Sedia, ora nel distretto decideranno solo i
privati
I Comuni vendono le quote in vista della
prossima legge regionale Ma così non avranno più alcun peso nelle strategie economiche del settore
Manzano, 21 Novembre 2014
I Comuni del Distretto metteranno in
vendita le proprie quote dell'Asdi Sedia per consentire alla Spa di
espandere i propri servizi, eventualmente anche a favore delle
amministrazioni
comunali, ma libera da vincoli “pubblici”. È quanto è emerso all’ultimo
incontro tra i sindaci e l’agenzia, con
l’auspicio che tale operazione permetta all’Asdi di soddisfare fin da
subito i requisiti che la nuova legge regionale andrà a
definire nei prossimi mesi.
Con
l’uscita dell’intera parte pubblica
verrà così meno la possibilità di essere configurata come grande impresa
dalla normativa europea, Asdi Sedia opererà
“alleggerita”, pur potendo contare sulla massima disponibilità dei
Comuni ai tavoli di confronto e per i progetti condivisi da
sviluppare insieme, «in un’ottica di continua collaborazione e
partecipazione attiva a favore delle aziende e di tutto il territorio
del
Distretto della sedia», hanno riferito i sindaci, augurando al cda e a
tutto lo staff di «continuare sulla strada già intrapresa di
crescita e dinamismo, esprimendo la massima soddisfazione per la nostra
partecipazione alla compagine sociale durante questi anni di
attività». L’Asdi sta infatti cambiando pelle: da autore di strategie
per il solo comparto distrettuale a realizzatore di
attività a favore di intere filiere produttive.
Nel
nuovo assetto delle Asdi il suo ruolo non
sarà più legato alla partecipazione mista pubblico-privata, bensì dalla
capacità di essere punto di riferimento delle
imprese per l’elaborazione di progetti di filiera, partner delle stesse
nella loro attuazione e fornitore di specifici servizi specialistici sul
mercato. Un’impostazione di revisione delle Asdi recentemente confermata
con la presentazione ufficiale dell’assessore regionale
Bolzonello, il 13 novembre scorso all’auditorium della Regione a Udine.
I
Comuni hanno deciso di attivarsi fin da subito a
favore del comparto e dell'Asdi, che dal 2015 «sarà chiamata ad
affrontare nuove sfide ed evolvere ulteriormente per il bene delle
aziende del Distretto - hanno affermato i sindaci alla riunione -. È
necessario quindi anche per noi Comuni agevolarla nel suo percorso di
crescita, seguendo le indicazioni date nel documento “Rilancimpresa”,
approvato dalla giunta regionale l’11 luglio, che
fungerà da base per la futura riforma normativa delle Asdi, prospettata
per gli inizi del 2015. «In tutto questo percorso - sottolineano
i sindaci del Distretto -, l’Asdi non ha mai chiesto di ripianare
perdite o ricevere contributi dai Comuni a sostegno del proprio
funzionamento
ed è riuscita con determinazione a sviluppare un sistema in grado di
sostenersi e di crescere».
Un
cambiamento di “strategia” che segue
l'annuncio - anch’esso altrettanto strategico - di cambio di sede, con
il trasferimento da Manzano agli uffici del Catas a San Giovanni al
Natisone. Una scelta da un lato appoggiata da più fronti - anche per il
risparmio economico che ne segue. ma non solo -. ma anche aspramente
criticata da chi vede la capitale della sedia privata di un simbolo.
Ora, dopo l’annuncio della vendita delle quote
dei Comuni, di certo le reazioni non mancheranno. Silvia Riosa
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