domenica 29 gennaio 2012

Fuga d’amore al capolinea Fidanzatini di nuovo a casa

Fuga d’amore al capolinea
Fidanzatini di nuovo a casa

 Manzano, 27 gennaio 2012

Rientrati dopo una settimana a Manzano da Praga il ventenne e la quindicenne. Dai Cc un confronto chiarificatore con le famiglie. Potranno vedersi solo di giorno
E come si dice in questi casi, tutto è bene quel che finice bene. L’avventura a Praga della quindicenne e del ventenne, lei di Udine, lui manzanese, è terminata nel migliore dei modi: in fuga per una settimana, senza soldi e senza meta, mercoledì sera sono finalmente tornati in Italia, ricondotti a Manzano dai genitori della minorenne, che si sono sobbarcati di un viaggio in auto di 1.800 km, tra nebbia e neve, nel giro di sole 24 ore.
Inevitabile, appena arrivati a casa, la “ramanzina” dei carabinieri, che hanno ospitato la coppietta nella stazione dell’Arma fino a mezzanotte per una chiacchierata chiarificatrice con le famiglie. Sono stati infatti i militi di Manzano a curare sin dal giorno della loro scomparsa, avvenuta il 18 gennaio, le trattative con i giovani, convincendoli a farsi venire a prendere a Praga. Lì si sono potuti appoggiare all’Ambasciata, attivata dai Cc di Manzano.
«Abbiamo concordato nuove regole per poter vivere più felici – rifersice dell’incontro il papà della ragazzina -, potranno frequentarsi di giorno dopo la scuola, ma la sera ognuno torna a casa propria. Vista la tensione, nel viaggio di ritorno non abbiamo chiesto come hanno fatto a cavarsela, ma li abbiamo trovati bene e questo è l’importante». Qualche sfogo, un po’ d’emozione, molti buoni propositi e alla fine la riunione è finita con la riconciliazione. Osteggiata finora dalle famiglie, la storia d’amore potrà continuare, però con regole precise da rispettare. In realtà lui e lei si conoscono solo da due mesi: la sorella del ragazzo, che a tre giorni dalla scomparsa dei fuggitivi si era rincuorata sentendoli su “skipe”, dice che loro parlano di «amore vero».
La differenza di età però non convinceva i genitori, così i ragazzi hanno reagito con la fuga salendo sul primo treno, diretti forse a Londra o in Olanda (spesso citate dalla 15enne), ma senza un soldo in tasca. Il papà della minore, preoccupatissimo, ha pensato bene di utilizzare lo strumento di comunicazione ormai pane quotidiano per i ragazzi: su facebook, con un «Dove sei?», ha chiesto solidarietà agli amici, che si sono fatti in quattro per aiutarlo; addirittura, come il gruppo dei motociclisti, travestendosi da rapper e frequentando locali di musica a Bologna e a Milano. Preferisce invece non commentare l’avventura la mamma del ragazzo; comprensibile, «i ragazzi l’hanno fatta grossa - è stato detto -. Ora dobbiamo di nuovo sederci tutti intorno a un tavolo e ritrovarci con più serenità».
di Rosalba Tello ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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