venerdì 24 febbraio 2012

Manzano, la Gdf sequestra il Centro ingrosso cinese


                      

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sezione: Manzano
domenica
19 febbraio 2012

 

Manzano, la Gdf sequestra
il Centro ingrosso cinese

Contestata la mancanza di certificazioni sull’impianto antincendio dello stabile. Fuori 30 famiglie. «Avevamo sollecitato il proprietario a mettersi in regola»

Manzano, 19 febbraio 2012 

È stato posto sotto sequestro preventivo dalla Guardia di finanza di Cividale il Centro ingrosso Italia-Cina, inaugurato due anni fa a Manzano negli ex magazzini Sabot, sulla Sr 56, di proprietà dell’imprenditore manzanese Roberto Lovato, presidente del gruppo Crabo. Ieri mattina una ventina di uomini della Gdf, comandati dal capitano Dario Greci (intervenute sul posto anche due volanti della Polizia, due gazzelle dei Carabinieri, un mezzo dei Vigili del fuoco) hanno chiuso lo stabile e rimandato a casa una trentina di famiglie di cinesi, “vittime” di una chiusura di cui pare non abbiano responsabilità: il sequestro è infatti dovuto non a merce contraffatta o a irregolarità dei
commercianti, bensì alla mancanza di certificazioni relative all’impianto antincendio e ad altri impianti, difetto che non consente l’attività in sicurezza per i lavoratori. Ampia 10 mila mq, la struttura è gestita da due giovani imprenditori cinesi, Zheng Jangdong e Zheng Janghua; gli affari vanno bene, tant’è che i box affittati - nei quali si commerciano diverse merceologie, dalle scarpe alla bigiotteria - non sono più sufficienti.Nei mesi scorsi Lovato aveva chiesto al Comune di Manzano l’autorizzazione a estendersi sullo spazio libero dell’area per rispondere a nuove richieste di commercio all’ingrosso, soprattutto di materiale elettronico e prodotti alimentari cinesi.
Per i lavoratori cinesi è stata dunque un’autentica doccia fredda: accalcati all’entrata del parcheggio in silenzio, hanno atteso per ore che i finanzieri, giunti sul posto già dalle 7, li portassero uno alla volta nei propri negozi per ritirare almeno la merce deperibile o venduta e quindi da spedire con urgenza.
Preoccupati, non facevano che ripetere: «Avevamo detto al proprietario di mettere a posto. Ci aveva promesso che l’avrebbe fatto». Ad aprire il Centro, verso le 9, una donna; si attendevano infatti le chiavi poché Lovato non era ancora reperibile (giungerà dopo le 10). Poco dopo, le Fiamme gialle hanno affisso i sigilli, la perlustrazione è proseguita fino alle 14.30 poiché erano tanti i box da controllare e i commercianti che necessitavano di ritirare la merce. Sorto in una fabbrica di sedie dismessa da anni, il Centro era stato completamente messo a nuovo e finora aveva lavorato senza problemi.

Secondo Lovato, proprio i cinesi dovrebbero essere considerati il volano per il rilancio dell’economia del Distretto della sedia. «Il centro non fa concorrenza al Distretto perché il bacino di utenza è austriaco e sloveno - aveva affermato pochi mesi fa l’imprenditore -. E chi lavora qui, ricordiamolo, occupa pur sempre case che sarebbero rimaste altrimenti sfitte». Ci si chiede ora dove vivranno e lavoreranno le 30 famiglie rimaste dall’oggi al domani senza il negozio e per responsabilità non imputabili a loro.
Rosalba Tello ©RIPRODUZIONE RISERVATA

 Rassegna stampa a cura
dell’Assessore al Commercio, Territorio, Turismo,
Agricoltura, e Innovazioni tecnologiche
cav. Rosario Genova

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