«Nessun alibi per non decidere sul
by-pass»
Macorig polemico sull’incontro pubblico
con i cittadini: non poteva dare una risposta
Manzano, 14 Gennaio 2015
Dopo l’incontro pubblico con i
cittadini, svoltosi nei giorni scorsi, per discutere sulla nuova
viabilità e sul by-pass di San Giovanni al Natisone, che dovrebbe
collegare il
nuovo ponte sul Torre a Viscone con la rotonda “Calligaris” all’altezza
della grande sedia di Manzano, non si fanno attendere le
reazioni poichè dall’assemblea è emerso poco se non la possibilità che i
fondi regionali e statli possano essere dirottati
in altri progetti dedicati al territorio qualora la strada non fosse
realizzata. Una progettazione - rientrante nel più ampio progetto
Palmanova-Manzano di collegamento con il casello dell’autostrada A4
stoppato la scorsa estate dalla Regione - che, però, è il
risultato di un lavoro e di accordi presi tra gli amministratori negli
ultimi 10 anni ora messo in discussione e che vede “dimenticarsi”
della riqualificazione dell’ex polveriera o del collegamento con la zona
industriale di Medeuzza che, comunque, continuerà a riversare il
traffico sulla vecchia viabilità. Perplessità in merito arrivano dal gruppo di opposizione “Ricostruiamo Manzano”,
fortemente critico sull’incontro. «I confronti con i cittadini -
sottolinea Macorig - sono sempre utili e doverosi quando questi
sono rivendicati dai comitati popolari. In questo caso, l’iniziativa è
stata organizzata da chi sei mesi fa ha ricevuto il mandato dai
cittadini per decidere su iniziative discusse e approvate dalle varie
amministrazioni del distretto - San Giovanni al Natisone compreso- che
si sono
succedute negli ultimi 10 anni». Pensare di ricevere una risposta da un
incontro pubblico è utopistico - sostiene Macorig «anche
perché tale platea seppur autorevole, non disponeva né di un’alternativa
alla soluzione proposta, né rappresentava,
comunque, la maggioranza della comunità di San Giovanni al Natisone». Il
rischio è, quindi, che tale iniziativa diventi un
pretesto o un alibi per non decidere e lasciare ad altri questo
fondamentale compito. «Miope immaginare che persone e istituzioni
distanti dal
nostro territorio - come la Regione - possano interpretare e decidere
meglio su investimenti indirizzati allo sviluppo strategico economico di
un
distretto come quello della sedia che molto ha dato al Friuli nel tempo
in termini di ricchezza e occupazione». Silvia Riosa
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