La decadenza dell’ultimo simbolo
La decadenza dell’ultimo simbolo Manzano,
la Grande sedia attende da tempo di essere aggiustata e spostata nella rotonda Calligaris
Manzano, 6 Novembre 2014
Tra favorevoli e contrari il
trasferimento della sede di Asdi sedia a San Giovanni al Natisone ha
sollevato non poche polemiche e gli attacchi a vecchi e nuovi
amministratori non
sono mancati. Per molti Asdi è un simbolo di Manzano e del distretto
industriale. Ma quando si pensa alla Capitale della sedia, il primo
pensiero va alla gigantesca Marocca che svetta nel largo definito
appunto “della Grande sedia”, ben visibile dalla strada regionale 56.
Il simbolo
Con le sue 23 tonnellate
di peso, realizzata in abete rosso, era stata commissionata negli anni
’90 da Promosedia. Dal ’95 dà il benvenuto a chi arriva
dalla 56 ed entra a Manzano. Nel 2013, però, il simbolo era
letteralmente crollato (parte dello schienale) a causa di eventi
atmosferici e
mancata manutenzione, rimosso da parte dei vigili del fuoco che poi
avevano delimitato l’area, tuttora transennata. Viene da chiedersi
quindi,
dopo tanti mesi e idee di ristrutturazione, cosa ne sarà di questo
simbolo tanto caro ai manzanesi che ora, dopo il trasferimento di Asdi,
pare
essere l’ultimo rimasto a ricordo degli anni d’oro della produzione del
triangolo industriale.
Gli interventi
Il costo per
ristrutturare la Sedia si aggira sui 100 mila euro, compreso lo
spostamento, annunciato, ma non ancora eseguito, sulla nuova rotonda
costruita dalla
Provincia sulla 56 all’altezza dell’incrocio Calligaris. Visti i pochi
fondi comunali, l’allora sindaco Lidia Driutti aveva
annunciato la volontà di una cordata di imprenditori di recuperare o
ricostruire l’opera.
Il progetto
Dopo il crollo dello
schienale, la determinazione era stata quella, grazie agli imprenditori
della zona, di ristrutturare e rimodernare quello che indiscutibilmente
rappresenta un monumento alla produzione del distretto. La sfida
annunciata era di riuscire a progettare una seduta che rappresentasse
l’evoluzione dei tempi e le caratteristiche del comparto. La “palla” era
quindi passata ad Asdi per il coordinamento
dell’iniziativa. Il commissariamento del Comune, i mesi di “stand-by”,
le elezioni e il cambio alla guida dell’amministrazione
hanno di fatto congelato il progetto, anche se pare che permanga la
volontà di riprenderlo e portarlo avanti da parte sia di Asdi che del
Comune.
Altra riqualificazione
Intanto sono
partiti in questi giorni i lavori di asfaltatura della nuova rotonda
sulla quale poi dovrebbe – condizionale ormai d’obbigo – essere
posizionata la “Cadrega”. Secondo l’indicazione della Provincia,
l’asfaltatura sarà ultimata entro l’anno con la
posa finale del manto stradale che, quindi, renderà più sicuro tutto il
nuovo tratto di carreggiata.
La luce
Fermi, per ora, gli
ulteriori interventi previsti per l’illuminazione, che interessano anche
la complanare che, per i vincoli di spesa, slittano nella
programmazione delle opere del 2015. Nessuna nuova, invece, sul cambio
di ubicazione della Grande sedia, “congelata” lì
dov’è e che per ora pare reggere i tempi di attesa degli accordi
amministrativi tra soggetti coinvolti: Comune, Provincia e Asdi. Silvia
Riosa
Zamò a
Gallosi: è la Camera di commercio a decidere sulla sede Asdi, non il Comune
«L’attacco mosso dalla Gallosi (Ncd) al
Comune e a me personalmente è il prodotto della strategia di chi, senza
argomenti concreti, pensa che sia necessario ottenere visibilità
inventando polemiche»: questa la replica del vicesindaco Lucio Zamò, chiamato in causa sul cambio sede Asdi. «La sede non la
decide il Comune, ma la Camera di commercio. Il trasferimento fu
discusso già dalla giunta Driutti e da questa non contrastata in alcun
modo.
Gallosi sembra preoccupata di sapere su quali sedie dovranno sedersi i
collaboratori di Asdi, mentre noi riteniamo che quello che conti sia
quello che
farà per il nostro distretto. Ci sono cittadini di Manzano che lavorano a
San Giovanni e viceversa. L’economia non riparte facendo
campanilismo, ma con l’impegno di tutti: istituzioni, associazioni,
aziende, lavoratori, comunità. Mi auguro che in futuro Gallosi voglia
abbandonare i panni del gladiatore e usare la sua indubbia intelligenza
con contributi in termini di idee. Saremmo lieti di ascoltarle». (s.r.)
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