venerdì 10 aprile 2015

Mini-Province, l’Anci si sfalda e l’opposizione fa quadrato

Rassegna Stampa - Aprile 2015

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
Mini-Province, l’Anci si sfalda e l’opposizione fa quadrato
 Frattura tra i sindaci sulle aggregazioni. E Venuti (Martignacco) scavalca Pezzetta Ncd, Fi, Ar, FdI, Misto e M5S chiedono con una mozione di congelare la legge

Manzano, 10 Aprile 2015
  UDINE Il primo indizio è stato la decisione d’impugnare al Tar la perimetrazione delle future Uti in totale autonomia rispetto alla posizione dell’Anci. Il secondo, il parere favorevole dato dal Cal alla riforma dello stesso Consiglio ritenuta invece insufficiente dall’Anci regionale. Ora la chiamata a raccolta di tutti i primi cittadini – cui ieri ha dato voce il vicesindaco di Martignacco, Massimiliano Venuti, in veste di consigliere nazionale dell’Associazione dei Comuni – è il terzo indizio che dà la prova delle fratture che la riforma ha prodotto nelle autonomie locali. Al punto da mettere in dubbio la rappresentatività di Anci Fvg e la leadership del suo presidente regionale, Mario Pezzetta, che solo ieri ha ribadito l’apertura di credito rispetto alla legge 26 esprimendo una posizione di fatto antitetica rispetto al moltiplicarsi dei detrattori. Tanti, che ormai si fatica a contarli, tra sindaci pronti a impugnare la norma, altri a chiamarsi fuori dalle future Uti, altri ancora perplessi sul da farsi. In questa bagarre, il presidente Pezzetta ha cercato di gettare acqua sul fuoco. Chiarendo che l’autonomia dei municipi non verrà meno. E che le funzioni delle Uti, «enti strumentali dei Comuni», ha tenuto a precisare, saranno scritte dagli stessi enti locali negli statuti. «Se poi in corsa rileveremo che qualcosa va rivisto, migliorato, lo faremo». Se questa è la posizione di Anci Fvg, a sparigliare le carte ci ha pensato ieri il nazionale Venuti che ha invitato sabato pomeriggio, alle 15.30, tutti i sindaci della regione a un incontro sulla riforma. A Tavagnacco. In casa di Pezzetta. «Sono molto preoccupato – scrive Venuti ai colleghi – della deriva che sta prendendo la riforma. Da amministratore e rappresentante all’interno di Anci nazionale non posso tacere di fronte a questo provvedimento, condivisibile negli obiettivi, ma disastroso nella sua attuazione». Sembra di sentir parlare il sindaco di Talmassons, Pier Mauro Zanin, “capopopolo” degli oltre 50 amministratori che si preparano a impugnare la perimetrazione e che si troveranno oggi pomeriggio in provincia a Udine per fare l’ultima conta e decidere le future mosse. In questo scenario già frastagliato il centrodestra compatto e il M5s infilano il coltello nella piaga e presenta una mozione che sarà discussa in Consiglio regionale la prossima settimana. E che chiede il congelamento della legge 26 fino alla fine dell’anno. «Vogliamo cercare un dialogo per individuare un nuovo percorso politico-istituzionale che consenta di ricostruire una proficua collaborazione tra Regione ed enti locali, altrimenti nessuna riforma verrà portata a termine», spiega il capogruppo di Ncd, Alessandro Colautti, primo firmatario del documento, siglato dai capigruppo di Fi, Riccardo Riccardi; di Autonomia responsabile, Renzo Tondo; del Misto, Claudio Violino, e da Luca Ciriani (FdI) e Elena Bianchi (M5s).
Maura Delle Case

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