domenica 10 ottobre 2010

Riqualificazione urbana per il Distretto

Riqualificazione urbana per il Distretto

MANZANO. Un progetto pilota per la riqualificazione urbana del Distretto della Sedia. È l’ultima iniziativa dell’Asdi, che ha siglato un accordo con l’Università di Trieste per realizzare indagini esplorative - condotte dal Dipartimento di Progettazione architettonica e urbana dell’ateneo, in collaborazione con l’associazione Gata -, che sfoceranno, a studio concluso, in un documento di indirizzo strategico. Dopo una prima lettura e una valutazione generale dei potenziali territoriali dei Comuni del Distretto dal punto di vista economico-immobiliare, si identificheranno le aree con maggiore opportunità per poi proporre strumenti architettonici e urbanistici, definendo le risorse finanziare da impiegare per la realizzazione degli interventi prospettati. Tra gli obiettivi la possibilità di suggerire investimenti immobiliari in attività alternative al settore industriale (residenziale e commerciale) orientati alla sostenibilità, la riqualificazione e la valorizzazione del Distretto, il riuso e la rifunzionalizzazione del patrimonio edilizio industriale, il riassetto del territorio con l’identificazione di aree a maggiore propensione di intervento. A siglare l’accordo nella sede dell’Asdi a Manzano il presidente Giusto Maurig, i sindaci Driutti e Basso, i referenti per il Dipartimento di Architettura architetto Marras e professor Torbianelli, e il referente Gata l’architetto Andrea Battiston. Singolare, in questo progetto pilota voluto dall’Asdi, il coinvolgimento di un intero corso universitario a supporto dell’attività principale che prenderà in esame il Distretto come “caso didattico”. «Si tratta di una ricerca sul campo – afferma Paola Di Biagi, direttrice del Dipartimento Progettazione architettonica e urbana – che prevede laboratori e workshop». «Un progetto interessante - aggiunge il preside della facoltà di Architettura di Trieste Giovanni Fraziano - per l’interazione che comporta tra università e territorio: entro un trimestre avremo già i primi risultati”, assicura. «L’Asdi – specifica il presidente Giusto Maurig – mette così a disposizione delle amministrazioni comunali strumenti per le scelte di sviluppo sul territorio, rivalutando i beni immobiliari». Un patrimonio che rischia l’abbandono, ribadiscono i sindaci Driutti e Basso: l’edilizia industriale va salvaguardata, mentre per migliorare la qualità della vita dei cittadini, già i piani regolatori indicano l’uscita al centro storico degli opifici.

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