venerdì 15 maggio 2015

«Un referendum per unire Manzano e San Giovanni»

Rassegna Stampa - Maggio 2015

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
«Un referendum per unire Manzano e San Giovanni»
 I gruppi di minoranza dei due Comuni non si arrendono al no ricevuto in consiglio Verso la creazione di un comitato «perché possano essere i cittadini a scegliere»
 
Manzano, 15 Maggio 2015
 Un solo sindaco, un unico consiglio, razionalizzazione della spesa, minor imposizione fiscale e nuove strategie di sviluppo per il territorio. In una sola parola, fusione tra Manzano e San Giovanni al Natisone. Questa in sintesi la posizione dei gruppi di opposizione dei due Comuni che, inascoltati dalla rispettive maggioranze, che hanno respinto le richieste di unione, nelle prossime settimane creeranno un comitato referendario per chiedere ai cittadini di scegliere.
Manzano Le prime azioni risalgono a novembre, quando il gruppo di Ricostruiamo Manzano aveva presentato una mozione al sindaco sulla riforma regionale degli enti locali. Poi un’interpellanza assieme al gruppo Progetto Manzano e un ordine del giorno per impugnazione la legge 26 davanti al Tar. Infine, il consiglio convocato d’urgenza su fusione e creazione della Città Comune Manzano - San Giovanni al Natisone, risoltosi con voto contrario della maggioranza. «La riforma – ribadisce Daniele Macorig – anziché valorizzare i Comuni poggia sull’eliminazione delle provincie, in particolare quella di Udine». Evidente per Macorig il disegno politico che vede nei recenti emendamenti la provincia di Trieste rimanere unita, quella di Gorizia divisa in due, Udine suddivisa in dieci Uti e Pordenone unita grazie a un emendamento voluto da Bolzonello per mantenere il consenso elettorale. Contrarietà assoluta all’adesione all’Uti anche da parte di Progetto Manzano, che col capogruppo Lorenzo Alessio conferma, dopo gli incontri con i colleghi di San Giovanni, che la direzione intrapresa va perseguita senza tentennamenti.
San Giovanni al Natisone La perdita di centralità è qualcosa che non può essere presa in considerazione, spiega Giusto Maurig, capogruppo di Progetto Comune: «L’obiettivo è mantenere l’autonomia, cosa che con l’adesione all’Uti non sarà possibile. Abbiamo il diritto e il dovere in un periodo di globalizzazione di proporre ai cittadini una valida alternativa, così che possano scegliere ed essere protagonisti di una decisione importante come questa». Stessa linea per gli altri capigruppo di minoranza Antonio Basso (Forza San Giovanni) e Cesare Mangoni (Movimento libero). Quest’ultimo precisa che la proposta di fusione era parte integrante del suo programma elettorale: «Visione lungimirante, la scelta di fusione già doveva essere fatta. Dalla riduzione dei costi deriverà una riduzione della pressione fiscale, un bene soprattutto per le fasce deboli».
 

Nessun commento:

Posta un commento