venerdì 16 ottobre 2015

Mario Pezzetta Dobbiamo competere con il sistema del Nord per tornare protagonisti e non essere più additati come assistiti

Rassegna Stampa - Ottobre 2015

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
Mario Pezzetta Dobbiamo competere con il sistema del Nord per tornare protagonisti e non essere più additati come assistiti
 
 L’Anci propone un “Manifesto” per tornare a essere attrattivi
Presa di posizione sulle Uti: errore aver dato ai commissari poteri straordinari
 
 
Manzano, 15 ottobre 2015
 Divisi sulle Uti, i sindaci si preparano a far fronte comune in difesa della Specialità regionale che la crisi, la fuga dei giovani cervelli, la desertificazione di imprese, banche e multi-utility ipotecano a sentire gli amministratori locali almeno al pari dell’ostilità covata dalle Regioni ordinarie. I Comuni, roccaforte dell’autonomia del Fvg, sono pronti a fare muro. Giocando all’attacco e non in retroguardia. Con un “Manifesto” destinato al governo regionale cui dar forma in sede di un tavolo aperto a tutti gli amministratori locali della regione. A proporlo è stato ieri il leader di Anci Fvg, Mario Pezzetta, tirando le fila dell’assemblea straordinaria dei sindaci ospitata a Pasian di Prato. «Propongo d’istituire un tavolo Anci con amministratori e primi cittadini in rappresentanza di tutti i territori e le appartenenze politiche – ha detto Pezzetta – per fare sintesi sul futuro della Specialità. Dobbiamo metterci nella condizione di competere con il sistema del Nord, tornare ad essere attrattivi per le attività economiche, riuscire a trattenere i giovani sui nostri territori. Per tornare protagonisti e non essere più additati come assistiti». Se in materia di Specialità i 70 sindaci presenti si sono dimostrati disponibili a discutere, d’altro canto in molti hanno però lasciato Pasian di Prato con l’amaro in bocca. Scontenti per la posizione di “neutralità” mantenuta ieri da Anci nonostante le tante critiche sollevate rispetto alla legge 26. Bocciature vere e proprie in qualche caso. Al limite della belligeranza. Rispetto alla posizione moderata di Pezzetta, che pur non risparmiando le critiche alla riforma – «considero – ha detto – un errore aver dato ai commissari dei poteri straordinari» -, ha invitato i presenti a verificare bontà e limiti della norma sul campo, molti sindaci sono tornati all’attacco della legge. Ritenuta lesiva dell’autonomia di giunte e consigli comunali, nonché inattuabile nei tempi previsti dalla giunta regionale. Il sindaco di Spilimbergo, Renzo Francesconi, è arrivato sventolando un documento tecnico, «che dimostra come sia materialmente impossibile rispettare il crono-programma». Leggi: entro la fine di novembre i Comuni non riusciranno ad approvare il primo bilancio delle Uti che a ruota difficilmente potranno iniziare a operare dal primo di gennaio. «Le Unioni? Sono - per il padrone di casa, il sindaco di Pasian di Prato Andrea Pozzo - un modello alternativo alla democrazia. Nessuno di noi si è presentato con un programma che parlasse delle Uti. E nessuno potrà giudicarle perché non si votano». Uno dei prezzi maggiori che i Comuni temono di pagare alla riforma è la frantumazione della base. La difficoltà che già si percepisce nei rapporti tra municipi. «Sarà devastante per le autonomie», ha detto dal canto suo Paolo Urbani, il sindaco di Gemona, pronto a «fare resistenza fino alla fine per arrivare a celebrare, l’anno delle elezioni, la liberazione». «Qui c’è un livello di contenzioso tra Regione e enti locali che non si è mai visto», ha confermato Roberto Ceraolo, primo cittadino di Sacile, auspicando che «nell’interesse dei territori ci si rimetta al tavolo e si tenti di riavviare un dialogo». Anche nell’interesse della Specialità, «che va meglio interpretata e salvata con l’unità». Se il sindaco di Corno di Rosazzo, Daniele Moschioni - pronto a uscire dall’Anci - ha chiesto all’associazione di proporre l’abrogazione della legge, il collega di Talmassons, Mauro Zanin, ha sfidato la giunta Serracchiani a rimettere le mani in pasta e dar corpo a un progetto di riforma istituzionale «che riformi chiaramente, sulla base di una visione complessiva, strategica, sia la Regione che gli enti locali nell’ambito di uno stesso impianto normativo». Tra le tante critiche e denunce anche l’amarezza del sindaco di Pagnacco, Luca Mazzaro: «Stasera (ieri, ndr) andrò in consiglio a bocciare lo statuto Uti già sapendo che quella delibera non avrà alcun valore. È la sconfitta della democrazia». Non sono mancate viceversa le voci levate in favore del processo riformatore. Da Sagrado e San Canzian d’Isonzo, governati da quote rosa che si sono spese in favore della rivoluzione. Al pari del sindaco di Palmanova, Francesco Martines, che ha spronato i presenti ad aprire gli occhi. Specie sul futuro della Specialità. «Bisogna compiere come ha fatto il Trentino scelte che rendono speciali», ha detto riferendosi a banche locali e multi-utility. «Qui tutto va ripensato. Altrimenti a fallire saremo stati noi».
 
 

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