giovedì 11 dicembre 2014

«Ci voleva la Palmanova-Manzano»

Rassegna Stampa - Dicembre 2014

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
«Ci voleva la Palmanova-Manzano»
 Moschioni: sbagliato lo stop alla strada, serviva anche a turismo e vitivinicoltura. Iacumin: i nostri sono prodotti di qualità

Manzano, 11 Dicembre 2014
   Tante i problemi del Distretto delle sedia, ma tante anche le prospettive di crescita.
La “capitale” In più occasioni Manzano è stata bersagliata come simbolo in declino, con fabbriche chiuse, capannoni vuoti e disoccupazione in crescita. A farsi un giro nella zona industriale, sono diversi i capannoni vuoti. E se da un lato la poca domanda li lascia sfitti, il sindaco Mauro Iacumin rileva che «molti dei capannoni oggi vuoti non sono appetibili a nuovi acquirenti perché non offrono le caratteristiche strutturali necessarie». Altezze non sufficienti, cambio delle normativa sono alcuni degli elementi per cui il cartello affittasi resti appeso sui cancelli. Molti di essi possono essere usati come magazzino, ma l’idea dello stoccaggio di grandi quantità è ormai superata. La maggioranza delle aziende del distretto rimaste in piedi dopo la crisi aveva già una rete di vendita all’estero riuscendo a potenziarla. «Come è stato detto, il nome Manzano è ancora al top e si traduce nel mercato mondiale in prodotti di alta qualità che rappresentano la storia e la qualità di un prodotto che c’è solo qui». In tutto questo c’è spazio anche per le piccole realtà della subfornitura che, abbandonata al logica della guerra con il vicino di casa creando un mercato del terzismo può rappresentare un valore aggiunto per l’area.
Corno di Rosazzo Per il sindaco Daniele Moschioni il giudizio sul distretto troppe volte negativo non rispecchia una realtà dove tante aziende stanno lavorando bene e con impegno. Aziende del legno, ma non solo che però forse meritano maggiore attenzione da una Regione che pare avere dimenticato che per anni il Manzanese è stato il motore dell’economia regionale. Il riferimento diretto è allo stop alla Palmanova-Manzano «dopo che sono stati investiti centinaia di migliaia di euro in un progetto pronto per essere realizzato. Il distretto non è solo legno, non è solo fabbriche di sedie, la nostra è anche una grande zona di produzioni vitivinicole nonché turistica e quella viabilità, che avrebbe tra le altre cose collegato due grandi città patrimonio dell’Unesco come Aquileia e Cividale, sarebbe andata a beneficio di un sistema economico che va oltre il legno».
Altri Comuni Buttrio e Premariacco hanno anch’essi pagato pesantemente la crisi, anche se nel primo caso la risposta c’è stata con un comparto sedia e arredo che ha comunque tenuto bene davanti alla crisi forte di una volontà industriale che già guardava all’estero. Premariacco ha pagato la caduta di grandi aziende, che in lento ma costante declino non hanno saputo cambiare prospettiva e modalità di produzione. In entrambi i territori diverse le realtà che hanno risposto con energia e oggi continuano a lavorare con successo. Silvia Riosa

asdi
Basso: basta campanilismi, serve sinergia
«Per raccogliere bisogna seminare»: una frase fatta, ma che di certo cade a pennello se si guarda alla situazione del Distretto della sedia, di certo complicata, ma non proprio catastrofica. Sul Distretto della sedia e sulla sua situazione economica Loris Basso, vicepresidente di Asdi sedia, ma anche per due mandati sindaco di Corno di Rosazzo, afferma che la politica forse ci ha messo del suo. «Negli anni inevitabilmente sono diminuiti i contributi regionali alle aziende del luogo, che però distribuiti attraverso bandi pubblici hanno finito per tagliare fuori alcune realtà. Il progetto di sostegno alla zona era condiviso, ma la sua attuazione, così come è stata effettuata, non è risultata efficacie». A questo si aggiunge un maggiore ascolto, forse sottovalutato, di coloro che vivendo il territorio meglio di altri possono vedere i punti di forza sui quali puntare. Ovvio, come detto da più parti, che non è più il tempo di stare seduti ad aspettare le telefonate degli acquirenti, che se negli anni Novanta arrivavano numerose, adesso, invece, devono al contrario essere cercati e contattati. «Naturalmente – spiega ancora Basso –, da soli si va poco lontano e, abbandonati i campanilismi, insensati pensando al mercato mondiale, bisogna fare squadra e proporsi con forza sinergica sui mercati esteri. Una cosa, questa, che i Comuni del Distretto della sedia, con i propri rappresentati, sono già abituati a fare da lungo tempo e, anche attraverso Asdi sedia, la tendenza sta dando risultati». (s.r.) 


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