Club
di scambisti i tre titolari patteggiano
Manzano, 19 gennaio 2013
Tre patteggiamenti per le presunte irregolarità al
Club di scambisti Valalta di Manzano. Si è conclusa ieri dinanzi al giudice
per le udienze preliminari Daniele Barnaba Faleschini la vicenda che ha
preso il via nell’ottobre scorso con il sequestro preventivo del locale
disposto dal gip su istanza del sostituto procuratore Elisa Calligaris. Il
locale recentemente è stato dissequestrato, nel frattempo però i tre
responsabili sono stati denunciati per apertura abusiva di luogo di
pubblico spettacolo. Dagli accertamenti svolti dalla questura Alessandro
Piccolo, udinese di 44 anni, Salvatore Mirmina 42 anni di Campoformido e
Jaqueline Paez Barreto 48 anni cittadina colombiana pure residente a
Campoformido, hanno aperto un circolo privato, che però avrebbe le
caratteristiche di un vero e proprio esercizio di pubblico spettacolo.
Secondo l’accusa infatti il circolo sarebbe aperto a un numero indiscriminato
di clienti e sarebbe gestito con organizzazione del tutto simile a quella
di un locale pubblico in violazione alle norme a tutela dell’incolumità
pubblica e delle prescrizioni. Il tutto in violazione alle norme a
salvaguardia dell’incolumità pubblica che prevede l’obbligo della
certificazione antincendio per i locali che possono ospitare più di un
centinaio di persone. Il circolo conterebbe circa 600 iscritti, singoli o
in coppia, che a fronte del pagamento di una somma di denaro ottengono la
tessera e quindi l’iscrizione al club. Con la tessera i soci ottengono la
drink card, che dà diritto alle consumazioni oltre che dare accesso al
locale e a i relativi spettacoli di intrattenimento. Prassi questa che
parrebbero in netto contrasto con la vocazione dell’associazione che come
precisato nell’atto costitutivo “non ha scopo di lucro e svolge attività di
volontariato”. Ieri dinanzi al giudice Faleschini, Piccolo ha patteggiato
una pena a 10 giorni di arresto e 140 euro di ammenda, pena sospesa, mentre
per Mirmina e Barreto il patteggiamento si è tradotto in una pena a 10
giorni di arresto sostituiti con 2.500 euro di ammenda più altri 60 euro da
pagarsi in una ventina di rate mensili.
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