domenica 29 gennaio 2012

«Lo faccio e non mi sento una donna priva di morale»

la testimonianza

«Lo faccio e non mi sento una donna priva di morale»

UDINE, 25 gennaio 2012

Parafrasando “Così fan tutte”, uno dei film pruriginosi di Tinto Brass, si potrebbe dire che “così fanno soltanto alcune”, anzi, pochissime. Una di queste poche la chiameremo Eva per garantirle l’anonimato. Detto da lei: 30 anni o giù di lì, attualmente single, impiegata, diploma superiore, dedita al volontariato, amante di film, di belle compagnie e della cucina, con l’assillo che il lavoro duri e con la paura del futuro. Come tante, fin qui. Di diverso è che è una scambista «perchè è da tantissimo tempo che non lo faccio». Non frequenta il Valalta di Manzano di cui ha conosciuto l’esistenza tramite i mass media e non intende neppure andarci. Insomma, una sorta di scambista “fai da te” che non ama i privè perché «c’è troppa gente», che si organizza le serate con chi e soprattutto dove vuole. «Non capisco – esordisce – tanto clamore per l’apertura di quel club. Davvero non capisco. Sono fatti loro, no? Uno ci vuole andare e ci va. E non credo faccia nulla di male, visto che queste cose si organizzano sempre in coppia e nessuno obbliga nessuno. Quella è gente normalissima, come me, come lei; giudicarla perché decide di fare lo scambio di coppie mi pare davvero eccessivo se non addirittura ridicolo. I guai e i problemi sono ben altri. Il sesso condiviso e non a pagamento non ha mai fatto male a nessuno».
È diventata scambista per caso, dice Eva. Frequentava un ragazzo quegli anni. Ne parlarono assieme e decisero. «Volevamo semplicemente provare questa esperienza. So che altre coppie ci pensano, ma non hanno il coraggio di passare ai fatti. Ci sono anche qui in Friuli diversi punti di incontro pubblici, ma ci sembrava una cosa triste e dal sapore clandestino andare a un appuntamento in auto lampeggiando a una vettura in sosta per comunicare il nostro arrivo. Così, ci siamo affidati alla rete dove ci sono diversi siti per scambisti. Lì abbiamo pianificato il primo incontro. Ci recammo in casa di una coppia di giovani, sposati da due anni e mezzo. Non avevano figli. L’imbarazzo è durato soltanto qualche minuto. Abbiamo cenato, scherzato e tutto è accaduto senza imbarazzo alcuno».
Eva e il suo ragazzo hanno poi avuto altre esperienze del genere. «Lo facevamo – dice ancora – quando ne avevamo voglia, quando ci andava, ma senza farne una malattia. Ecco, credo che chi non conosce questo mondo si faccia delle idee strane e anche morbose. Per noi tutto era assolutamente naturale, un gioco che ci concedevamo in qualche qualche serata». Eva non accetta di essere giudicata. «Non mi sento immorale – insiste –; non faccio male a nessuno, faccio la vita di tanti, lavoro, mi occupo dei miei e quando posso del prossimo. Lo scambismo è una cosa che riguarda la mia sfera privata. È ora di finirla di demonizzare il sesso, quello gioioso che non ha niente a che fare con la prostituzione». (d.pe.)

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