«Privè perseguitato dai moralisti»
Il presidente del club
di scambisti di Manzano contesta il sequestro del locale: nessuna attività
abusiva. E spiega: il Valalta non è un locale pubblico, non ha scopo di
lucro e le esibizioni che si tengono al suo interno non sono di ospiti
professioniste
Manzano, 10 ottobre 2012
«E’
una persecuzione intentata da bigotti e moralisti» contro un club di
privati, dove «giocano» persone adulte e consenzienti nel pieno rispetto
delle regole.
Il
presidente del club Valalta, il privè di scambisti inaugurato a Manzano
all’inizio dell’anno, respinge l’accusa che venerdì scorso ha portato al
sequestro del locale: nel quale, spiega Alessandro, non si tengono
spettacoli, se non quelli volontariamente offerti dalle signore iscritte.
Non certo
professioniste, considerando che si tratta di mogli e di compagne dei
frequentatori del Valalta, le quali si divertono a esibirsi nelle serate a
tema organizzate dai gestori. L’ipotesi di “apertura abusiva di luoghi di
pubblico spettacolo o trattenimento”, che ha portato appunto al sequestro
preventivo del circolo, secondo il presidente del club è quindi campata in
aria. «Se ci fossero stati davvero spettacoli, allora gli agenti della
polizia in borghese che si sono camuffati tra gli avventori del privè per
lungo tempo, avrebbero potuto coglierci in flagranza, ma così non è stato
perchè nessuna professionista si esibisce al Valalta, al contrario di
quanto accade nei night club.
Hanno
dovuto trovare un cavillo amministrativo che è pure infondato». Già a
giugno documenti e registri erano stati sequestrati, ma erano stati trovati
in regola e, quindi, restituiti. Alessandro ribadisce che il privè che
gestisce a Manzano con altre due persone è tra i pochi dove non gira
prostituzione, nè tanto meno droga.
Dunque
perché tanto accanimento? «So chi non ci vuole. Potrò dirlo soltanto a
indagini concluse.
E pensare
che mi avevano avvisato: quando giravo per privè nel Triveneto con l’idea
di aprire poi un locale nella mia zona tutti mi dicevano che non mi
avrebbero lasciato in pace.
In Friuli
i night club sono tollerati, gli scambisti no.
Chi voleva
aprire a Latisana, per esempio, si è allungato fino a Portogruaro e lì,
soltanto per essere nella provincia di Venezia e non di Udine, non ha avuto
problemi. Solamente tra Padova e Treviso di club come il Valalta ce ne sono
almeno 25».
E anche in
Friuli «non sono santi: c’è tantissima richiesta, a Manzano avevamo
superato i 700 soci ed erano quasi tutto del posto. Allora perché fare gli
ipocriti?».
Insomma,
se un uomo va a vedere le spogliarelliste o le pornostar in un night non fa
peccato, «ma se la vicina di casa va nel privè a giocare con il marito e
altri uomini allora è scandalo?».
Alessandro
insiste: il Valalta non è un locale pubblico, non ha scopo di lucro e le
esibizioni che si tengono al suo interno non sono di ospiti professioniste,
bensì delle stesse socie, per lo più signore over 40 «che non potrebbero
certo ballare la lap dance in discoteca e che in privato trovano invece la
soddisfazione di ricevere un applauso».
Circa la
possibilità di pubblicizzare l’attività, il gestore fa presente che «lo
fanno anche le palestre: spesso sono circoli privati con tanto di tessera,
alla stregua del privè di Manzano, eppure su questo nessuno ha da ridire
nulla».
Il
presidente del circolo manzanese è certo che presto si farà chiarezza e che
il Valalta riaprirà, ma con la consapevolezza che, prima o poi, qualche
altro prestesto per chiuderlo nuovamente si troverà.
«I nemici
di questa zona si chiamano moralismo e bigottismo.
Ora
capisco perchè nessuno aveva mai cercato di aprire un club per scambisti in
Friuli; io pensavo che bastasse essere in regola, invece il problema è
altrove ed è molto in alto».
Infine,
una curiosità: molti giovani (l’età dei frequentatori va dai 19 ai 60)
hanno voluto pagare la quota della tessera senza però partecipare, evitando
persino di entrare: infatti, pare che il fatto di possederla sia “trendy”.
Rosalba Tello©RIPRODUZIONE RISERVATA
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