lunedì 26 marzo 2012

Manzano, sarà una corsa a tre E spunta l’incognita-civiche


                   
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domenica
25 marzo 2012

Manzano, sarà una corsa a tre E spunta l’incognita-civiche

La spaccatura nel centro-destra è più marcata che nel 2007: Udc e Lega assieme Emergono pure i “bandelliani”, per il centro-sinistra un neofita della politica
Manzano, 25 marzo 2012
Nel 2007 Lidia Driutti, che amministra l’azienda di famiglia, fu eletta sindaco di Manzano con il 62,01% dei voti. Si era candidata con la lista Progetto Manzano-Udc ed era sostenuta anche dalla lista di Forza Italia (all’opposizione c’erano la Lega e il centro-sinistra). I prossimi 6 e 7 maggio si giocherà la sua riconferma alla guida della cittadina correndo contro Lucio Zamò, imprenditore ed ex presidente della Pro loco, pure di centro destra, e Marco Iacumin (centro-sinistra), ingegnere e neofita della politica. La grande novità è l’aumento delle civiche in lizza. La Driutti dovrà però fare i conti con la scomposizione del centro-destra, scomposizione che lei stessa inaugurò quando diede l’addio a Progetto Manzano-Udc per approdare nel neonato Pdl. Ma la sua maggioranza subì altri scossoni, con due importanti defezioni. «Non due defezioni – precisa lei stessa – ma un allontanamento spontaneo e una sorta di licenziamento». Il primo fu deciso dal capogruppo di maggioranza, Annamaria Chiappo, che passò, armi e bagagli, all’opposizione con il Carroccio. Sia lei che il sindaco sostengono che ci furono tentativi per far entrare i leghisti in maggioranza, ma che dall’alto non arrivò il via libera. Il “licenziamento” riguardò, invece, l’allora vicesindaco, Cristiano Fornasarig, reo di avere rilasciato al nostro giornale un’intervista al vetriolo sui mali di pancia di giunta e maggioranza di centrodestra. E proprio Fornasarig sarà uno dei prossimi avversari del sindaco uscente, giacchè sarà il capolista della civica di centro destra “Un’altra Manzano”, che proprio da pochi giorni ha suggellato l’accordo con l’Udc (che, dunque, abbandona la Driutti). Assieme al Carroccio e a un’altra civica sosterranno la candidatura di Zamò. Lapidario il commento del sindaco: «Mi spiace per la Lega che aveva annunciato una candidatura forte e che, invece, si è adattata ad appoggiare Zamò». L’imprenditore non commenta e precisa che soltanto oggi ufficializzerà la sua decisione che tutti danno per scontata. Dunque: il Pdl deve rinunciare all’accordo con l’Udc, nel mentre si era visto sfilare diversi candidati che hanno optato per la lista dei bandelliana di “Un’altra Manzano”. Tuttavia, la Driutti tira fuori dal cilindro la neonata civica “La Giovane Manzano”, composta da ragazzi tra i 20 e i 30 anni e che lei definisce «la vera novità di questa competizione». «Sarà comunque una sfida aspra», ammette la Driutti, consapevole che Zamò pescherà giocoforza tra lo stesso elettorato.
Il Pdl da tempo ha fiutato l’aria ed è corso ai ripari. Inizialmente, qualcuno avrebbe preferito l’avvicendamento della Driutti, ma alla fine è prevalsa la regola dei due mandati. Certo è che la candidatura, come capolista del Pdl, dell’ex sindaco di Manzano (quasi due legislature) e attuale vice presidente della Provincia, Daniele Macorig, e la riconferma dell’assessore Valmore Venturini ha un duplice obiettivo. Primo: rafforzare l’immagine e la forza d’urto di un Pdl che perde pezzi. Secondo: blindare il sindaco uscente. La Driutti fa buon viso a cattiva sorte e ribatte che la sua riconferma non è mai stata in discussione: «Non ho mai temuto – aggiunge – che il sostegno del mio partito mi potesse venire meno». Insomma, lei lo strappo del centrodestra non lo teme anche perché, ad esempio, ritiene che «il radicamento dei bandelliani sul territorio sia molto scarso». Inoltre, si dice certa che il bilancio del suo quinquennio «sia più che positivo. Non abbiamo realizzato tutto, ma sono state compiute scelte ancora più positive come ad esempio investimenti produttivi e razionalizzazione delle spese con un risparmio di 400 mila euro l’anno».
Già, ma cosa rimproverano gli avversari alla Driutti? Zamò si affida a uno slogan delle sue liste: «Fatti e non parole, lavoro e innovazione», che sarà anche il canovaccio della sua campagna elettorale. «Credo - insiste – che quello del lavoro, che è un diritto sancito dalla Costituzione, sia davvero la questione centrale perché significa sviluppo del territorio, ma anche serenità delle famiglie». No, nessuna affondo particolare da Zamò, che preferisce parlare di un progetto per il rilancio di Manzano, «un progetto che dica ai manzanesi quale dovrà essere lo sviluppo e il futuro della loro comunità».
Anche Iacumin preferisce non attardarsi su «critiche all’amministrazione uscente. Non sono queste la mia intenzione e la mia strategia. Io parlerò soltanto del nostro progetto amministrativo». Mauro Iacumin correrà con la lista “Manzano innova” e avrà anche il sostengo del centro sinistra “canonico”: Pdl, Sel e Idv, ma sul simbolo della lista non ci sono ancora certezze. Neofita della politica («Non ho mai militato in alcun partito»), assicura che il suo vero obiettivo sarà l’innovazione. «Ma puntiamo – aggiunge – anche a dare una ringiovanita all’esistente, cercando di annullare o limitare i collegamenti di persone che hanno diretti interessi con la pubblica amministrazione». Sfida non facile, quella del centro sinistra che però guarda con ottimismo al polo bifronte degli avversari. «Come minimo – dice ancora – vogliamo migliorare il risultato del 2007, ma è un risultato minimo come dicevo. Deciderà l’elettorato. Noi, siamo pronti con una bella squadra e con un programma che sottoporremo ai cittadini». Già, i cittadini: uno dei punti interrogativi della competizione di maggio sarà l’affluenza alle urne. Le prossime amministrative rappresentano, infatti, anche il primo test politico che arriva nel bel mezzo di una stagione dove la politica ha raggiunto il massimo dell’impopolarità: il 95% degli italiani in questo momento si sente lontano dai partiti, anzi, non li ama proprio, ma i tre candidati-sindaco manzanesi sostengono che le elezioni comunali sono altra cosa perché nei Comuni il palazzo deve quotidianamente confrontarsi con i problemi della gente. I partiti dove si voterà le prossime amministrative sanno di essere sempre più costretti ad appoggiarsi alle civiche proprio con l’obiettivo di attirare l’attenzione soprattutto dai tanti elettori sfiduciati.
Domenico Pecile©RIPRODUZIONE RISERVATA

 Rassegna stampa a cura
dell’Assessore al Commercio, Territorio, Turismo,
Agricoltura, e Innovazioni tecnologiche
cav. Rosario Genova

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