Mini-Province, l’Anci si sfalda e l’opposizione fa
quadrato
Frattura tra i sindaci sulle aggregazioni. E
Venuti (Martignacco) scavalca Pezzetta Ncd, Fi, Ar, FdI, Misto e M5S chiedono con una mozione di congelare la legge
Manzano, 10 Aprile 2015
UDINE Il primo indizio è stato la
decisione d’impugnare al Tar la perimetrazione delle future Uti in
totale autonomia rispetto alla posizione dell’Anci. Il secondo, il
parere favorevole dato dal Cal alla riforma dello stesso Consiglio
ritenuta invece insufficiente dall’Anci regionale. Ora la chiamata a
raccolta
di tutti i primi cittadini – cui ieri ha dato voce il vicesindaco di
Martignacco, Massimiliano Venuti, in veste di consigliere nazionale
dell’Associazione dei Comuni – è il terzo indizio che dà la prova delle
fratture che la riforma ha prodotto nelle autonomie
locali. Al punto da mettere in dubbio la rappresentatività di Anci Fvg e
la leadership del suo presidente regionale, Mario Pezzetta, che solo
ieri ha ribadito l’apertura di credito rispetto alla legge 26 esprimendo
una posizione di fatto antitetica rispetto al moltiplicarsi dei
detrattori. Tanti, che ormai si fatica a contarli, tra sindaci pronti a
impugnare la norma, altri a chiamarsi fuori dalle future Uti, altri
ancora
perplessi sul da farsi. In questa bagarre, il presidente Pezzetta ha
cercato di gettare acqua sul fuoco. Chiarendo che l’autonomia dei
municipi
non verrà meno. E che le funzioni delle Uti, «enti strumentali dei
Comuni», ha tenuto a precisare, saranno scritte dagli stessi
enti locali negli statuti. «Se poi in corsa rileveremo che qualcosa va
rivisto, migliorato, lo faremo». Se questa è la posizione di
Anci Fvg, a sparigliare le carte ci ha pensato ieri il nazionale Venuti
che ha invitato sabato pomeriggio, alle 15.30, tutti i sindaci della
regione a
un incontro sulla riforma. A Tavagnacco. In casa di Pezzetta. «Sono
molto preoccupato – scrive Venuti ai colleghi – della deriva che
sta prendendo la riforma. Da amministratore e rappresentante all’interno
di Anci nazionale non posso tacere di fronte a questo provvedimento,
condivisibile negli obiettivi, ma disastroso nella sua attuazione».
Sembra di sentir parlare il sindaco di Talmassons, Pier Mauro Zanin,
“capopopolo” degli oltre 50 amministratori che si preparano a impugnare
la perimetrazione e che si troveranno oggi pomeriggio in provincia
a Udine per fare l’ultima conta e decidere le future mosse. In questo
scenario già frastagliato il centrodestra compatto e il M5s
infilano il coltello nella piaga e presenta una mozione che sarà
discussa in Consiglio regionale la prossima settimana. E che chiede il
congelamento della legge 26 fino alla fine dell’anno. «Vogliamo cercare
un dialogo per individuare un nuovo percorso
politico-istituzionale che consenta di ricostruire una proficua
collaborazione tra Regione ed enti locali, altrimenti nessuna riforma
verrà
portata a termine», spiega il capogruppo di Ncd, Alessandro Colautti,
primo firmatario del documento, siglato dai capigruppo di Fi, Riccardo
Riccardi; di Autonomia responsabile, Renzo Tondo; del Misto, Claudio
Violino, e da Luca Ciriani (FdI) e Elena Bianchi (M5s).
Maura Delle Case
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