Manzano, 100 appartamenti invenduti
Mercato immobiliare fermo, diverse agenzie
hanno chiuso. Clamorosa inversione di tendenza: i friulani scelgono
l’affitto
Manzano, 18 maggio 2013
Mercato
immobiliare fermo da mesi a Manzano, investito da una crisi generalizzata
che non lascia - almeno a breve termine - speranze di ripresa: circa 100
gli appartamenti invenduti in paese, 300 le unità ferme anche da anni se si
considera il Triangolo con Corno e San Giovanni, area «interscambiabile»
per chi sceglieva di vivere nel Manzanese, oggi però non più considerata
attrattiva. La morìa delle agenzie imobiliari la dice lunga: solo due le
realtà sopravvissute, Sirio e Tecnocasa, oltre a Monica Zamparo. In questi
ultimi anni hanno chiuso storici mediatori immobiliari come Savoia, La Loggia e Ballico.
Motivo: non si vende più nulla. E chi resta tira a campare con gli affitti:
«Dall’inizio dell’anno, la richiesta di locazione è triplicata - informa
Davide Grillo, socio di Sirio, da 20 anni nel settore -, a conferma dello
stop delle compravendite. Giovani coppie ed extracomunitari non possono
permettersi di accendere mutui e optano quindi per l’affitto». Per i
friulani si tratta di un’inversione di tendenza clamorosa: innamorati del
mattone nel dna, “buttar via” in affitto la stessa cifra che, potendo,
spenderebbero per un mutuo dev’essere davvero una scelta contro natura. Ma
la situazione attuale, tra precarietà occupazionale e difficoltà di accesso
al credito, soprattutto per i più giovani, non consente di fare progetti
per il futuro. «Un terzo delle vendite sono passate alla locazione -
conferma Grillo, che proprio grazie ai 6-7 affitti al mese stipulati riesce
a guadagnarsi lo stipendio -. Gli impresari si ostinano a voler vendere le
case che costruiscono, ma io insisto: se si affittano almeno un paio di
appartamenti, poi prende vita l’intero immobile, e vedere gente che lo
abita dà fiducia ai potenziali acquirenti». Lo specchio di questo
“incaponimento”, purtroppo, improduttivo è Borgo dei Roseti, in via Dante,
un complesso di 52 unità molto ampie (dai 120 metri in su)
costruito nel 2004-5 e completato nel 2008, quando la crisi già mordeva, ma
non c’era ancora sentoredella sua gravità. Finora sono stati venduti solo 2
appartamenti: oggi un immobile del valore iniziale di 180 mila euro lo si
compra a 140 mila, una perdita per il costruttore pari al 20% circa. La
gente del posto pare non abbia apprezzato il mega-condominio: il
costruttore veneto avrebbe “esportando” una tipologia architettonica che
incontra poco il gusto dei friulani, più affezionati alle villette a
schiera se non all'unità singola, a maggior ragione nei paesi. Restando
invenduti i locali, non è stato possibile pagare chi ha effettuato i lavori,
e così un terzo del cantiere è andato in permuta ai fornitori (che però,
beffa, non hanno potuto mai rogitare). Sirio segue lo stabile da 2 anni, ma
finora risposte zero. «Sbagliata sin dall’inzio la politica di vendita e
marketing, avrebbero dovuto calare i prezzi subito. La soluzione oggi, come
dicevo, è affittare 4-5 pezzi e far riprendere vita all'immobile: basta un
fiore in terrazza e dei panni stesi per dare coraggio agli interessati». E
chissà che chi ha messo da parte qualche soldino non si decida a fare
l’affare... Rosalba Tello
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