venerdì 24 febbraio 2012

Truffa dietro al sequestro del Centro ingrosso cinese


                     

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sezione: Manzano
martedì
21 febbraio 2012

 

Truffa dietro al sequestro del Centro ingrosso cinese

Manzano, artigiano denuncia il mancato pagamento di 200 mila euro per lavori Da qui le verifiche su autorizzazioni e certificazioni dell’esercizio commerciale


Manzano, 21 febbraio 2012 

C’è una truffa da 200 mila euro dietro al sequestro del centro ingrosso cinese degli ex magazzini Sabot sulla strada regionale 56. Le indagini coordinate dal procuratore aggiunto, Raffaele Tito, sono infatti iniziate dopo che un artigiano ha presentato una querela spiegando di aver effettuato lavori di ristrutturazione all’interno del centro per conto di un cinese che avrebbe fatto da tramite tra il proprietario, Roberto Lovato, e i singoli negozianti cinesi presenti nel magazzino. Peccato che poi quando era arrivato il momento di saldare il conto, il cinese sarebbe uscito dalla società senza pagare nemmeno un euro all’artigiano che così ha presentato una denuncia evidenziando di non aver ricevuto nemmeno un euro e di non aver concluso i lavori.
In base ai primi riscontri della Procura sembra infatti che lo stabile non solo sia privo dei certificati antincendio, ma anche, per alcuni settori, dell’agibilità e dell’autorizzazione regionale che viene rilasciata ai centri commerciali.
Da qui la decisione di sequestrare l’intero magazzino e avviare verifiche anche per valutare eventuali illeciti amministrativi. Verifiche che interesseranno anche il Comune di Manzano. Oltre al proprietario dell’immobile, indagato per abuso edilizio, la Procura intende far luce sul ruolo e sulla posizione dell’intermediario cinese che non avrebbe saldato il conto all’artigiano per i lavori svolti.
Ma da via Lovaria vogliono capire anche come è possibile che un’attività di quelle dimensioni (il capannone si sviluppa su una superficie di circa 10 mila metri quadrati) sia stata aperta senza avere tutte le carte in regola. L’inchiesta insomma si allarga.
E per il momento il grande magazzino nel quale operavano circa una trentina di negozi cinesi a gestione familiare resta chiuso. Nel blitz congiunto tra Guardia di finanza, carabinieri, polizia e vigili del fuoco che è scattato sabato mattina sono infatti stati posti i sigilli al grande magazzino. La Procura vuole capire se ci siano o meno le condizioni per lavorare in sicurezza all’interno della struttura. E nel frattempo le 30 famiglie che operavano al centro ingrosso cinese rischiano di restare senza lavoro, vittime di un presunto black out amministrativo per il quale non hanno alcuna responsabilità.
Cristian Rigo©RIPRODUZIONE RISERVATA

 Rassegna stampa a cura
dell’Assessore al Commercio, Territorio, Turismo,
Agricoltura, e Innovazioni tecnologiche
cav. Rosario Genova

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