venerdì 11 ottobre 2013

Sedia in crisi, ora crolla anche il simbolo

Rassegna Stampa – 11 ottobre 2013
























cav. Rosario Genova

Vice Sindaco - Comune di Manzano









    Sedia in crisi, ora crolla anche il simbolo
 Manzano, cade a pezzi l’opera realizzata nel 1995 e che fu definita la più alta del mondo. Rimosso lo schienale pericolante
Manzano, 11 Ottobre 2013
  Crolla a pezzi il simbolo dell’ex Triangolo della sedia, alle porte di Manzano: ieri mattina lo schienale della grande sedia, fortemente danneggiato su un lato, è stato rimosso dai Vigili del fuoco a seguito di un sopralluogo da parte della ditta che si sta occupando della messa in sicurezza dell’opera, la Ponte Marzio di Talmassons; martedì l’impresa aveva infatti verificato il rischio che il grande pezzo di legno si potesse staccare, precipitando verosimilmente in strada, rappresentando una concreta fonte di pericolo. Tanto che quanti hanno percorso la rotonda della Grande sieda hanno rischiato che ben 6 quintali di legno potessero invadere la carreggiata o, peggio, finire proprio su un’auto, con conseguenze potenzialmente drammatiche. Allarmato, l’ufficio tecnico del Comune di Manzano è intervenuto per rispondere all’emergenza, coadiuvato da due mezzi dei Vigili del fuoco. Le operazioni si sono svolte nella mattinata di ieri per circa tre ore; dopo le 12 la rotatoria è stata riaperta alla viabilità. La sedia, “mutilata” del suo schienale, è stata transennata. In paese c’è chi parla di amaro presagio di un tessuto economico in declino e chi invece preferisce non infierire, apprezzando anzi l’intervento eseguito a scopo precauzionale. «Stava su per miracolo» è stato il commento più frequente dei presenti all’operazione di rimozione, soprattutto dopo aver visto da vicino l’enorme pezzo di legno, depositato nel campo di fronte alla sedia, dall’autogru dei Vigili del fuoco: appena toccato terra si è infatti crepato, facendo emergere l’interno di una struttura ormai marcia. Agenti atmosferici e incuria (ma anche i picchi pare abbiano fatto la loro parte: sono visibili parecchi buchi) hanno infatti cagionato il lento disfacimento di quello che una volta era l’orgoglioso simbolo di un Triangolo opulento. Oggi il Distretto sopravvissuto alla crisi punta alla qualità e al design, strutturandosi e aggregandosi: pochi, forse, si riconoscono nella gigantesca sedia in legno che campeggia nell’omonima rotonda e rimanda alle origini della produzione dell’ex Triangolo. La sedia più alta del mondo, com’era stata definita (in realtà presto raggiunta da “concorrenti” in tutto il pianeta), è una riproduzione della classica “Marocca”, modello semplice, essenziale, diffuso in Italia e all’estero, esempio ancora vivente della millenaria tradizione artigianale friulana. Alta 20 metri, più o meno come un palazzo di 7 piani, pesante 23 tonnellate, era stata fatta costruire da Promosedia in collaborazione con Ipsia e Catas di San Giovanni al Natisone, con il patrocinio del Comune di Udine. Fu innalzata in piazza San Giacomo il 7 ottobre 1995 e presentata in occasione del 19° Salone internazionale della Sedia di Udine. Nel capoluogo friulano è rimasta fino al 6 gennaio 1996, è stata poi smontata e rimontata a Manzano quale monumento alla sedia friulana e simbolo dei valori, non solo tecnologici, che i “seggiolai” friulani incorporavano nei loro prodotti. Rosalba Tello
Restauri troppo costosi: potrebbe essere demolita la “Marocca” 
La “Marocca” gigante rischia la demolizione? L’assessore ai Lavori pubblici Valmore Venturini l’aveva detto poche settimane fa: il patto di stabilità potrebbe vanificare il trasloco della maxi-sedia nella nuova rotonda della Sr 56. Troppo oneroso restaurarla prima di trasferirla: gli esperti che l’hanno esaminata hanno parlato di costi davvero importanti. Troppo costoso, in ogni caso, il suo spostamento nella nuova collocazione, a maggior ragione adesso, viste le sue precarie “condizioni di salute”. Quasi impossibile, infine, realizzarne una ex novo. Sul presente e il futuro della grande sedia si è interrogata ieri sera la giunta comunale, a partire da un presupposto: la grande sedia non è solo di Manzano. «Allo stato attuale - informa il vicesindaco con delega al Patrimonio Rosario Genova - lo stato della struttura impone una verifica e l’eventuale messa in sicurezza. Qualora l’importo fosse molto oneroso, e considerato che il manufatto è espressione della peculiare attività di identificazione del territorio e in particolare il Distretto della sedia, all’attività di recupero dovranno concorrere Regione, Provincia, Asdi, enti locali, banche e attività produttive dell’indotto». Genova ribadisce che la dislocazione dipenderà dal costo dell’operazione: «Sulla copertura economica dovrà esprimersi anche la popolazione locale, anche se nel sostenere la spesa concorreranno tutti gli enti pubblici e le aziende private coinvolte. Faccio però presente che se il Comune investe soldi sulla grande sedia, significa che ai cittadini si toglieranno risorse altrove: dall’illuminazione alle fognature, ai servizi sociali. Meglio ristrutturare la grande sedia o mantenere i servizi? Bisogna spendere soldi con cautela, onestà, senso civico». (r.t.)

«Spiace, ma ormai il distretto guarda lontano dal Friuli» 
«Comprendiamo le difficoltà economiche del Comune di Manzano, stretto dal nodo di stabilità come tutti, e certamente spiace che il simbolo del distretto abbia subito questo colpo»: Giusto Maurig, presidente di Asdi sedia, commenta con amarezza il cedimento della grande sedia, sottolineando che non spetta ad Asdi la sua manutenzione, di competenza invece del Comune: «Purtroppo l’impatto dell’evento è spiacevole, soprattutto per i manzanesi. Ricordiamo, però, che il distretto sta operando da anni a livello internazionale e che punta sullo sviluppo dell’economia distrettuale a livello mondiale. Son ben altri, quindi, i parametri con cui si misurano immagine del distretto e requisiti che ci stanno facendo valere su mercati lontani e importanti». Insomma, non sarà una vecchia, enorme sedia di legno a dar fastidio alle imprese, che ormai corrono veloci lontano dal Friuli. 


 

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