sabato 19 ottobre 2013

Favaretto: sentirò un legale per le parole della Driutti

Rassegna Stampa – 18 ottobre 2013




























cav. Rosario Genova

Vice Sindaco - Comune di Manzano











  Favaretto: sentirò un legale per le parole della Driutti


Manzano, 18 Ottobre 2013
«Mi sento discriminato e ostaggio di un pensiero razzista: valuterò con un legale se vi sono elementi per una querela per la denigrazione subita»: Ivo Favaretto, ex titolare del Country bar, che pochi giorni fa ha abbassato le serrande, replica alle dichiarazioni del sindaco Lidia Driutti, che aveva affermato sul nostro giornale, riferendosi a Favaretto e all’ex titolare dell’albergo Natisone, il romano Enzo Centra, «grazie per averci liberato della vostra presenza». «Se il sindaco è soddisfatto di essersi liberato di due presenze ingombranti come le nostre mi sorge immediato un pensiero: chi, al di fuori di qualche residente manzanese, visti i presupposti e le idee del sindaco nei confronti degli operatori commerciali, avrà ancora voglia di investire qualche centesimo in questo paese?». Favaretto, di origini venete, racconta di essere venuto a Manzano per dare un servizio: «Ho cercato di ravvivare il paese al meglio delle mie capacità, di essere utile alla comunità e una parte mi ha risposto positivamente. Ma un sindaco contento di liberarsi di un commerciante di un paese da lei amministrato è davvero terrificante; poco o tanto, qualcosa ho pur dato alla popolazione, per cui sapere che il primo cittadino ha pregiudizi nei miei confronti, pur non avendomi mai parlato, è sconfortante». «Non capisco perché la massima autorità del paese, in un momento economico difficile per tutti, mi si rivolti contro trattandomi da indesiderato, senza aver mai cercato un contatto diretto e senza aver avuto la forza morale di confrontarsi con me venendo a chiedere spiegazioni, salvo poi alla fine, quando avevo deciso di chiudere, aggredirmi verbalmente fermandosi addirittura in strada con la sua auto, in via Roma, per dirmi davanti a testimoni “vergognati”. Se questo è l’atteggiamento di un primo cittadino di un paese di 8 mila abitanti mi vien da pensare che forse non ha tanta voglia di capire i problemi del paese». (r.t.)












Rincari a sorpresa in mensa, è polemica
 Primaria a tempo pieno di Manzano: la delibera risale al 3 giugno, l’11 settembre l’avviso ai genitori. L’aumento è del 62,5%
Manzano, 18 Ottobre 2013
Pessimo benvenuto ai genitori dei bimbi della scuola primaria che frequentano il tempo pieno: i buoni mensa sono aumentati di un euro, 1,5 per i non residenti. Il costo è passato quindi a 3,5-4 euro a pasto (+62,5%). Come se non bastasse, la delibera con il nuovo prezzo, datata 3 giugno, è stata comunicata alle famiglie solo a inizio anno scolastico. Dulcis in fundo, l’acquisto dei buoni mensa è partito solo la scorsa settimana, con preavviso di soli due giorni rispetto all’avvio del servizio di refezione, avviato lunedì. I genitori hanno dovuto quindi affrettarsi e recarsi in banca, tra giovedì e venerdì della scorsa settimana, prendendo due ore libere all'ultimo momento pur di presentarsi in mensa in regola con i buoni. L’incresciosa vicenda ha innervosito molte delle famiglie dei circa 200 alunni delle elementari di Manzano, unico Comune dell’area con Corno di Rosazzo a offrire il tempo pieno. «Sono di San Giovanni al Natisone, dove non c’è il servizio, e sono obbligato a iscrivere mio figlio negli istituti di altri Comuni - spiega Massimo Costantini –. Ciò che ha fatto arrabbiare me e molti genitori è stato il fatto che la notizia dell’aumento dei pasti, pur essendoci stato il tempo tecnico per darne comunicazione in giugno, è stata data alle famiglie ad anno scolastico iniziato, l’11 settembre (la sera è comparsa sul sito del Comune), dopo che tutti noi avevamo già provveduto a effettuare l’iscrizione alla scuola, altrimenti più di qualcuno sarebbe andato altrove». I non residenti rappresentano il 20%: «Perché si carica sui non residenti un costo maggiore? Lo trovo discriminante – aggiunge il papà –. Oltre il danno la beffa: non solo nei nostri comuni non abbiamo il servizio, ma ci penalizzano pure». Per protesta alcuni genitori stanno mandando a scuola i bambini con un panino.
Rosalba Tello

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