Sedia
in crisi, ora crolla anche il simbolo
Manzano,
cade a pezzi l’opera realizzata nel 1995 e che fu definita la
più alta del mondo. Rimosso lo schienale pericolante
Manzano, 11
Ottobre 2013
Crolla a pezzi il simbolo dell’ex
Triangolo della sedia, alle porte di Manzano: ieri mattina lo
schienale della grande sedia, fortemente danneggiato su un lato,
è stato rimosso dai Vigili del fuoco a seguito di un sopralluogo
da parte della ditta che si sta occupando della messa in
sicurezza dell’opera, la Ponte Marzio di Talmassons; martedì
l’impresa aveva infatti verificato il rischio che il grande
pezzo di legno si potesse staccare, precipitando verosimilmente
in strada, rappresentando una concreta fonte di pericolo. Tanto
che quanti hanno percorso la rotonda della Grande sieda hanno
rischiato che ben 6 quintali di legno potessero invadere la
carreggiata o, peggio, finire proprio su un’auto, con
conseguenze potenzialmente drammatiche. Allarmato, l’ufficio
tecnico del Comune di Manzano è intervenuto per rispondere
all’emergenza, coadiuvato da due mezzi dei Vigili del fuoco. Le
operazioni si sono svolte nella mattinata di ieri per circa tre
ore; dopo le 12 la rotatoria è stata riaperta alla viabilità.
La sedia, “mutilata” del suo schienale, è stata transennata.
In paese c’è chi parla di amaro presagio di un tessuto
economico in declino e chi invece preferisce non infierire,
apprezzando anzi l’intervento eseguito a scopo precauzionale.
«Stava su per miracolo» è stato il commento più frequente dei
presenti all’operazione di rimozione, soprattutto dopo aver
visto da vicino l’enorme pezzo di legno, depositato nel campo
di fronte alla sedia, dall’autogru dei Vigili del fuoco: appena
toccato terra si è infatti crepato, facendo emergere l’interno
di una struttura ormai marcia. Agenti atmosferici e incuria (ma
anche i picchi pare abbiano fatto la loro parte: sono visibili
parecchi buchi) hanno infatti cagionato il lento disfacimento di
quello che una volta era l’orgoglioso simbolo di un Triangolo
opulento. Oggi il Distretto sopravvissuto alla crisi punta alla
qualità e al design, strutturandosi e aggregandosi: pochi,
forse, si riconoscono nella gigantesca sedia in legno che
campeggia nell’omonima rotonda e rimanda alle origini della
produzione dell’ex Triangolo. La sedia più alta del mondo,
com’era stata definita (in realtà presto raggiunta da
“concorrenti” in tutto il pianeta), è una riproduzione della
classica “Marocca”, modello semplice, essenziale, diffuso in
Italia e all’estero, esempio ancora vivente della millenaria
tradizione artigianale friulana. Alta 20 metri, più o meno come
un palazzo di 7 piani, pesante 23 tonnellate, era stata fatta
costruire da Promosedia in collaborazione con Ipsia e Catas di
San Giovanni al Natisone, con il patrocinio del Comune di Udine.
Fu innalzata in piazza San Giacomo il 7 ottobre 1995 e presentata
in occasione del 19° Salone internazionale della Sedia di Udine.
Nel capoluogo friulano è rimasta fino al 6 gennaio 1996, è
stata poi smontata e rimontata a Manzano quale monumento alla
sedia friulana e simbolo dei valori, non solo tecnologici, che i
“seggiolai” friulani incorporavano nei loro prodotti. Rosalba
Tello
Restauri
troppo costosi: potrebbe essere demolita la “Marocca”
La “Marocca”
gigante rischia la demolizione? L’assessore ai Lavori pubblici
Valmore Venturini l’aveva detto poche settimane fa: il patto di
stabilità potrebbe vanificare il trasloco della maxi-sedia nella
nuova rotonda della Sr 56. Troppo oneroso restaurarla prima di
trasferirla: gli esperti che l’hanno esaminata hanno parlato di
costi davvero importanti. Troppo costoso, in ogni caso, il suo
spostamento nella nuova collocazione, a maggior ragione adesso,
viste le sue precarie “condizioni di salute”. Quasi
impossibile, infine, realizzarne una ex novo. Sul presente e il
futuro della grande sedia si è interrogata ieri sera la giunta
comunale, a partire da un presupposto: la grande sedia non è
solo di Manzano. «Allo stato attuale - informa il
vicesindaco con delega al Patrimonio Rosario Genova
- lo stato della struttura impone una verifica e l’eventuale
messa in sicurezza. Qualora l’importo fosse molto oneroso, e
considerato che il manufatto è espressione della peculiare
attività di identificazione del territorio e in particolare il
Distretto della sedia, all’attività di recupero dovranno
concorrere Regione, Provincia, Asdi, enti locali, banche e
attività produttive dell’indotto». Genova
ribadisce che la dislocazione dipenderà dal costo
dell’operazione: «Sulla copertura economica dovrà esprimersi
anche la popolazione locale, anche se nel sostenere la spesa
concorreranno tutti gli enti pubblici e le aziende private
coinvolte. Faccio però presente che se il Comune investe soldi
sulla grande sedia, significa che ai cittadini si toglieranno
risorse altrove: dall’illuminazione alle fognature, ai servizi
sociali. Meglio ristrutturare la grande sedia o mantenere i
servizi? Bisogna spendere soldi con cautela, onestà, senso
civico». (r.t.)
«Spiace,
ma ormai il distretto guarda lontano dal Friuli»
«Comprendiamo le
difficoltà economiche del Comune di Manzano, stretto dal nodo di
stabilità come tutti, e certamente spiace che il simbolo del
distretto abbia subito questo colpo»: Giusto Maurig, presidente
di Asdi sedia, commenta con amarezza il cedimento della grande
sedia, sottolineando che non spetta ad Asdi la sua manutenzione,
di competenza invece del Comune: «Purtroppo l’impatto
dell’evento è spiacevole, soprattutto per i manzanesi.
Ricordiamo, però, che il distretto sta operando da anni a
livello internazionale e che punta sullo sviluppo dell’economia
distrettuale a livello mondiale. Son ben altri, quindi, i
parametri con cui si misurano immagine del distretto e requisiti
che ci stanno facendo valere su mercati lontani e importanti».
Insomma, non sarà una vecchia, enorme sedia di legno a dar
fastidio alle imprese, che ormai corrono veloci lontano dal
Friuli.
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