giovedì 6 novembre 2014

La decadenza dell’ultimo simbolo

Rassegna Stampa - Novembre 2014

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
La decadenza dell’ultimo simbolo
 La decadenza dell’ultimo simbolo Manzano, la Grande sedia attende da tempo di essere aggiustata e spostata nella rotonda Calligaris

Manzano, 6 Novembre 2014
   Tra favorevoli e contrari il trasferimento della sede di Asdi sedia a San Giovanni al Natisone ha sollevato non poche polemiche e gli attacchi a vecchi e nuovi amministratori non sono mancati. Per molti Asdi è un simbolo di Manzano e del distretto industriale. Ma quando si pensa alla Capitale della sedia, il primo pensiero va alla gigantesca Marocca che svetta nel largo definito appunto “della Grande sedia”, ben visibile dalla strada regionale 56.
Il simbolo Con le sue 23 tonnellate di peso, realizzata in abete rosso, era stata commissionata negli anni ’90 da Promosedia. Dal ’95 dà il benvenuto a chi arriva dalla 56 ed entra a Manzano. Nel 2013, però, il simbolo era letteralmente crollato (parte dello schienale) a causa di eventi atmosferici e mancata manutenzione, rimosso da parte dei vigili del fuoco che poi avevano delimitato l’area, tuttora transennata. Viene da chiedersi quindi, dopo tanti mesi e idee di ristrutturazione, cosa ne sarà di questo simbolo tanto caro ai manzanesi che ora, dopo il trasferimento di Asdi, pare essere l’ultimo rimasto a ricordo degli anni d’oro della produzione del triangolo industriale.
Gli interventi Il costo per ristrutturare la Sedia si aggira sui 100 mila euro, compreso lo spostamento, annunciato, ma non ancora eseguito, sulla nuova rotonda costruita dalla Provincia sulla 56 all’altezza dell’incrocio Calligaris. Visti i pochi fondi comunali, l’allora sindaco Lidia Driutti aveva annunciato la volontà di una cordata di imprenditori di recuperare o ricostruire l’opera.
Il progetto Dopo il crollo dello schienale, la determinazione era stata quella, grazie agli imprenditori della zona, di ristrutturare e rimodernare quello che indiscutibilmente rappresenta un monumento alla produzione del distretto. La sfida annunciata era di riuscire a progettare una seduta che rappresentasse l’evoluzione dei tempi e le caratteristiche del comparto. La “palla” era quindi passata ad Asdi per il coordinamento dell’iniziativa. Il commissariamento del Comune, i mesi di “stand-by”, le elezioni e il cambio alla guida dell’amministrazione hanno di fatto congelato il progetto, anche se pare che permanga la volontà di riprenderlo e portarlo avanti da parte sia di Asdi che del Comune.
Altra riqualificazione Intanto sono partiti in questi giorni i lavori di asfaltatura della nuova rotonda sulla quale poi dovrebbe – condizionale ormai d’obbigo – essere posizionata la “Cadrega”. Secondo l’indicazione della Provincia, l’asfaltatura sarà ultimata entro l’anno con la posa finale del manto stradale che, quindi, renderà più sicuro tutto il nuovo tratto di carreggiata.
La luce Fermi, per ora, gli ulteriori interventi previsti per l’illuminazione, che interessano anche la complanare che, per i vincoli di spesa, slittano nella programmazione delle opere del 2015. Nessuna nuova, invece, sul cambio di ubicazione della Grande sedia, “congelata” lì dov’è e che per ora pare reggere i tempi di attesa degli accordi amministrativi tra soggetti coinvolti: Comune, Provincia e Asdi. Silvia Riosa

Zamò a Gallosi: è la Camera di commercio a decidere sulla sede Asdi, non il Comune
«L’attacco mosso dalla Gallosi (Ncd) al Comune e a me personalmente è il prodotto della strategia di chi, senza argomenti concreti, pensa che sia necessario ottenere visibilità inventando polemiche»: questa la replica del vicesindaco Lucio Zamò, chiamato in causa sul cambio sede Asdi. «La sede non la decide il Comune, ma la Camera di commercio. Il trasferimento fu discusso già dalla giunta Driutti e da questa non contrastata in alcun modo. Gallosi sembra preoccupata di sapere su quali sedie dovranno sedersi i collaboratori di Asdi, mentre noi riteniamo che quello che conti sia quello che farà per il nostro distretto. Ci sono cittadini di Manzano che lavorano a San Giovanni e viceversa. L’economia non riparte facendo campanilismo, ma con l’impegno di tutti: istituzioni, associazioni, aziende, lavoratori, comunità. Mi auguro che in futuro Gallosi voglia abbandonare i panni del gladiatore e usare la sua indubbia intelligenza con contributi in termini di idee. Saremmo lieti di ascoltarle». (s.r.) 


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