Riapre l’inceneritore, Manzano teme la
diossina
La preoccupazione espressa in un’assemblea
pubblica. Le rassicurazioni della proprietà, gli impegni del Comune
Manzano, 4 ottobre 2015
Manca solo una carta: la determina di
autorizzazione alla gestione dell’impianto da parte della Provincia. Poi
l’inceneritore di Manzano tornerà in funzione,
«forse ci vorranno 15 o 20 giorni», è l’auspicio del responsabile
tecnico Adriano Lualdi. Ma la popolazione non ci sta. Teme
nuovi incendi o, quel che è peggio, lo sforamento delle emissioni di
diossina. L’assemblea pubblica al Foledor del Palazzo comunale
– una maratona di oltre tre ore alla presenza di un centinaio di persone
– si è conclusa così, tra perplessità e
preoccupazioni, ma anche la volontà espressa dall’amministrazione
comunale, che ha mediato nell’incontro, «di creare –
ha detto il sindaco Mauro Iacumin – un gruppo di lavoro fatto da tecnici
e il coinvolgimento di Regione e Provincia per monitorare costantemente
la situazione». La nuova proprietaria dell’impianto, subentrata alla
Nuova Romana Bolzicco, è la Greenstile, formata da tre
società di imprenditori locali. L’inceneritore, «piuttosto piccolo come
potenzialità», ha ricordato Lualdi,
sará un impianto industriale al servizio delle aziende di tutta la
regione e, oltre allo smaltimento dei rifiuti per una portata di 20
tonnellate annue, produrrà anche energia elettrica. In cambio
l’amministrazione comunale riceverà per compensazione 40 mila euro
l’anno. «Utilizzeremo questi fondi – ha annunciato Iacumin – per la
salvaguardia e la prevenzione ambientale. La nostra
intenzione è quella di fare una valutazione di impatto sanitario su
tutto il territorio». Ma la gente, in particolare quella di
Manzinello, quella più esposta a polveri e ceneri, ha paura. «Resteremo
vigili – hanno affermato i comitati presenti – e
chiederemo maggiori documentazioni». Dalla proprietà la promessa di
«rendere visibili ogni giorno i dati delle emissioni delle
diossine sul sito della societá e su quello del Comune, se ci sarà la
possibilitá» e dall’Arpa la volontà di
«avviare un monitoraggio dei terreni oltre che dell’aria». «L’impianto –
ha concluso Lualdi – è
aperto a tutti. Non abbiamo segreti e lo gestiremo nel massimo della
trasparenza. Certo, la tranquillità totale non si può avere. Ogni
attività ha i suoi piccoli rischi». Rischi che la popolazione di Manzano
vorrebbe evitare.
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