domenica 29 gennaio 2012

Viaggio nel privè della trasgressione

Viaggio nel privè
della trasgressione

 Manzano, 25 gennaio 2012
Il titolare del Valalta: da noi solo sesso tra sposati e coppie di fatto, qui è bandita la prostituzione
Con due night club e adesso con il privè, Manzano dopo essere stata la regina della sedia, si candida a diventare la capitale del sesso. Un primato tanto indiscutibile, quanto ingombrante per una cittadina che si era guadagnata i riflettori internazionali per ben altri meriti. Ma tant’è!, sempre di “esse” si tratta, ironizza un pensionato al bar che si definisce laico e quindi assolutamente indifferente alle nuove attrazioni locali. «Sedie, sesso... – aggiunge sarcastico – mancano soltanto i soldi...».
No, quelli non c’entrano, assicura Alessandro, legale rappresentante del club di scambisti Valalta, inaugurato lo scorso 5 gennaio e che annovera già oltre 120 soci. «No – insiste – nessun mercimonio, niente prostituzione, bandito ogni fine economico nell’utilizzo del corpo. Soltanto puro divertimento tra persone che scelgono in completa libertà».
Dunque, nulla di più che un felice, ma innocuo bagno di rassicurante e condivisa trasgressione: ingresso con tessera annuale (25 euro) messa a verbale e rilasciata dall’Entes, eventuali consumazioni al banco grazie alla drink card che obbliga lo scambista a pagare le consumazioni all’uscita, sottoscrizione e accettazione di un Regolamento la cui violazione comporta l’espulsione dal club, massima riservatezze sulla privacy, ma, soprattutto, l’obbligo di essere o una coppia di sposati oppure, come si dice oggigiorno, di fatto. Niente eccezioni. Nessuno sconto.
E i single? Anche per loro – snocciola Alessandro – le regole sono ferree. Eccole: sono ammessi soltanto i single maschi, giacchè una donna che si presentasse da sola potrebbe indurre qualcuno a “tentarla” con persuasori economici. E dunque ricadremmo in quello che noi non siamo, cioè un punto di incontro equivoco. Qui la parola prostituzione non soltanto è bandita, ma non c’entra proprio». Come cita il Regolamento: «Entrare in un privè non vuol dire avere diritto a prestazioni sessuali: si è liberi di proporre, ma anche di rifiutare in maniera cortese. È buona norma in ogni caso evitare atteggiamenti troppo pretenziosi».
L’apertura del club Valalta ha rappresentato per Manzano un piccolo terremoto. Mugugni, ma anche scomuniche dalle istituzioni. «Mi meravigliano tanto scalpore e il falso moralismo – sottolinea Alessandro – per un club dove entrano coppie, genitori, gente di ogni rango, professionisti, operai, artigiani. Quasi tutti friulani. La coppia più giovane ha 19 anni; quella più matura oltre 50. Gente assolutamente per bene». Un lungo respiro, un sorso di caffè, poi aggiunge: «Il fatto è che siamo stati i primi in Friuli, mentre altrove è un fenomeno che lascia ormai indifferenti». Nella frontiera del «sesso sganciato dai sentimenti» (dal Regolamento del Valalta, ndr) il vicino, cattolicissimo Veneto ha fatto da apripista. «Il Valalta – spiega ancora Alessandro – ha scelto altre strade: là, i privè sono capienti, possono ospitare centinaia di persone; da noi l’ambiente è raccolto, intimo, familiare. Certo, l’obiettivo è di ampliarci, ma sempre in un ordine di grandezza misura d’uomo». Pardon, di scambisti.
Il Valalta ospita 7 letti in “camere” accessibili e visibili attraverso oblò, un angolo bar, tavolini, divani e una sala da ballo che la direzione del locale utilizza anche per le feste del fine settimana. C’è stata quella della lingerie; ci sarà quella “misteriosa” dove gli scambisti arriveranno mascherati. «Da noi non ci sono spogliarelliste, top model, ma soltanto donne della porta accanto che possono esibirsi in libertà senza il timore che qualcuno possa criticare la cellulite o le forme del corpo non perfette. Ma i veri e più numerosi complimenti che ci arrivano riguardano il fatto che qui al Valalta si fa amicizia, si organizzano cene, si parla di politica, di calcio, delle cose di ogni giorno come in ogni altro luogo. E in più puoi fare sesso. L’approccio è normale, soft, educato».
E chi sgarra: raus! E già toccato a un paio di ragazzotti che, inebriati dal sopravvanzare delle donne con intimo da sexy-shop, si sono sentiti autorizzati ad allungare le mani. Troppo: espulsi come da Regolamento. «Mi creda – chiosa Alessandro – è gente normalissima, che non si nasconde, che ama divertirsi. Che ama il sesso. Mi dica lei: che male c’è»?
  Domenico Pecile ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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