giovedì 17 ottobre 2013

«La Driutti? Ancora cose dette e non fatte»

Rassegna Stampa – 17 ottobre 2013




























cav. Rosario Genova

Vice Sindaco - Comune di Manzano









«La Driutti? Ancora cose dette e non fatte»
 Il consigliere d’opposizione Zamò accusa il sindaco sulla gestione della grande sedia

Manzano, 17 Ottobre 2013
  «La Driutti afferma con orgoglio che la grande sedia sarà ristrutturata da una cordata di imprese locali. Vorrei però ricordare al sindaco che da due anni un gruppo di imprenditori si è proposto, con fondi privati, di partecipare al restauro della chiesetta di San Martino, la cappella cimiteriale, che versa in pessime condizioni strutturali e che a tutt'oggi nulla si è fatto. Prevedo un bis di cose dette e non realizzate anche per la vicenda grande sedia». Lucio Zamò è scettico: l'annuncio del primo cittadino di recuperare l’opera, altrimenti a rischio demolizione, non convince il consigliere d’opposizione. «Spetta al Comune la manutenzione della grande sedia, eppure da anni non è stato fatto nulla. Si attendeva forse di spostarla nella nuova rotonda, sulla Sr 56, ora completata; uno stand by che è però una grave inadempienza da parte della Driutti e della sua giunta: non si è tutelato il patrimonio del Comune e un simbolo dell’imprenditoria manzanese. Tra l'altro, date le condizioni attuali, mi chiedo se sia stata istituita una commissione che ne verifichi la stabilità». Zamò parla nella triplice veste di cittadino, amministratore pubblico e imprenditore: «Come cittadino di Manzano, che vanta oltre 200 anni di tradizione sediaria e oltre 60 di storia industriale, la grande sedia ha un forte valore affettivo. E’ il simbolo di operosità, ingegno, creatività e saper fare di generazioni del distretto. E se oggi tanti, nonostante la crisi, ancora beneficiano di alcuni privilegi è perché quei pionieri, con i loro sacrifici, hanno posto le basi per un tessuto industriale grazie al quale anche in regione per decenni ci si è arricchiti». Giusto salvarla e prima che sia tardi. «Non vorrei che la grande sedia, invece, facesse l’inchino diventando così testimone del declino del distretto – paventa Zamò –. Declino al quale, preciso, come imprenditore non credo; anzi, anche se la crisi mondiale interessa tutti, in questa zona tanti imprenditori stanno invece investendo in design e nuove tecnologie, affinché Manzano mantenga la vocazione internazionale di punto di riferimento del legno-arredo». Zamò lancia un appello al mondo della finanza e alle istituzioni: «Manzano e il suo distretto rappresentano, con 700 imprese, 7 mila dipendenti e 600 milioni di fatturato la terza economia regionale. E i suoi simboli si difendono».
Rosalba Tello 
 

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