO, 27 Agosto 2014
Un confronto serrato di oltre due ore quello
che ieri sera si è svolto in Villa di Toppo Florio sulla riforma
sanitaria messa sul piatto dalla Regione e che non poca preoccupazione
sta
causando agli amministratori locali, in particolare del Cividalese e
delle Valle del Natisone. Punto principale l’ospedale di Cividale, che
come
altri minori in regione, sarà oggetto di modifiche, con in ballo la
chiusura del pronto soccorso sulle 24 ore. Un incontro promosso dal
sindaco
di Buttrio Giorgio Sincerotto che segue quello d’inizio agosto svoltosi a
Cividale, che ha riunito alla presenza dell’assessore regionale
Maria Sandra Telesca, una quindicina di sindaci dell’ambito e i medici
di famiglia, per meglio comprendere la riforma, e arrivare al vertice
del
15 settembre di nuovo nella cittadina longobarda, con le idee un po’ più
chiare. La riforma punta su un nuovo modello sanitario che
superi quello in vigore da 20 anni che si basa sull’offerta del sistema
ospedaliero, in senso generale, ma che da un lato non è
più sostenibile economicamente e dall’altro non risponde a quello di cui
effettivamente l’utenza necessita. «La
società è cambiata – spiega Telesca – e con essa le esigenze degli
utenti». L’assessore regionale numeri alla
mano sottolinea come oggi la domanda di assistenza nel pronto soccorso
sia per il 70% legata a patologie croniche e agli anziani, che
approdando nelle
strutture di emergenza con codici verdi si ritrovano ad aspettare anche 5
ore prima di essere visitati. Questo oltre a creare disagio all’utente
intasa le strutture, non fornendo un servizio efficiente. Una modifica
che vede diversi consensi tra gli amministratori dell’ambito ma forte
preoccupazione tra quelli delle Valli del Natisone che nel pronto
soccorso di Cividale vedono un punto di riferimento irrinunciabile e un
diritto, e
non nascondo la perplessità di dover far riferimento a Udine per le
emergenze. «Una valutazione più puntuale del territorio che
valuti anche le distanze e i collegamenti», chiedono. Subito un esempio:
per raggiungere il pronto soccorso di Cividale per i paesi più
lontani nelle valli ci vogliono più di trenta minuti. «Inimmaginabile
quindi arrivare sino a Udine». Obiezione a cui
l’assessore risponde sottolineando come comunque per i casi più gravi le
piccole strutture, come appunto Cividale, dirottino i pazienti
su Udine. Ruolo importante in questo senso quindi rappresenteranno i
medici di famiglia che attraverso un’integrazione con la continuità
assistenziale potranno definire patologie e urgenze. Una trasformazione
che avverrà comunque gradualmente e che non vuole togliere servizi ma
al contrario aumentarli, attraverso la riconversione delle strutture già
esistenti con maggiori e mirati investimenti. «Mantenendo
piccole strutture di pronto soccorso si rischia di dare un falso senso
di sicurezza ai cittadini. È importante spiegare che questa riforma mira
a migliorare e ampliare un servizio». L’ospedale di Cividale diventerà
un riferimento più completo di diagnostica e
specializzazione, a vantaggio dei cittadini. Silvia Riosa
La visita:
«La Casa della salute di Buttrio anticipa la nostra riforma sulla sanità»
«La Casa della salute di Buttrio è un
esempio concreto della direzione che la Regione vuole prendere con la
nuova riforma sanitaria». È stato questo il commento
dell’assessore regionale alla sanità, Maria Sandra Telesca (nella foto),
in visita alla struttura ieri pomeriggio. Una struttura dove
trovano posto alcuni medici di medicina generale, l’infermiere di
comunità che opera a domicilio e strumenti per una serie di esami,
garantendo un’apertura di 10 ore al giorno. «La Casa della salute di
Buttrio – ha commentato l’assessore del Fvg –
rappresenta un luogo fisico di riferimento per una comunità di 4 mila
abitanti, in grado di fornire ai cittadini una risposta ai bisogni
quotidiani di salute, che è ciò di cui hanno soprattutto bisogno, e
nello stesso tempo di indirizzarli verso le strutture ospedaliere
più adeguate in caso di episodi acuti». In altre parole, la struttura di
Buttrio ha anticipato la riforma della Regione. (s.r.)
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