domenica 1 settembre 2013

Da Manzano la panca dell'amore

Rassegna Stampa – 1 settembre 2013










cav. Rosario Genova

Vice Sindaco - Comune di Manzano




Da Manzano la panca dell’amore
La realizzazione dei fratelli Borella posizionata davanti all’Arena di Verona. Un progetto per il turismo


Manzano, 1 settembre 2013
Forever love è il nome del progetto nato dall’idea di Stefano e Francesco Borella, rispettivamente designer e architetto, che nel loro studio di Manzano hanno disegnato la panchina dell’amore, realizzata dalla ditta Tonello di Buttrio per la parte metallica in acciaio corten e dalla Gtn di Cividale per la seduta in iroko trattato a cera, che resterà posizionata davanti all’Arena di Verona. A giorni la cerimonia con il sindaco Flavio Tosi e le due associazioni Giulietta e Romeo della città veneta e di Udine, che hanno sostenuto e aiutato lo studio a concretizzare l’idea. Il progetto, presentato quest’anno alla Bit di Milano, è ispirato, partendo dalla città dell’amore per eccellenza, dalla volontà di creare un percorso a tema che possa diventare un’attrazione turistica della nostra regione. Celebrare il sentimento più nobile partendo dagli innamorati più famosi, Romeo e Giulietta le cui iniziali (R e G) nell’opera, attraverso un segno grafico, formano le due parti del cuore che poi come un nastro termina con una seduta. Recentemente alcuni studiosi hanno fatto risalire l’origine del dramma shakespeariano alla storia tra i due friulani Luigi Da Porto e la cugina Lucina Savorgnan. Da Porto, pare, fu ispirato nel suo racconto dopo essere stato ferito proprio a Manzano nel 1511 in uno scontro tra le truppe della Serenissima Repubblica di Venezia e quelle imperiali, e menomato non ha più potuto sposare l’amata cugina. Lo scritto poi passato di mano in mano arrivò fino alla penna del famoso drammaturgo inglese, che lo rese celebre. L’ambizione è, per i fratelli Borella, quella di riuscire a installare una panchina anche in diverse città-simbolo del Fvg per riuscire a incuriosire i turisti portandoli a scoprire i siti, non solo quelli legati agli innamorati friulani, con la possibilità da parte di enti pubblici e privati di sponsorizzare l’opera con lo slogan “adottami con un pensiero d'amore” con una propria frase da incidere alla base della scultura. Lo scopo è riuscire nel tempo a collegare il messaggio evocativo dell’amore rivolto a un target più giovane, agli eventi culturali riguardanti i fatti di cuore. La storia di Luigi e Lucina è solo una delle tante risorse che il Friuli deve imparare a sfruttare e che come spesso accade finora rimasto nell’ombra. Un modo diverso per rilanciare il turismo che se intrapreso nel giusto modo può creare posti di lavoro anche in altri settori, dal franchising all’enogastronomia. Il turista seguendo il “percorso dell’amore” avrà l’occasione di scoprire bellezze paesaggistiche e produzioni locali. Il progetto, nell’idea dei fratelli Borella, potrebbe anche svilupparsi oltre i confini regionali, posizionando l’installazione nelle città simbolo dell’immigrazione friulana attraverso i Fogolars Friulani, esportando quindi l’immagine del Friuli nel mondo. Un’idea ambiziosa che però deve essere studiata e portata avanti nel tempo e alimentata con nuovi progetti e iniziative. Certamente un’occasione importante e una strada da percorrere per far scoprire non solo ai turisti, ma agli stessi friulani le tante risorse della propria terra. Silvia Riosa 


Designer e architetto con studio in via Diaz Le idee da schizzi a matita su fogli bianchi

Lo studio Borella, un atelier in via Diaz, un tempo attività di famiglia, oggi diventato il laboratorio di tanti progetti importanti e molte idee ambiziose che portano il lavoro di Stefano e Francesco (designer e architetto) nelle più importanti vetrine del mondo. Proprio dall’arte dei due fratelli è nato l’allestimento cornice della visita del Dalai Lama a Udine e come quello altri progetti nel segno dell’ecosostenibile e della semplicità. Tutte le idee nascono, come un tempo, da schizzi a matita fatti su fogli bianchi. Un modo per i più tecnologici che potrebbe sembrare un po’ retrò, ma che così non è: dietro nasconde una grande capacità di ascoltare il cliente e osservare il mondo che ci circonda imparando a comunicare al passo coi tempi e nella semplicità proporre prodotti innovativi rispettosi dell’ambiente. Stessa attenzione rivolta al loro atelier, nato dal recupero di un capannone di famiglia ristrutturato in meno di un anno e che dopo un investimento iniziale oggi si paga da solo producendo energia e senza sprechi. (s.r.) 


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