«Strade inutili, intanto qui si
chiude»
Manzano: un gruppo di imprenditori dice no
alla bretella. Bergamasco: «Andava fatta 25 anni fa, ora non serve a
nessuno»«
Manzano,
11 maggio 2013
Le aziende chiudono, falliscono, mentre la nostra
terra viene invasa da strade inutili. Qui quella bretella nessuno la vuole,
ma qualcuno è per caso venuto a chiedere il parere di noi imprenditori?
Andava fatta 25 anni fa, che oggi equivale a dire un secolo fa. Non serve
più a nessuno. I politici non immaginano neanche la gravità della
situazione: tra un anno il Distretto potrebbe non esistere più«. Chi parla,
a nome anche di un gruppo di imprenditori della sedia, è Lucio Bergamasco,
68 anni, titolare della Comec di San Giovanni, già all’onore delle cronache
per aver manifestato contro la nuova arteria con un enorme striscione
esposto davanti alla sua azienda. Da un paio di mesi, soprattutto dopo aver
appreso che l'iter degli espropri stava procedendo, Bergamasco si è
consultato con le aziende del territorio ed ecco l'esito del suo personale
sondaggio: «La risposta di tutti è che la Palmanova-Manzano
andava fatta decenni fa. Oggi abbiamo tutti ben altre priorità. Ma poi, che
cosa hanno fatto i sindaci per il Distretto in tutti questi mandati? Adesso
con la strada vogliono salvare la faccia e pulirsi la coscienza, ma io dico
loro: venite a trovarci nelle fabbriche, dove non vi abbiamo mai visti ».
Dal territorio, insomma, sembra prevalere l’esigenza di non lasciare soli
imprenditori e lavoratori, piuttosto che realizzare costose infrastrutture:
«Oggi più che mai le risorse non vanno sprecate, di debiti ne abbiamo già
abbastanza, non ci saranno soldi per le pensioni, la sanità, per le paghe
degli statali e i politici si preoccupano di fare l’ennesima strada? Ne
abbiamo fin troppe. E oggi non serve più recarsi in banca o in posta, le
strade della comunicazione corrono su web. Costruire un nuovo collegamento
sarebbe solo un enorme spreco risorse, così buttiamo via 90 milioni di
euro. Soldi che sono sì stanziati, ma non erogati, che è cosa diversa. I
cantieri partiranno senza soldi, staranno lì 5 anni e intanto le aziende
chiuderanno ». Molti imprenditori sono stufi di sentir parlare di
infrastrutture «salva-economia» che sorgeranno tra anni - e di cui si
necessitava già da 25 anni - mentre la crisi aggredisce: «Basta con
giochetti politici, basta coi soliti ritornelli, bisogna parlare di posti
di lavoro, di fabbriche. La terra non è nostra, è un bene comune e non va
sprecata con opere inutili, abbiamo massacrato il territorio», continua il
titolare della Comec, azienda che, in controtendenza con il trend occupazionale
negativo, continua ad investire sulle risorse umane: 10 le persone assunte
nel 2012, altre 5 sono in previsione quest’anno. «Sono un imprenditore
sociale: prima di tutto vengono la mia azienda e i miei collaboratori, poi
la mia vita. Sono ogni giorno, da 52 anni, al fianco dei lavoratori. Noi
che viviamo nei paesi dobbiamo fare le cose che servono, i teatrini
lasciamoli a Roma».
Rosalba Tello
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