giovedì 10 ottobre 2013

Manzano, apre la terza sala giochi

Rassegna Stampa – 10 ottobre 2013

























cav. Rosario Genova

Vice Sindaco - Comune di Manzano








Manzano, apre la terza sala giochi
 In pochi mesi nonostante la campagna nazionale contro l’azzardo. Le avvertenze contro la ludopatia
Manzano, 10 Ottobre 2013
    Quando gli alimentari, le trattorie, i negozi di abbigliamento chiudono perché la crisi ha svuotato le tasche dei cittadini, c’è un’attività che invece lucra proprio sulla penuria di soldi: le sale giochi. A Manzano sono arrivate a quota tre nel giro di pochi mesi; l’ultima, “Slot al quadrifoglio”, è stata aperta nella frazione Case in un piccolo locale di 50 metri quadrati, al posto di una salumeria-panetteria di prodotti del Sud che aveva chiuso i battenti circa un anno fa. La crisi e la disoccupazione, si sa, fanno salire la fame del guadagno facile e veloce, e le slot machine, una volta reperibili soltanto nei casinò, sono sempre più disponibili in bar e in luoghi di intrattenimento, nonostante la campagna nazionale in atto contro i giochi d’azzardo. E la possibilità di aprire una simile attività ha ingolosito un giovane papà, il croato Bruno Ahmetovic, 29 anni, residente a Udine e manzanese d’adozione (la suocera è la titolare del New Bar Cafè, poco distante). Reduce da una lunga serie di lavori precari, ha scelto di cambiare drasticamente vita: «Ho fatto mille lavori, ma mai nulla di fisso. Da metalmeccanico sono passato, quattro anni fa, a un altro settore, la vigilanza. Gli orari però erano pessimi, lavoravo dalle 16 alle 18 ore e lo stipendio arrivava sempre in ritardo. Mi sono dovuto licenziare, pur restando in buoni rapporti con l’azienda». Qualche settimana dopo, tramite la suocera, contatta il proprietario del locale di Case e poi il gestore delle slot, con cui si accorda sui guadagni: metà a testa. «Purtroppo le slot tassate al 70%», riferisce, ma il margine gli basta per avviare l’attività. All’inaugurazione, a fine settembre, partecipano oltre 100 persone tra amici e curiosi, presente anche il vicesindaco Genova. «La prima settimana – riferisce Bruno – è andata molto bene». Tra gli avventori anche molte donne, per lo più avanti con l’età, «e gente che tenta la fortuna con un euro in tasca». Poi ci sono le “new entry” di Manzano: i cinesi. «Uno ha giocato 300 euro in una sola slot», racconta Bruno. Quando si esagera, Ahmetovic mostra una informativa, esposta in bacheca all’ingresso, con le avvertenze («il gioco d’azzardo può creare dipendenza patologica») e l’elenco dei principali segnali da tener d’occhio per evitare che si caschi nel pericolo “ludopatia”. «Più che sul gioco d’azzardo io punto sull’aggregazione – precisa Bruno –, infatti ho suddiviso in due zone il locale, uno è dedicato ai minorenni. Qui possono giocare a flipper, calcio balilla e freccette. Punto a creare un ritrovo per gli amici, dove fare una partita e chiacchierare». Niente alcol, al massimo un caffè o una bibita dal distributore automatico. Tante le idee che animano questo giovane, dalla scuola di freccette, di cui lui era campione (ha giocato anche in serie A) alle pizzate: «Sabato organizzo un piccolo rinfresco alle 17.30, in serata poi pizza per tutti. L’importante è stare assieme». Rosalba Tello


Genova: «È positivo l’avvio di una attività Compito dei gestori far rispettare le regole»


Ieri, a Milano, 80 sindaci hanno firmato il Manifesto contro il gioco d’azzardo, proposta di legge di iniziativa popolare per regolare un fenomeno pericoloso e in verticoso aumento, su cui i Comuni non hanno potere decisionale. In Italia rappresenta una piaga sociale in costante ascesa, che colloca il nostro paese al primo posto in Europa e al terzo nel mondo: gioca oltre il 54% della popolazione, 3 milioni sono a rischio patologico, quasi un terzo è già cascato nella trappola “ludopatia”. «L’autorizzazione all’apertura non è rilasciata dal Comune – spiega il vicesindaco Genova (foto) –, ma il fatto che vi sia una nuova attività è di per sè sempre positivo». Poco conta, insomma, la tipologia del negozio, «l’importante è che vi sia attenzione, in questo caso, da parte del gestore a evitare la promiscuità tra le due attività di gioco. L’ingresso è unico, ma una delle due zone è vietata ai minori e il gestore ne risponde in prima persona. Sarà la pubblica sicurezza a vigilare sul resto». (r.t.) 

 

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