Nello staff del primo cittadino della capitale
della sedia, Lidia Driutti una 21enne a 28 mila euro l’anno. Zamò tuona:
assunzione “pilotata”
Manzano, 18 ottobre 2012
Di questi
tempi contare su un contratto, seppur a tempo determinato, per 28.500 euro
annui può sembrare un lusso, soprattutto se si è freschi di laurea e con
poche o nulle esperienze lavorative. Lo stipendio in questione è quello che
il Comune sta dando alla neoassunta Silvia Novello Berardi, giovane
manzanese assegnata all’esclusivo supporto delle attività del sindaco Lidia
Driutti (o meglio, all’ufficio staff del primo cittadino), selezionata
sulla base di una procedura che, pur nella sua apparente regolarità, per il
consigliere d’opposizione Lucio Zamò presenta «seri dubbi di opportunità e
correttezza.
L’iter
procedurale ci porta a ritenere che vi siano state imprecisioni, omissioni
e ambiguità forse finalizzate a scegliere una persona vincitrice già in
partenza. L’avviso della selezione, per esempio, è stato ristretto al
territorio di Manzano e ai soli frequentatori di bacheca e sito internet
del Comune, da cui peraltro è stato fatto sparire in fretta e furia. Si è
omesso di comunicare anche attraverso altri canali quali centri per
l’impiego, banche dati e soprattutto il sito della Regione, diversamente da
quanto fanno normalmente gli altri enti anche in caso di selezioni diverse
da concorso ufficiale».
I
requisiti previsti dall’avviso, poi, «sono generici, non prevedendosi
alcuna particolare competenza tranne esperienze in campo turistico,
requisito che non si capisce come si intrecci nelle attività quotidiane del
sindaco». Secondo Zamò, dunque, la selezione sarebbe stata svolta
esclusivamente dalla Driutti «come se si trattasse di individuare una
persona da adibire ad attività private e con risorse private, senza che vi
fosse in affiancamento una commissione valutatrice e neppure un funzionario
comunale che ne accertasse trasparenza e regolarità. La selezione non si è
basata su un chiaro criterio di merito e metodo, tant’è che non esiste
neanche una graduatoria pubblica e verificabile, né punteggi, né motivi che
giustifichino la scelta del nome.
Eppure è
un procedimento amministrativo, sottoposto a precise regole, prime tra
tutte trasparenza e pubblicità. Tutto invece è avvenuto in modo oscuro e
privatistico». Data la crisi, la piccola selezione per un posto precario ha
destato entusiasmo e interesse «e l’amministrazione che fa? Assume una
persona priva di esperienza e con un diploma generico – rincara Zamò – solo
perché è strettamente imparentata con una dei leader del Pdl del luogo. E
così, con i soldi di Manzano e destando finte speranze nei giovani, si
pagano i debiti politici: questa è la verità».
Il
consigliere d’opposizione aggiunge anche che se fosse stato dato l’incarico
a un ragazzo della lista giovani, «lista finta e strumentale creata per
gettare fumo negli occhi, l’avremmo anche accettato; in fondo, senza
quell’escamotage elettorale, il risultato di maggio sarebbe stato per il
sindaco ancor più scadente, dato che proprio grazie ai giovani è riuscita a
superare la soglia del 50% dei consensi. Invece, si è preferito usare 30
mila euro di denaro pubblico per dare un incarico sulla base di una logica
familiaristica solo malamente mascherata da una parvenza formale».
Rosalba Tello©RIPRODUZIONE RISERVATA
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