«La Palmanova-Manzano andava
fatta»
Dal vicepresidente della Provincia agli ex
amministratori della capitale della sedia la condanna allo stop della Regione
Manzano, 22 Marzo 2014
Non si fanno attendere le reazioni politiche
all'annuncio della Regione dello alla Palmanova-Manzano. Un blocco da
più parti accostato a promesse politiche fatte in campagna elettorale
«e che non tiene conto di un lavoro e di una progettazione che arrivano
da lontano, frutto di condivisioni e visioni lungimiranti»: forte
il disappunto del vicepresidente della Provincia, Franco Mattiussi, che
bolla la decisione del governo Serracchiani come «miope sulla
possibilità di valorizzare il Distretto della sedia. Bloccare la
Palmanova-Manzano significa vanificare tutti gli interventi che in
questi anni
sono stati fatti in vista della creazione della nuova arteria. La nuova
complanare, o la variante 352, pensate e attuate allo scopo di collegare
il
raccordo della A4. Un’opportunità persa, che parte da una visione di
attuale decrescita produttiva di una zona in difficoltà, ma
che se tagliata fuori anche poche opportunità di ripartire». Sulla
stessa linea anche l'ex sindaco Lidia Driutti, da sempre a favore dei
lavori: «Dieci anni di lavoro buttato alle ortiche, sono state snobbate
le volontà del territorio. Il no della Regione snatura tutto il
progetto propedeutico di più ampio raggio portato avanti con
investimenti di risorse e tempo. I soldi spesi sinora a questo punto
sembrano
risorse buttate al vento per una decisione solo politica». L’ex
vicesindaco e assessore alla viabilità di Manzano, Rosario
Genova, sostiene che «oggi le strade regionali sono diventate urbane con tutte queste rotatorie. Era un motivo ulteriore per sostenere
la nuova viabilità Palmanova-Manzano. E’ bene che la presidente Serracchiani tenga presente che finora è stato speso denaro
pubblico». Sulle dichiarazioni dell’assessore Santoro sulla necessità di ricostruire le condizioni per la ripresa dello sviluppo
nel Distretto della sedia, Genova è netto: «Si faccia
una politica di buon senso, agendo da subito sugli sgravi fiscali
per le aziende del Triangolo della sedia, che non da oggi sono in grande
sofferenza». Insomma, emergono posizioni molto distanti tra chi da un
lato giudica buon senso bloccare un opera che, se realizzata (costo 90
milioni di euro), non terrebbe conto di uno scenario economico
profondamente
mutato (errore secondo alcuni già fatto con la nuova bretella di
Premariacco) e chi invece riconduce il tutto a mere scelte politiche,
tanto
superficiali quanto dannose. Silvia Riosa

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