La Regione sblocca i 10 milioni per i distretti
Cinque arriveranno quest’anno e 5 nel 2012. L’obiettivo è fare sinergia per uscire dalla crisi
Manzano, 16 febbraio 2012
La Regione ha fatto la sua parte anche finanziando i distretti industriali. I soldi pubblici ovviamente non bastano, ma anche le imprese devono dare un battito d’ali». Una delle notizie più attese dal Distretto del mobile, e anche da quello della sedia, è arrivata dal palco della cerimonia inaugurale di Happy Business dal presidente della Regione, Renzo Tondo. Il riferimento va alle risorse (complessivamente 10 milioni di euro di cui 5 per il 2011 e altrettanti per il 2012) stanziate ma mai arrivate, e sollecitate non molto tempo fa da Unindustria e Federlegno. La causa? L’impugnazione da parte del governo nazionale della norma per il sospetto di essere in contrasto con la normativa comunitaria in tema di concorrenza. La Regione ha contestato la decisione e ha fatto ricorso, ma contestualmente ha individuato un diverso meccanismo attraverso il quale rendere disponibili queste risorse (dei 5 milioni della prima annualità, 2 vanno alle Asdi di Brugnera e Manzano, 2 ai Confidi e 1 al Frie). Il finanziamento viene infatti dirottato sulle Camere di commercio che avranno il compito di sostenere progetti di rilancio competitivo presentati dalle aziende del mobile.
Unindustria, che aveva definito il piano straordinario per il mobile, si è impegnata «a rivedere e approfondire questo strumento - ha anticipato Michelangelo Agrusti - per arrivare quanto prima anche ad una sua presentazione».
E’ stato Giusto Maurig, presidente del Distretto della sedia, a rivolgere a Tondo un appello ricordando che «il sistema dei distretti è in difficoltà», ciononostante «oggi dimostriamo che facendo squadra si possono avere risultati importanti». E il riferimento va alla partecipazione ad Happy business nell’intento di fare sinergia e di presentare ai buyers giunti a Pordenone da tutto il mondo, che il settore produttivo del legno-mobile-arredamento sa fare sinergia. «Ma se il sistema Italia non ci darà una mano e non ci supporterà...» ha lasciato sospeso il finale Maurig limitandosi a concludere che «le nostre imprese si confrontano sui mercati mondiali», e che la competizione «è crudele».©RIPRODUZIONE RISERVATA
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