giovedì 31 dicembre 2015

Fusione Manzano-San Giovanni, referendum forse a giugno

Rassegna Stampa - Dicembre 2015

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
Fusione Manzano-San Giovanni, referendum forse a giugno

Manzano, 29 Dicembre 2015
  «Con il no all’ordine del giorno le maggioranze hanno perso l’occasione di avere fino a 200 mila euro dalla Regione per sostenere il percorso e progettare la fusione»: i gruppi di opposizione consiliare di Manzano e di San Giovanni al Natisone rimandano al mittente le accuse di «assenza di business plan» che ha portato le due maggioranze a votare contro l’aggregazione dei due Comuni. «È deplorevole – tuona Daniele Macorig, capogruppo di Ricostruiamo Manzano – accusarci di inottemperanza quando, pur disponendo della massima collaborazione, si continua con ottusa ostinazione a dichiararsi a parole possibilisti sulla fusione e poi a votare compatti contro a tutte le proposte di fusione». Le minoranze sono pronte a dare battaglia. Il 12 giugno potrebbe essere la prima finestra utile per il referendum e Cesare Mangoni di Movimento libero dichiara: «Dopo le festività cercheremo di riunirci per organizzare incontri con la Regione». Il tempo, infatti, stringe e nel caso in cui il referendum passasse la Regione avrebbe sei mesi di tempo per approvare la legge sulla fusione. Con il primo gennaio 2017 il nuovo ente potrebbe diventare quindi realtà. «Noi il business plan ce l’abbiamo bene in testa – afferma Mangoni – e lo abbiamo ribadito più volte che a San Giovanni rimarrebbero la biblioteca e il corpo dei vigili, per esempio». Lorenzo Alessio di Progetto Manzano si scaglia contro le Uti. «Noi abbiamo dato voce ai cittadini raccogliendo le firme, la maggioranza no. E ora non sa come organizzare l’unione territoriale. Si è solo preoccupata di dare contro alla minoranza». Infine, Giusto Maurig di Progetto comune. «Le maggioranze si riconoscono nella linea politica del centrosinistra regionale, che a sua volta sponsorizza le fusioni. Loro invece al momento opportuno, e solo per salvare le poltrone, le sconfessano. Un fatto alquanto singolare e imbarazzante».

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