martedì 5 maggio 2015

Condono, il Comune si muove dopo 20 anni

Rassegna Stampa - Maggio 2015

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
Condono, il Comune si muove dopo 20 anni
 Sollecitati documenti a un privato per una richiesta fatta nel 1995. Il sindaco: «Chiariremo» di

Manzano, 5 Maggio 2015
  Una richiesta di integrazione di documentazione relativa a un cambio d’uso di immobile spedita a mezzo raccomandata dall’ufficio tecnico del Comune. Nulla di strano, se non fosse che la documentazione richiesta si riferisce a 20 anni fa. Destinatario della missiva è Lino Borghese che, incredulo, si è subito rivolto allo studio Tonero (che da sempre segue le sue pratiche) per verificare l’accaduto. Nel 1995 il proprietario dell’immobile (Lino Borghese, appunto), a fronte del condono edilizio in sanatoria concesso da leggi nazionali, ha depositato negli uffici del Comune la documentazione per la richiesta di “concessione edilizia in sanatoria”. Da allora, però, nessuna risposta. Per l’immobile, regolarmene accatastato e su cui sono calcolate Imu e tassa rifiuti, sono negli anni anche state fatte ulteriori richieste per lavori di manutenzione; è anche stato oggetto di una divisione ereditaria con tanto di atto notarile. Qualche giorno fa la busta con mittente il Comune in cui sono richieste integrazioni alla documentazione – tra cui una dichiarazione sullo stato dei lavori, la descrizione dell’opera e l’attestazione del versamento degli oneri concessori – entro tre mesi. Scaduto questo termine, si legge nella lettera, la domanda sarà respinta, negata la concessione e, di conseguenza, l’immobile diventa abusivo, con tutte le conseguenze del caso, fino alla richiesta di abbattimento. Rimane la possibilità comunque – si concede – di ricorrere al Tar. Sbalordito, Borghese ha riesumato i documenti di 20 anni prima, compreso il bollettino di pagamento degli oneri che fortunatamente ha conservato. Assurda per il proprietario la richiesta degli uffici comunali, che dopo tutto questo tempo richiedono atti che una persona poteva non conservare. «Oltre alla spesa – sottolinea amaramente – per ritrovare tutto quello che gli uffici richiedono. Dopo 20 anni non è accettabile». Informato del fatto, il sindaco Mauro Iacumin si è subito premurato di capire meglio la situazione e del perché di una richiesta così tardiva da parte degli uffici. Con quella di Borghese sono state mandate anche altre richieste – per le quali non risultano alcuni pagamenti – per chiudere pratiche rimaste aperte da allora e per le quali non sussiste il cosìddetto “silenzio assenso”. Il sindaco però precisa che gli uffici, così come l’amministrazione comunale, sono disponibili per chiarire i fatti e trovare una soluzione rapida e definitiva. 


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