Manzano,
a San Lorenzo non vogliono la “trincea”
Rispunta lo striscione contro la strada
complanare a servizio dell’area industriale Mattiussi: serve a una zona
che, si spera, tornerà volano dell’economia regionale
Manzano, 10 gennaio 2013
I residenti della frazione di San Lorenzo non mollano: dopo le
prime proteste sulla strada complanare, rispunta lo striscione già esposto
a novembre nel cantiere: “1940-1945: Seconda guerra mondiale. 2012: la
guerra non c’è, ma continuiamo a costruire trincee”. A molti abitanti della
zona non va quel muro eretto quasi davanti alle case, alto ben 4 metri, che divide in
2 la frazione. Ma la nuova opera della Provincia, progettata da tempo per alleggerire
il traffico della zona industriale in vista anche del raccordo
Palmanova-Manzano, si farà, nonostante la contrarietà degli abitanti.
«Quando si realizza un’opera pubblica c’è sempre chi protesta –
dice l’assessore provinciale Mattiussi –, sono minoranze che vanno sì
rispettate, ma la cui opinione non pesa se si considera l’importanza di
un’infrastruttura richiesta dal territorio e voluta dallo stesso Comune,
quindi nata dalle esigenze dell’area. E’ probabile che chi dice di no a
tutto lo fa per interesse personale, non pubblico». Mattiussi, pur
precisando di non voler alimentare polemiche, ribadisce che «le opere
pubbliche non sono come le scarpe, che se non piacciono più si buttano via.
Gli amministratori hanno sempre l’obbligo di operare pensando in una
prosepettiva più ampia rispetto all’immediato; questa infrastruttura serve
un’area che negli auspici ridiventerà il volano dell’economia regionale».
I detrattori della complanare di San Lorenzo, però,
la trovano assai impattante oltre che anacronistica, tant’è che s’è beccata
il nomignolo di “trincea”; opera dall’iter tormentato (lavori iniziati solo
a fine 2012) e mai pienamente condivisa. La compatibilità urbanistica del
progetto provinciale risale al 2010, ma molti assessori, come rilevato nei
mesi scorsi dal consigliere di minoranza Zamò, «non ne erano a conoscenza».
Il timore è che la complanare resti “cieca” se i tempi di realizzazione
della bretella autostradale, a cui l’opera dovrà collegarsi, dovessero
prolungarsi ancora. Rosalba Tello
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