mercoledì 5 febbraio 2014

Manzano, scattato il dopo-Driutti

Rassegna Stampa - Febbraio 2014

cav. Rosario Genova

Manzano, scattato il dopo-Driutti
Paese senza guida. Il sindaco tace. Colautti: rilanciare politica e persone. Il Pd: noi coerenti e credibili
 
Manzano, 5 Febbraio 2014
Paese senza guida il giorno dopo. Il Partito democratico si sfrega le mani, promettendo per Manzano «forze coerenti e credibili», i dimissionari dell’ex giunta Driutti lasciano sbollire diplomaticamente gli animi prima di far trapelare le loro intenzioni, i forzisti prendono comprensibilmente tempo cercando di raccogliere i cocci e far tornare la fiducia ai manzanesi. “The day after” a Manzano è un giorno sospeso, in attesa che nuove manovre muovano i fili dei giochi politici del Comune, rotti dall’ammutinamento di buona parte della maggioranza e dell’intera minoranza. Il sindaco, tuttora, continua caparbiamente a mantenere il silenzio; chi doveva “proteggerla” – Blasoni (a cui il vicesindaco Genova si è avvicinato) e Riccardi (con cui Macorig ha sempre avuto rapporti stretti) – sono in queste ore irreperibili. Soltanto il consigliere regionale del Pdl, Alessandro Colautti (gli è politicamente vicino Valmore Venturini), si presta a esprimere un commento a caldo: «Mi sembra la conclusione di una situazione che parte da lontano. Un dissenso così ampio, con ben undici firme di dimissioni, è il segno di una crisi profonda alla quale non è stata data adeguata risposta in passato. E’ una presa d’atto che i rapporti si sono logorati, lo specchio di problemi che non andavano presi sotto gamba». Colautti aggiunge che «non si gioisce per l’infelice esito amministrativo di un Comune politicamente affine che va al commissariamento», però è innegabile che la crisi sia stata determinata dalle «insufficienti risposte date ai bisogni e alle esigenze della maggioranza, nonchè dalla difficoltà a risolvere i problemi». Evidenti i riferimenti critici all’operato del primo cittadino, insomma, vittima (o responsabile?) di un lungo stillicidio di conflitti interni fino all’esito finale, «non certo un colpo di mano». In effetti, ad aver orchestrato l’operazione sono stati due personaggi, fondamentali per gli equilibri politici di Manzano: Venturini e Macorig. Hanno agito dopo aver maturato la decisione per mesi: le mine, insomma, la Driutti doveva disinnescarle ben prima. «Manzano è un Comune troppo importante– chiude Colautti –, il fatto che resti senza guida è un danno per tutti. Ora mi auguro un rilancio politico e di persone».Chi beneficia del provvisorio vuoto politico è senza dubbi il Pd: il segretario locale Alessio Di Dio ammette che la fase pre-elettorale è già aperta, si farà di tutto «per convertire i delusi. Siamo pronti a giocare un ruolo di primo piano alle prossime elezioni. Mauro Iacumin e il Pd si sono rivelati coerenti e credibili. Abbiamo rispettato il mandato dei nostri elettori, resistendo nell’ultimo anno alle ripetute proposte di inciucio della signora Driutti e della ex coordinatrice del Pdl, Gallosi». In questi giorni Di Dio sentirà i rappresentanti di tutte le forze politiche in campo «per verificare disponibilità e programmi per il futuro di Manzano».
Rosalba Tello
 
 

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