sabato 14 febbraio 2015

Sindaci in rivolta «Unioni da rifare»

Rassegna Stampa - Febbraio 2015

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
Sindaci in rivolta «Unioni da rifare»
 Al summit dei dissidenti hanno aderito 70 amministrazioni Verrà proposto alla Regione di adottare il modello veneto

Udine, 12 Febbraio 2015
  Si fa di ora in ora più consistente il fronte degli amministratori locali che guardano con sospetto, se non con aperta ostilità, alla legge di riforma degli enti locali. Malesseri covati da tempo, che l’approvazione da parte della giunta Serracchiani del piano di perimetrazione delle nuove Unioni territoriali intercomunali ha avuto l’effetto di far esplodere, spingendo gli amministratori a dar battaglia. Si ritroveranno “al fronte” domani, nella sede della Provincia di Udine (dalle 17.30), dove tre di loro – Renato Carlantoni (Tarvisio), Piermauro Zanin (Talmassons) e Pierluigi Molinaro (Forgaria) – li hanno chiamati a raccolta. A rispondere sono stati, fino a ieri sera, ben 90 tra sindaci, assessori e consiglieri, in rappresentanza di circa 70 Comuni. «Ma continuiamo a ricevere telefonate ed email di conferma», ha detto nel pomeriggio Carlantoni, tastando con soddisfazione la positiva risposta di tanti colleghi. Di centrodestra e centrosinistra. Delle province di Udine, Pordenone e Gorizia. «Segno – ha aggiunto – di un pesante malcontento che va al di là degli schieramenti e dei confini territoriali». Due i punti all’ordine del giorno di domani: da un lato l’analisi della legge – complice la presenza di un pool di legali – per valutarne gli eventuali profili d’incostituzionalità, dall’altro l’illustrazione di un modello alternativo di riforma, adottato dal Veneto, che Carlantoni&co vorrebbero venisse preso a modello per attuare «i giusti correttivi ad una legge carente sotto diversi aspetti». Alle tante critiche mosse sulla dimensione delle Uti, Carlantoni ne aggiunge una relativo alla sostenibilità. «Manca – afferma - tutta la parte finanziaria e di analisi dei costi-benefici, che non può essere rimandata a una norma successiva a quella di riassetto istituzionale. Non solo. La legge 26 stabilisce che se alla scadenza del primo triennio della costituzione non sia comprovato da parte dell’Unione e dei Comuni ad essa aderenti, il conseguimento di significativi risparmi di spesa e di livelli di efficacia e di efficienza nella gestione, la Regione può disporre penalizzazioni di natura finanziaria. Ciò – conclude - a riprova dell’incertezza sugli effettivi risparmi che si potranno realizzare con la riforma». Alle perplessità che riguardano l’impianto normativo, se ne aggiungono tante relative alla proposta di perimetrazione delle 17 Uti che sta sollevando un vero e proprio polverone. Richieste di aggiustamento arrivano da ogni angolo della regione. Accanto a territori che hanno accolto favorevolmente la proposta di Unione, ve ne sono molti dove si chiede lo spostamento ad altra Uti. Richieste, alcune di facile soluzione, altre meno. Vedi il caso Osoppo: l’inserimento del paese nell’unione Collinare anziché in quella del Friuli orientale ha spinto per protesta 15 tesserati Pd – l’intero circolo del paese – a rassegnare le dimissioni dal partito. In settimana riceveranno la visita della segretaria Fvg del Pd, Antonella Grim, ma la loro posizione resta granitica. «A meno non si trovi una soluzione – afferma Viviana Londero, segretaria dimissionaria del Circolo – non faremo dietrofront. La questione per noi è fondamentale e non ha senso fare politica se non per tutelare il nostro territorio. Lo ripeto: vogliamo che Osoppo non si stacchi dal Gemonese e la via d’uscita potrebbe essere quella del sindaco Urbani, vale a dire unire le Uti di collinare e gemonese, garantendo l’autonomia della prima con l’istituzione di un sub-ambito». Maura Delle Case

Nessun commento:

Posta un commento