Condono, il Comune si muove dopo 20 anni
Sollecitati documenti a un privato per una
richiesta fatta nel 1995. Il sindaco: «Chiariremo» di
Manzano, 5 Maggio 2015
Una richiesta di integrazione di
documentazione relativa a un cambio d’uso di immobile spedita a mezzo
raccomandata dall’ufficio tecnico del Comune. Nulla di strano, se
non fosse che la documentazione richiesta si riferisce a 20 anni fa.
Destinatario della missiva è Lino Borghese che, incredulo, si è
subito rivolto allo studio Tonero (che da sempre segue le sue pratiche)
per verificare l’accaduto. Nel 1995 il proprietario dell’immobile
(Lino Borghese, appunto), a fronte del condono edilizio in sanatoria
concesso da leggi nazionali, ha depositato negli uffici del Comune la
documentazione per la richiesta di “concessione edilizia in sanatoria”.
Da allora, però, nessuna risposta. Per l’immobile,
regolarmene accatastato e su cui sono calcolate Imu e tassa rifiuti,
sono negli anni anche state fatte ulteriori richieste per lavori di
manutenzione;
è anche stato oggetto di una divisione ereditaria con tanto di atto
notarile. Qualche giorno fa la busta con mittente il Comune in cui sono
richieste integrazioni alla documentazione – tra cui una dichiarazione
sullo stato dei lavori, la descrizione dell’opera e
l’attestazione del versamento degli oneri concessori – entro tre mesi.
Scaduto questo termine, si legge nella lettera, la domanda
sarà respinta, negata la concessione e, di conseguenza, l’immobile
diventa abusivo, con tutte le conseguenze del caso, fino alla
richiesta di abbattimento. Rimane la possibilità comunque – si concede –
di ricorrere al Tar. Sbalordito, Borghese ha riesumato i
documenti di 20 anni prima, compreso il bollettino di pagamento degli
oneri che fortunatamente ha conservato. Assurda per il proprietario la
richiesta
degli uffici comunali, che dopo tutto questo tempo richiedono atti che
una persona poteva non conservare. «Oltre alla spesa – sottolinea
amaramente – per ritrovare tutto quello che gli uffici richiedono. Dopo
20 anni non è accettabile». Informato del fatto, il sindaco
Mauro Iacumin si è subito premurato di capire meglio la situazione e del
perché di una richiesta così tardiva da parte degli
uffici. Con quella di Borghese sono state mandate anche altre richieste –
per le quali non risultano alcuni pagamenti – per chiudere
pratiche rimaste aperte da allora e per le quali non sussiste il
cosìddetto “silenzio assenso”. Il sindaco però precisa che
gli uffici, così come l’amministrazione comunale, sono disponibili per
chiarire i fatti e trovare una soluzione rapida e definitiva.

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