Manzano, il Distretto cambia
simbolo
La Grande sedia sarà rimpiazzata da un nuovo manufatto. Il progetto
coinvolgerà designer e artisti di fama internazionale
Manzano, 4 Dicembre 2013
Un altro simbolo per il Distretto della
sedia, che rinnova così la sua immagine: la Grande sedia sarà
rimpiazzata da un progetto che coinvolgerà designer a livello
internazionale. Un gruppo di imprenditori locali, infatti, ha deciso di
promuovere il distretto proponendo per il comparto un nuovo emblema e
affidando ad Asdi il compito di coordinare l’iniziativa. La Grande sedia
vacilla, ma non crolla: e se ha bisogno di una revisione, ecco che il
territorio risponde coralmente, cogliendo anzi l’occasione per una
modernizzazione nello stile e nel design di quello che è stato per
anni il simbolo del distretto. Un gruppo di imprenditori della zona
intende promuovere il settore proponendone una rinnovata immagine. La
sfida
è riuscire a progettare una seduta che rappresenti l’evoluzione dei
tempi e le caratteristiche del comparto, che a oggi conta oltre 600
imprese nell’intera filiera presenti sui mercati di tutto il mondo. «Non
un progetto di ricostruzione della vecchia sedia – spiegano
i promotori dell’iniziativa –, ma di ricerca e sviluppo di un nuovo
simbolo che coinvolga designer, architetti e artisti di fama
internazionale. Proponiamo anche una serie di attività promozionali che
permetteranno alle aziende del distretto di concorrere alla promozione
di se stesse e del comparto; si sta già pensando a un contest a invito
su scala internazionale». I proponenti sono concordi nel
sottolineare che sarà un progetto dell’intero distretto, quindi aperto a
tutti gli altri imprenditori che vorranno partecipare prendendo
direttamente contatto con Asdi e prevedendo forme di partecipazione
differenziata che permetterà un’adesione numerosa, dalle aziende
più grandi a quelle più piccole. «L’auspicio del gruppo è quello di
vedere attivamente coinvolti in questo percorso
di rinnovamento dell’immagine dell’intero Distretto della sedia tutti i
principali attori del mondo pubblico economico e territoriale
– spiega il presidente di Asdi, Giusto Maurig –. Con la realizzazione
del nuovo simbolo si intende dunque catalizzare l’attenzione
internazionale verso il nostro territorio, una realtà che ha saputo
rinnovarsi negli anni e che ogni giorno si propone sui mercati globali
con
design, qualità e innovazione, orgogliosa dei propri prodotti e della
propria identità».
Venturini sulla mozione: Progetto non conosce le
regole
MANZANO
«Mi stupisco che un movimento come Progetto Manzano, che si
accinge a celebrare i 20 anni di fondazione, non conosca a fondo il
funzionamento della macchina amministrativa e che parli di ritiro della
mozione
quando può essere ritirata solo in consiglio». L’assessore Venturini
bacchetta il gruppo che storicamente appoggia il sindaco
Driutti. «Al sottoscritto – continua Venturini, che presentando una
mozione sul caso dell’ex capufficio tecnico Nardin ha scatenato
una loota interna alla maggioranza – non è stata data la possibilità di
poterla esporre in aula; pertanto è stata
depositata e ora può essere eventualmente ritirata solo in consiglio.
Prima di parlare bisognerebbe conoscere i regolamenti». Venturini
replicando così a chi lo esortava a fare un passo indietro: «Come ho
detto in aula, il rispetto delle regole in democrazia, per un
movimento come Progetto che si definisce non politico, dovrebbe essere
un fondamento. Si consenta a ogni consigliere di potersi esprimere».
L’assessore ricorda che il geometra Paolo Nardin è capuffico tecnico a
Manzano dal ’96 «e ha lavorato con diversi sindaci e
assessori, in primis con la Driutti, che ai tempi era assessore ai
lavori pubblici. Non capisco l’intransigenza che si è venuta a
determinare, visto che in analoghe e annose situazioni abbiamo sempre
trovato soluzioni transattive». Infine, un affondo a Della Rovere, che
nell’ultima seduta aveva parlato di malapolitica: «La stessa che però –
precisa Venturini – ha portato allo
stanziamento di 400 mila euro per la sistemazione urbanistica di
Manzinello». Forse, allora, sarebbe meglio chiamarla semplicemente
politica.
(r.t.)
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