domenica 6 settembre 2015

«No ai fondi per far lavorare gli stranieri»

Rassegna Stampa - Settembre 2015

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
«No ai fondi per far lavorare gli stranieri»
 Riccardi (Fi): inaccettabile lo stanziamento di 500 mila euro. Fedriga: è una vergogna

Udine, 6 Settembre 2015

  È una questione di «equità». Perché, poi, «non c'è da stupirsi se la gente è esasperata», denuncia il capogruppo azzurro Riccardo Riccardi. Della gestione dell’emergenza immigrazione non vanno giù quei 500 mila euro di stanziamenti regionali per favorire l’integrazione dei migranti (circa 3 mila quelli accolti in Fvg) attraverso l’impiego in lavori di pubblica utilità. E non gli basta la garanzia dell’assessore Gianni Torrenti, secondo cui non si tratta di «soldi sottratti agli italiani, per cui sono già stati destinati 4 milioni di euro». «Fino a quando si continuerà ad agire al di fuori dai criteri di parità ed equità, non vinceremo questa partita» osserva Riccardi secondo il quale «di fronte alle difficoltà in cui versano i cittadini italiani, il fatto che la Regione dia 500 mila euro a beneficio di persone già mantenute dallo Stato, vuol dire alimentare la tensione sociale». Parla di «vergogna» il capogruppo alla Camera e segretario della Ln Massimiliano Fedriga, che così definisce «i nuovi finanziamenti agli immigrati, tramite il fondo per i lavori socialmente utili». «Con un tasso di disoccupazione che in Fvg è salito di un punto e mezzo - ricorda Fedriga -, davvero la sinistra non trova di meglio da fare che regalare ulteriori soldi per l’inserimento lavorativo dei clandestini?». Guardando alla crisi dei Balcani, il sindaco di Tarvisio, Renato Carlantoni, teme ora ancora di più per il suo territorio condannato a essere la porta dell’immigrazione da nordest. Il Comune ospita anche cento minori non accompagnati, a «un costo che ha già superato i 500 mila euro da inizio anno. Soldi che saranno rimborsati dalla Regione sì - ammette Carlantoni - ma tra 12 mesi». Intanto, però, gli arrivi non si fermano e bisogna affrontare le criticità. Per la montagna «i problemi ordinari così si moltiplicano» e la caserma di Fusine rischia di «non essere più sufficiente. I migranti entrano in Italia con l’intento di andare al nord - precisa Carlantoni - ma conoscono i tempi della burocrazia che sono tali da consentire loro di organizzarsi, senza essere rimandati indietro. Con quello che accade in Ungheria, la Regione deve fare la voce grossa a Roma».

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