Tentò di truccare la gara per la
caserma
Manzano, a giudizio l’impiegato di
un’azienda accusato di aver offerto soldi per l’appalto della palazzina dei carabinieri
Manzano, 28 Ottobre 2014
La travagliata progettazione della nuova
caserma dei carabinieri di Manzano è stata punteggiata da polemiche e
blocchi del progetto per vincoli di spesa. Mancavano solo le vicende
giudiziarie. Quelle sono arrivate con il procedimento per istigazione
alla corruzione a carico dell’udinese Lorenzo Cargnelutti, rinviato a
giudizio dal giudice per le udienze preliminari Daniele Barnaba
Faleschini. Stando alle ipotesi dell’accusa formalizzate dal sostituto
procuratore Barbara Loffredo, il quarantenne udinese dipendente
dell’azienda di costruzioni Coveco Scpa di Marghera avrebbe cercato di
farsi
dire i nomi dei componenti della commissione nominata per l’assegnazione
dei lavori di costruzione della nuova caserma dei carabinieri e,
già che c’era, anche alcuni particolari del progetto per far vincere
l’appalto alla sua azienda. La giunta Driutti aveva affidato
la progettazione definitiva per la nuova caserma all’architetto Luisa
Fontana di Schio, a capo di un raggruppamento temporaneo di
professionisti
di cui facevano parte anche l’ingegner Giordano Deganutti, l’ingegner
Giosuè Gobessi, entrambi udinesi, l’architetto Giulia
Pentella di Roma e il geometra Gastone Piasentin di Manzano. E proprio
con Piasentin, che dal giugno 2012 divenne consigliere comunale,
Cargnelutti
avrebbe avuto un colloquio il 30 settembre dello stesso anno. Un
incontro dal tono confidenziale nel corso del quale, stando alla tesi
dell’accusa, Cargnelutti gli avrebbe chiesto i nominativi dei componenti
della commissione istituita dal Comune per l’assegnazione dei
lavori. Nello stesso incontro Cargnelutti, presentatosi con un biglietto
da visita dalla Coveco Scpa, avrebbe anche richiesto l’elenco completo
delle migliorie al progetto che l’amministrazione comunale avrebbe
gradito, offrendo in cambio a Piasentin una retribuzione e l’inizio di
una collaborazione professionale a suo vantaggio. Avrebbe proposto, in
sintesi, uno “scambio di favori” che avrebbe permesso alla Coveco
di vincere la gara con un ribasso forte e competitivo. Piasentin,
declinò l’invito. Nè fu bandita alcuna gara d’appalto,
visto che il Comune di Manzano bloccò l’iter procedurale a causa dei
vincoli di spesa derivanti dal patto di stabilità. In
compenso, Cargnelutti si trovò a dover rispondere delle accuse di
istigazione alla corruzione. Venerdì l’udienza dinanzi al gup
che ha deciso il rinvio a giudizio dinanzi al tribunale di Udine riunito
in composizione collegiale. L’udienza è stata fissata per il 10
marzo.

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