domenica 12 maggio 2013

«Strade inutili, intanto qui si chiude»







cav. Rosario Genova

Vice Sindaco - Comune di Manzano
«Strade inutili, intanto qui si chiude»
 Manzano: un gruppo di imprenditori dice no alla bretella. Bergamasco: «Andava fatta 25 anni fa, ora non serve a nessuno»«

Manzano, 11 maggio 2013
 Le aziende chiudono, falliscono, mentre la nostra terra viene invasa da strade inutili. Qui quella bretella nessuno la vuole, ma qualcuno è per caso venuto a chiedere il parere di noi imprenditori? Andava fatta 25 anni fa, che oggi equivale a dire un secolo fa. Non serve più a nessuno. I politici non immaginano neanche la gravità della situazione: tra un anno il Distretto potrebbe non esistere più«. Chi parla, a nome anche di un gruppo di imprenditori della sedia, è Lucio Bergamasco, 68 anni, titolare della Comec di San Giovanni, già all’onore delle cronache per aver manifestato contro la nuova arteria con un enorme striscione esposto davanti alla sua azienda. Da un paio di mesi, soprattutto dopo aver appreso che l'iter degli espropri stava procedendo, Bergamasco si è consultato con le aziende del territorio ed ecco l'esito del suo personale sondaggio: «La risposta di tutti è che la Palmanova-Manzano andava fatta decenni fa. Oggi abbiamo tutti ben altre priorità. Ma poi, che cosa hanno fatto i sindaci per il Distretto in tutti questi mandati? Adesso con la strada vogliono salvare la faccia e pulirsi la coscienza, ma io dico loro: venite a trovarci nelle fabbriche, dove non vi abbiamo mai visti ». Dal territorio, insomma, sembra prevalere l’esigenza di non lasciare soli imprenditori e lavoratori, piuttosto che realizzare costose infrastrutture: «Oggi più che mai le risorse non vanno sprecate, di debiti ne abbiamo già abbastanza, non ci saranno soldi per le pensioni, la sanità, per le paghe degli statali e i politici si preoccupano di fare l’ennesima strada? Ne abbiamo fin troppe. E oggi non serve più recarsi in banca o in posta, le strade della comunicazione corrono su web. Costruire un nuovo collegamento sarebbe solo un enorme spreco risorse, così buttiamo via 90 milioni di euro. Soldi che sono sì stanziati, ma non erogati, che è cosa diversa. I cantieri partiranno senza soldi, staranno lì 5 anni e intanto le aziende chiuderanno ». Molti imprenditori sono stufi di sentir parlare di infrastrutture «salva-economia» che sorgeranno tra anni - e di cui si necessitava già da 25 anni - mentre la crisi aggredisce: «Basta con giochetti politici, basta coi soliti ritornelli, bisogna parlare di posti di lavoro, di fabbriche. La terra non è nostra, è un bene comune e non va sprecata con opere inutili, abbiamo massacrato il territorio», continua il titolare della Comec, azienda che, in controtendenza con il trend occupazionale negativo, continua ad investire sulle risorse umane: 10 le persone assunte nel 2012, altre 5 sono in previsione quest’anno. «Sono un imprenditore sociale: prima di tutto vengono la mia azienda e i miei collaboratori, poi la mia vita. Sono ogni giorno, da 52 anni, al fianco dei lavoratori. Noi che viviamo nei paesi dobbiamo fare le cose che servono, i teatrini lasciamoli a Roma». 
Rosalba Tello



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