martedì 27 marzo 2012

Manzano, finta badante ruba i gioielli a un’anziana


                   
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martedì
27 marzo 2012

 

Manzano, finta badante ruba i gioielli a un’anziana

Una giovane con due complici si è introdotta in casa e ha messo a segno il colpo. «Mi hanno portato via tutti i ricordi di famiglia». Il danno supera i 5 mila euro
Manzano, 27 marzo 2012
Ancora una rapina ai danni di un'anziana, beffata da una donna che si è spacciata da badante alla ricerca di un lavoro: supportata da altre due complici e un basista, si è intrufolata con una scusa in casa rubando tutti i gioielli per un danno di oltre 5 mila euro.
La disavventura è accaduta alcuni giorni fa ad una manzanese di 87 anni, Leonilda Passoni. L’anziana aveva aperto la porta di casa per innaffiare le piante fuori l’uscio di casa quando le si è presentata una giovane straniera sui 25 anni, chiedendo di parlarle perché è in cerca di lavoro come assistente agli anziani. Si esprimeva poco chiaramente e a Leonilda era parso che la sconosciuta, dalle sembianze una zingara, fosse una conoscente della badante di una sua amica.
Così l’aveva ascoltata: la straniera diceva di aver bisogno di lavorare perchè era incinta; le aveva chiesto una penna per lasciare il suo nome e insistendo per prolungare la conversazione, bloccando nel contempo la porta con un piede. Neanche il tempo di capire cosa veramente volesse ed ecco arrivare una complice, che, secondo il racconto dell’anziana, s’intrufolava in casa e correva al piano di sopra, dove si trova la camera da letto.
La signora Passoni, a questo punto si insospettiva invitando la giovane ad affrettarsi a scrivere il suo numero di telefono e poi cacciandola urlando: «Ora basta, vattene, cosa cercate?». Intanto in casa s’infilava addirittura una terza persona.
Il tutto è durato pochissimo. Le donne era scappate via veloci, fuori c’è una grande auto nera con il conducente pronto a partire. Leonilda era subito salita in camera con il presagio, quasi una certezza, di non trovare più la sua scatola degli ori. «Avevano studiato tutto, mi sono sentito beffata - racconta amareggiata -. Hanno violato la mia intimità e portato via i ricordi di famiglia che conservavo in un armadio. Non ci si può fidare più di nessuno! Cosa dobbiamo fare: vivere chiusi in casa?».
Neanche il fratello, con cui Leonilda vive, si è accorto del fatto. Si trovava fuori e aveva notato la macchina, ma nella via c’è movimento e nulla lasciava presagire una rapina in pieno giorno e in così poco tempo. Denunciato il furto ai carabinieri, l’unica consolazione per Leonilda è che, come le hanno anche detto i suoi familiari, la brutta avventura non è degenerata in un episodio di violenza, come sta capitando in molte ville del Nordest, dove le vittime spesso vengono malmenate.

Rosalba Tello©RIPRODUZIONE RISERVATA

 Rassegna stampa a cura
dell’Assessore al Commercio, Territorio, Turismo,
Agricoltura, e Innovazioni tecnologiche
cav. Rosario Genova

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