Crisi, corsi mirati per i disoccupati
Patto
tra sindacati e Confindustria sotto l’egida della Provincia: saranno
formati con finanziamenti di Fondimpresa
ROBERTO
MURADORE Basta con la formazione fine a se stessa: l’inglese e
l’informatica ormai lasciano il tempo che trovano
Manzano, 11 gennaio 2013
Il mercato del lavoro diventa il motore della
formazione. È l’uovo di Colombo, ma al momento la cinghia di trasmissione fra
domanda e corsi per il ricollocamento lavorativo non funziona a dovere. Lo
testimoniano oltre 4 mila persone in mobilità al terzo trimestre del 2012
nella sola provincia di Udine. Per loro il ritorno al mondo produttivo
potrebbe passare dall’accordo che, ieri, a palazzo Belgrado, ha fatto
sedere dalla stessa parte del tavolo Cgil, Cisl, Uil e Confindustria. Tutto
sotto la regia dell’assessorato al Lavoro, promotore dell’iniziativa. La
crisi continua a farsi sentire. Le commesse sono in calo e così i turni.
Sempre che la situazione non degeneri con l’approdo alla cassa
integrazione, alla messa in mobilità e poi al licenziamento. In questo
quadro, il mercato del lavoro non è fermo. Esistono posizioni aperte, ma
servono i titoli. Ed è proprio il punto in cui il patto fra sindacati e
“padroni” intende fare leva: valutare le competenze necessarie e formare i
disoccupati con un obiettivo ben preciso. «Basta con corsi di inglese e
informatica che lasciano il tempo che trovano», ha detto il segretario
generale della Cisl Udine, Roberto Muradore, a margine della sottoscrizione
dell’accordo. «Siamo onorati di essere stati promotori del tavolo tecnico
provinciale per la definizione dei piani formativi finanziati attraverso il
sistema Fondimpresa», ha detto l’assessore provinciale al Lavoro, Daniele
Macorig. Perché l’accordo nazionale fra Confindustria, Cgil, Cisl e Uil
mette a disposizione ben 50 milioni di euro per la formazione continua.
Fondi interprofessionali con accesso tramite bando. «Il ruolo della
Provincia passa attraverso l’azione diretta dei Centri per l’impiego –
spiega Macorig –: compito loro la presa in carico dei soggetti,
l’affiancamento e la definizione di politiche e programmi specifici». C’è
un solo nemico da sconfiggere: la crisi. Ne è certo il numero uno di
Confindustria Udine, Adriano Luci. «Dobbiamo dare speranza a chi è escluso
dal lavoro o a chi lo cerca - ha detto -. Per i giovani non sarà facile
entrare nel mondo del lavoro a causa anche dei pensionamenti ritardati
introdotti dalla riforma Fornero. Di positivo c’è questa intesa che fa
incontrare domanda e offerta e mette sul piatto della bilancia competenze
adeguate e risorse significative riferite anche alla disponibilità del
fondo ad hoc di Fondimpresa». Soltanto il primo passo secondo il segretario
generale della Cgil di Udine, Alessandro Forabosco. «Non è la panacea di
tutti i mali – avverte –. L’accordo può aiutare, ma non è la soluzione dei
problemi occupazionali. Consente però maggiore incontro fra domanda e
offerta e lancia una formazione mirata per i lavoratori in mobilità.
Insomma, rende più fluido un passaggio traumatico». All’incontro ha
partecipato anche Renata Della Ricca delegata alla formazione della Cisl
Udine.

|
Nessun commento:
Posta un commento