«Ci voleva la
Palmanova-Manzano»
Moschioni: sbagliato lo stop alla strada,
serviva anche a turismo e vitivinicoltura. Iacumin: i nostri sono prodotti di qualità
Manzano, 11 Dicembre 2014
Tante i problemi del Distretto delle
sedia, ma tante anche le prospettive di crescita.
La “capitale”
In
più occasioni Manzano è stata bersagliata come simbolo in declino, con
fabbriche chiuse, capannoni vuoti e disoccupazione in crescita. A
farsi un giro nella zona industriale, sono diversi i capannoni vuoti. E
se da un lato la poca domanda li lascia sfitti, il sindaco Mauro Iacumin
rileva che «molti dei capannoni oggi vuoti non sono appetibili a nuovi
acquirenti perché non offrono le caratteristiche strutturali
necessarie». Altezze non sufficienti, cambio delle normativa sono alcuni
degli elementi per cui il cartello affittasi resti appeso sui cancelli.
Molti di essi possono essere usati come magazzino, ma l’idea dello
stoccaggio di grandi quantità è ormai superata. La maggioranza
delle aziende del distretto rimaste in piedi dopo la crisi aveva già una
rete di vendita all’estero riuscendo a potenziarla. «Come
è stato detto, il nome Manzano è ancora al top e si traduce nel mercato
mondiale in prodotti di alta qualità che rappresentano la
storia e la qualità di un prodotto che c’è solo qui». In tutto questo
c’è spazio anche per le piccole
realtà della subfornitura che, abbandonata al logica della guerra con il
vicino di casa creando un mercato del terzismo può
rappresentare un valore aggiunto per l’area.
Corno di Rosazzo
Per il sindaco
Daniele Moschioni il giudizio sul distretto troppe volte negativo non
rispecchia una realtà dove tante aziende stanno lavorando bene e con
impegno. Aziende del legno, ma non solo che però forse meritano maggiore
attenzione da una Regione che pare avere dimenticato che per anni il
Manzanese è stato il motore dell’economia regionale. Il riferimento
diretto è allo stop alla Palmanova-Manzano «dopo che
sono stati investiti centinaia di migliaia di euro in un progetto pronto
per essere realizzato. Il distretto non è solo legno, non è
solo fabbriche di sedie, la nostra è anche una grande zona di produzioni
vitivinicole nonché turistica e quella viabilità, che
avrebbe tra le altre cose collegato due grandi città patrimonio
dell’Unesco come Aquileia e Cividale, sarebbe andata a beneficio di un
sistema economico che va oltre il legno».
Altri Comuni
Buttrio e Premariacco
hanno anch’essi pagato pesantemente la crisi, anche se nel primo caso la
risposta c’è stata con un comparto sedia e arredo che ha
comunque tenuto bene davanti alla crisi forte di una volontà industriale
che già guardava all’estero. Premariacco ha pagato la
caduta di grandi aziende, che in lento ma costante declino non hanno
saputo cambiare prospettiva e modalità di produzione. In entrambi i
territori diverse le realtà che hanno risposto con energia e oggi
continuano a lavorare con successo. Silvia Riosa
asdi
Basso: basta campanilismi, serve sinergia
«Per
raccogliere bisogna seminare»: una
frase fatta, ma che di certo cade a pennello se si guarda alla
situazione del Distretto della sedia, di certo complicata, ma non
proprio catastrofica.
Sul Distretto della sedia e sulla sua situazione economica Loris Basso,
vicepresidente di Asdi sedia, ma anche per due mandati sindaco di Corno
di
Rosazzo, afferma che la politica forse ci ha messo del suo. «Negli anni
inevitabilmente sono diminuiti i contributi regionali alle aziende del
luogo, che però distribuiti attraverso bandi pubblici hanno finito per
tagliare fuori alcune realtà. Il progetto di sostegno alla zona
era condiviso, ma la sua attuazione, così come è stata effettuata, non è
risultata efficacie». A questo si aggiunge un
maggiore ascolto, forse sottovalutato, di coloro che vivendo il
territorio meglio di altri possono vedere i punti di forza sui quali
puntare. Ovvio,
come detto da più parti, che non è più il tempo di stare seduti ad
aspettare le telefonate degli acquirenti, che se negli anni
Novanta arrivavano numerose, adesso, invece, devono al contrario essere
cercati e contattati. «Naturalmente – spiega ancora Basso –,
da soli si va poco lontano e, abbandonati i campanilismi, insensati
pensando al mercato mondiale, bisogna fare squadra e proporsi con forza
sinergica
sui mercati esteri. Una cosa, questa, che i Comuni del Distretto della
sedia, con i propri rappresentati, sono già abituati a fare da lungo
tempo e, anche attraverso Asdi sedia, la tendenza sta dando risultati».
(s.r.)
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