giovedì 19 febbraio 2015

L’Anci boccia la riforma del Comitato autonomie

Rassegna Stampa - Febbraio 2015

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
si annulla la rappresentativita’
L’Anci boccia la riforma del Comitato autonomie

Udine, 19 Febbraio 2015
  Stavolta è Anci ad assestare un nuovo, duro colpo all’architettura della riforma degli enti locali bocciando il disegno di legge che disciplina il Consiglio delle autonomie. Il pollice verso è arrivato ieri pomeriggio, al termine di un partecipato esecutivo che si è espresso all’unanimità sul Ddl, accusato di annullare la rappresentatività e l’autonomia dei Comuni fino a minare la Specialità regionale. Il nuovo Cal, stando al disegno di legge, dovrebbe infatti essere composto esclusivamente dai presidenti delle 17 Uti negando dunque la rappresentatività ai Comuni più piccoli che difficilmente, almeno in fase di avvio, potranno vantare un proprio sindaco alla guida delle costruende unioni.
La rappresentanza sarà dunque sbilanciata a favore dei Comuni più “spallati”, mentre tutti gli altri saranno di fatto esclusi. Per Anci, la riforma del Cal dev’essere vista come un’occasione per cambiare veste all’organismo consultivo, bollato da Mario Pezzetta, leader dell’associazione in Friuli Venezia Giulia, come un mero “parerificio”. «Non è sufficiente – ha detto ieri il presidente di Anci – che il Cal si confronti con la giunta regionale, vogliamo gli siano “aperte” anche le porte del consiglio, gli sia garantita una posizione di autonomia, riconosciuto un ruolo pro-attivo nella costruzione dei processi legislativi».
Per il Cal del futuro, Anci rivendica dunque maggiori contenuti. Poi entra nel merito della sua composizione. «Nel disegno di legge – denuncia - i Comuni scompaiono.
La rappresentanza dei territori viene completamente delegata ai presidenti delle Uti, enti che hanno esclusivamente una funzione amministrativa». Così, secondo Anci viene meno l’interlocuzione politica con la Regione che invece «deve restare in capo ai Comuni, poiché sono la migliore espressione delle specificità dei singoli territori – prosegue l’esecutivo -, garanzia della sopravvivenza della stessa Specialità regionale».
A margine della seduta di ieri, Pezzetta ha annunciato che nei giorni a venire sarà elaborato un documento ufficiale indirizzato alla giunta Serracchiani per sintetizzare la decisa posizione presa dell’esecutivo rispetto alla proposta di riforma. Posizione come detto unanime, confortata dai tanti interventi dei sindaci di Spilimbergo, Palmanova, Monfalcone e San Daniele tra gli altri, e inasprita da qualche dichiarazione provocatoria. Paolo Urbani (Gemona) ha denunciato «i tanti problemi ben più urgenti del Cal, vissuti quotidianamente dai Comuni» per poi spingersi a chiedere la cancellazione del Consiglio delle autonomie, visto solo come un «doppione di Anci». «Considerato il bisogno che abbiamo di snellire procedure ed efficientare il sistema, tanto varrebbe – ha detto il primo cittadino di Gemona -, delegare totalmente ad Anci i rapporti tra autonomie locali e Regione, magari istituendo delle commissioni ad hoc cui affidare temi specifici». Pier Mauro Zanin, sindaco di Talmassons e leader dei primi cittadini che si preparano a impugnare la riforma delle autonomie, è tornato a criticare la legge 26. «Chi fa queste norme, penso alla presidente Serracchiani e ai burocrati triestini, ama e conosce poco il Friuli – ha detto -. La Regione dovrebbe prendere esempio dal Governo, che su pressing dei piccoli Comuni ha rinviato di un anno l’entrata in vigore della legge di riforma Delrio». Maura Delle Case 

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