giovedì 16 aprile 2015

A Manzano voglia di referendum sulla fusione con San Giovanni

Rassegna Stampa - Aprile 2015

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
A Manzano voglia di referendum sulla fusione con San Giovanni
 Il sindaco, Mauro Iacumin, chiarisce che prima è però necessario avviare le Unioni territoriali Ma i due gruppi di opposizione scalpitano e annunciano la costituzione di un comitato
 
Manzano, 16 Aprile 2015
  «La fusione tra Manzano e San Giovanni al Natisone dovrà essere un processo che coinvolga tutta la popolazione ed è un argomento che l’amministrazione sta affrontando già da tempo con i colleghi di San Giovanni per verificarne la fattibilità. Nessuno della maggioranza ha mai affermato che non si voglia o possa fare, ma di certo non potrà avvenire prima dell’avvio delle Uti, sul quale non ci sono dubbi rispetto all’adesione di Manzano»: questa la risposta del sindaco Mauro Iacumin all’ordine del giorno proposto l’altra sera, nel corso del consiglio comunale straordinario, dai due gruppi di opposizione su fusione e unioni territoriali.
Già in precedenza i gruppi di minoranza avevano chiesto in consiglio che l’amministrazione impugnasse tutti gli atti inerenti la legge regionale sul riordino degli enti locali.
Nella seduta dell’altra sera le richieste sono state ancora più incalzanti. Sia Progetto Manzano che Ricostruiamo Manzano, oltre a chiedere di non entrare nell’Uti del Natisione – cosa possibile per Comuni con più di 5 mila abitanti –, hanno riproposto di avviare subito la fusione con San Giovanni. «Avvilente» per il capogruppo di Progetto, Lorenzo Alessio, lo scenario Uti che si prospetta per il Comune, con il consiglio depauperato del suo ruolo di rappresentanza dei cittadini. Sulla stessa linea Ricostruiamo con Macorig, che punta di nuovo l’attenzione sulla premialità prevista proprio dalla Regione, che trasferisce fondi pari a oltre un milione di euro in 5 anni per i Comuni che decidono di fondersi. Denaro che senza obbligo di rendicontazione e destinazione va a riassorbire in parte i minori trasferimenti derivanti dalla non adesione all’Uti. «La libertà vale lo sforzo di vedersi ridurre i trasferimenti», chiosa Macorig.
A conti fatti, la proposta della minoranza, se accolta, vedrebbe per i primi 5 anni una perdita di trasferimenti pari a 2.300.000 euro di risorse. E dal sesto anno in poi - a partire dal quale cessa il bonus per la fusione - ogni anno si calcolano 780 mila euro di risorse in meno. «Aderire alle Uti – spiega il sindaco Iacumin – non vuol dire svuotamento delle competenze. Gli atti più importanti dovranno passare al voto del consiglio comunale e le decisioni riguardanti il territorio (asfaltature, variazioni di piano regolatore, manutenzioni, opere pubbliche) rimarranno ai Comuni. Servizi e opere sovracomunali saranno di competenza dell’Unione.
La maggioranza ha quindi bocciato l’odg dell’opposizione.
Al termine della seduta, i due gruppi di minoranza hanno annunciato la volontà di costituire un comitato referendario sulla fusione con San Giovanni.
Silvia Riosa
 
 

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