lunedì 20 maggio 2013

«Nessuna opera fognaria per tre anni dal Poiana»

cav. Rosario Genova

Vice Sindaco - Comune di Manzano
«Nessuna opera fognaria per tre anni dal Poiana»
  Manzano, Iacumin e Zamò solleveranno il caso domani in consiglio comunale «Noi snobbati nonostante il 11,5% nella spa, disagi in vista per aziende e privati»

Manzano, 19 maggio 2013

Nessun’opera di fognatura a Manzano compare nel piano triennale delle opere redatto dall’Aquedotto Poiana. Aziende e privati delle aree artigianali e commerciali non coperte dall’attuale rete fognaria comunale, perciò, allo scadere dell’autorizzazione allo scarico – validità 4 anni – non potranno rinnovare il servizio se non a costo di rilevanti interventi da sostenere a proprie spese. L’opposizione compatta porterà il caso domani sera in consiglio comunale sotto forma di interrogazione. «Già l’assenza di tali infrastrutture porta una riduzione dell’attrattività delle nostre zone industriali – spiegano Iacumin e Zamò –, ora col decadimento dell’agibilità per le attività esistenti ci saranno ulteriori conseguenze».
La minoranza chiede al sindaco Lidia Driutti come mai nel programma 2013-2015 del Poiana compaiano interventi di completamento e adeguamento della rete fognaria (per un investimento di 21.300.000 euro) in vari Comuni, ma non a Manzano. «Eppure il nostro Comune è socio della Spa con l’11,539% delle quote.
Questo la dice lunga su quanto conti la nostra amministrazione comunale». Anche il piano triennale delle opere pubbliche del Comune non prevede la realizzazione di nuovi tratti di fognatura, «e nemmeno esiste – si legge nell’interrogazione – un piano programmatico all’interno dell’ufficio tecnico per la gestione di tale rete.
Lasciate a se stesse, le aziende prive di fognatura comunale per rinnovare l’autorizzazione allo scarico dovanno, alla luce delle nuove norme, mettere a distanza di 50 metri dalla condotta potabile i pozzi perdenti e di 10 metri le vasche settiche (Imhof). «Richieste che nelle nostre realtà – commentano Iacumin e Zamò – sono praticamente impossibili da soddisfare: non ci sono lotti disponibili con spazi compatibili con i vincoli richiesti. E i tempi per adeguarsi sono strettissimi: dieci giorni: chi resta fuori rischia di dover chiudere l’attività».
Rosalba Tello





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